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Nella Valle del Laveggio si è fatto strada alla natura

Il Wwf segna un punto a suo favore: tutti realizzati gli interventi pianificati nel 2013 a favore della fauna locale. ‘E non è finita qui’

Il Laveggio tra Ligornetto e Genestrerio
(Ti-Press)
25 aprile 2023
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Nel 2013 il progetto del Wwf della Svizzera italiana poteva sembrare ardito: fare strada alla natura nella Valle del Laveggio. Oggi, a dieci anni di distanza e nell’Anno dedicato al corso d’acqua che attraversa l’Alto Mendrisiotto, la missione si può dire compiuta. Il paesaggio, in effetti, è cambiato e in modo evidente e anche la politica ha decisamente invertito la rotta. La popolazione locale ha così avuto la possibilità di riscoprire il fiume e flora e fauna hanno potuto riconquistare i loro spazi. Tant’è che l’8 ottobre prossimo si inaugurerà un Parco ad opera dei ‘Cittadini per il territorio’. E pensare che la situazione agli esordi appariva parecchio compromessa, i piani per una sorta di diga contro le piene non erano ancora stati abbandonati e si contavano le specie animali e vegetali a rischio.

Centrate 29 misure, altre 20 sul tavolo

Il Wwf, va detto, in questi anni non ha mai abbandonato fiducia e ottimismo. E a giusta ragione. Ora i risultati sono sotto gli occhi di tutti. «Quello principale – fa notare il responsabile regionale Francesco Maggi – è che adesso il Laveggio è di nuovo completamente percorribile da parte della fauna acquatica, dalle sorgenti al lago». Merito delle 29 misure di ripristino e valorizzazione di Laveggio, Gaggiolo e dei loro affluenti programmate e realizzate, anche con il supporto delle istituzioni locali. Un motivo di orgoglio per responsabili e volontari che, non a caso, sabato hanno scelto la Masseria La Tana, a Rancate, per la loro assemblea annuale.

E pensare che a rendere possibili questi interventi è stata anche la messa in cantiere di due opere come la ferrovia Stabio-Arcisate e la riorganizzazione dello svincolo autostradale di Mendrisio. In questo modo presenze che di fatto rappresentano un ostacolo per chi abita la natura del posto sono diventate il volano per migliorare la situazione del cosiddetto reticolo ecologico, come traspare dal documento di bilancio stilato di recente. Il Wwf, in ogni caso, non intende fermarsi qui, come fa capire lo stesso Maggi. «Sul tavolo oggi ci sono altre 20 misure, che speriamo di concretizzare nei prossimi dieci anni. L’obiettivo? Ricollegare il Laveggio con le grandi aree verdi del Monte San Giorgio e del Monte Generoso. Un’impresa tutt’altro che semplice visto quanto il territorio è antropizzato. Ma siamo sempre fiduciosi».

Tra sfide e ambizioni

L’impegno, comunque, è già stato messo nero su bianco nel nuovo documento programmatico che ha come orizzonte il 2032. Infatti, come ribadito dal presidente del Wwf Massimo Mobiglia, dopo un decennio il progetto «è stato oggetto di un importante aggiornamento». Certo, all’interno dell’organizzazione, si conta sugli interventi previsti lungo la tratta finale del fiume – tra le piscine di Mendrisio e la foce a Riva San Vitale –, decisivi, si rimarca nel dossier, “per la riqualifica in termini naturalistici e di svago del fiume Laveggio e dell’intero territorio del Mendrisiotto”. In cima alla lista delle ambizioni vi è, poi, pure un’altra operazione, che si “prefigge di risolvere un importante deficit di collegamento tra il comparto naturalistico di Valera e le aree naturali del Parco della Valle della Motta”. La chiave di volta, si spiega, è rappresentata dalla creazione di un sottopasso o sovrappasso faunistico in zona Croce Grande a Genestrerio. In effetti, a suo tempo, quando si mise mano al crocevia, assai trafficato, questo aspetto, annotano i consulenti ambientali, “non è stato purtroppo considerato”.

Chi vive il Laveggio, come tutti gli altri corsi d’acqua del Distretto, tocca con mano, però, pure il problema della mancanza d’acqua. Uno stato di cose, conferma Maggi, che preoccupa anche il Wwf e impone una riflessione. Del resto, fa presente, «per la fauna e la flora di questa regione la situazione è drammatica, e anche per la popolazione sta diventando critica. La speranza è che questo messaggio venga recepito nel segno dell’urgenza della protezione del clima». Sullo sfondo la votazione del 18 giugno prossimo.

Oltre 300 volontari sul terreno

A rincuorare il Panda oggi c’è, in ogni caso, la schiera di volontarie e volontari che, come fa sapere la coordinatrice e responsabile di Wwf Youth (gruppo che si rivolge ai più giovani) Lisa Boscolo, ha superato le 300 persone e rappresenta «una risorsa fondamentale per poter raggiungere i nostri obiettivi per un Ticino in cui l’essere umano e la natura possono coesistere in armonia». Ma vi è altresì il ritorno tra i banchi del Gran consiglio dopo un’assenza di quattro anni di due esponenti del Wwf, ovvero la stessa Boscolo e il presidente Mobiglia.

Il lupo

Serve una strategia a tutto campo

Tra i temi in agenda, accanto alla politica energetica o all’iniziativa sugli spazi verdi («da togliere dal cassetto»), non può mancare, come rilanciato in occasione del plenum, il lupo. E ciò dopo un anno, il 2002, annota Sissi Gandolla, responsabile grandi carnivori e agricoltura sostenibile, «intenso» su questo fronte. «E il 2023 – rimarca – non sarà di sicuro meglio». In effetti, rende attenti, «l’ambiente sta cambiando. E la fauna sta tornando a popolare i nostri boschi». Nello specifico, poi, «nella Svizzera italiana – aggiunge la responsabile – il numero di individui e di branchi è aumentato e si può dire con sicurezza che la specie è più o meno presente dal Gottardo al Mendrisiotto». Come peraltro hanno mostrato gli avvistamenti più o meno recenti nella regione.

In altre parole, ribadisce Gandolla, «la convivenza con il lupo, che lo si regoli o meno, è inevitabile. Sta a noi cittadini e allo Stato porre le basi per permettere la migliore coesistenza possibile». Da cittadini ed escursionisti, insomma, siamo chiamati a rispettare la natura e a muoverci con la giusta consapevolezza. E lo Stato? «L’auspicio – chiarisce Sissi Gandolla – è che Confederazione, Cantoni e Comuni veicolino un’informazione completa, capillare e trasparente sul lupo». Ecco che il Wwf si aspetta che il Cantone in Ticino promuova una maggiore comunicazione e trasmetta quindi le conoscenze di base. «È un compito che spetta all’autorità cantonale. In questo modo le persone sapranno come comportarsi ed evitare di attirare il predatore negli abitati; e sarà possibile contestualizzare eventuali pericoli».

Un altro aspetto che è parte integrante della strategia e che vede il Wwf al fianco del mondo contadino è il sostegno all’agricoltura. Ci si aspetta, esplicita la responsabile, che dallo Sato giungano «pagamenti diretti che rispecchino il reale impegno degli allevatori nella messa in opera dei dispositivi di protezione. In Ticino, infatti, è importante salvaguardare il libero pascolo primaverile e autunnale, rendendo sopportabili i costi». In sintesi, ciascuno deve fare la sua parte.