Per quasi due anni il ritrovo storico è stato al centro della cultura indipendente con il collettivo di Grande velocità. ‘Ora vedremo come continuare’
Quel ritrovo storico, lì a due passi dalla dogana di Chiasso strada, ne ha viste tante nei decenni della sua vita. Fino al 2016, quando sul bar Mascetti affacciato su piazza Elvezia è calata la saracinesca e così su un pezzo della storia della cittadina di confine che veniva di fatto consegnato alle pagine della memoria. La voglia di riaprire le sue porte e rimettere in funzione il bancone, dove nel tempo si sono appoggiati lavoratori della frontiera e casalinghe di ritorno dalla spesa, non è però mai mancata.
Tant’è che negli anni scorsi gli spazi sono finiti nel radar dell’Associazione Frequenze, che nella sua vocazione ha il recupero di locali sfitti e la realizzazione di operazioni a valenza culturale e sociale. Una occasione di rinascita per il vecchio bar, divenuto, in più occasioni, anche sede della Biennale dell’immagine, sino a incrociare la realtà, sempre chiassese, di Spazio Lampo. E a quel punto, un anno e mezzo fa circa, è scoccata la scintilla nel gruppo dell’Associazione Grande velocità. Che ha visto subito la potenzialità di quegli spazi. È stato l’inizio di una esperienza breve ma intensa, che si concluderà questo fine settimana con gli ultimi tre concerti in cartellone con il supporto di Infogiovani. Del resto, il titolo dell’evento è emblematico: ‘Farewell ex bar Mascetti?’. Ma sarà davvero un addio (o un arrivederci)?
Sta di fatto che le strade del collettivo di Grande velocità e Frequenze, per ora, si dividono qui. Per l’antico ritrovo ci sono altri progetti. Il che non esclude la possibilità di una ‘ospitata’ estiva per i giovani che nel passato più recente hanno fatto rivivere quel luogo tanto caro a chi ha respirato e respira l’aria di frontiera. In ogni caso, gli echi di un esperimento estemporaneo, come detto, persistono.
D’altro canto, oggi si può ben dire che nel panorama ticinese Lugano non è l’unico esempio di Cultura alternativa e indipendente. I ‘ragazzi’ dell’ex bar Mascetti rivendicano uno spazio anche per la scena chiassese, che proprio grazie all’intesa stretta con Frequenze ha potuto far sentire la sua voce. «Ad animarci non a caso – tiene subito a farci sapere Francesco Giudici – è lo stesso spirito in cui si riconosce la Tour Vagabonde sbarcata a Lugano con La Straordinaria».
Così, dopo aver dato spago a un’idea nata con spontaneità, l’iniziativa di pochi è divenuta l’occasione di incontro di molti. «In effetti – ci conferma Giudici –, tutto è cominciato da un drappello di persone e alcune serate private su invito e siamo arrivati ad avere fino a duecento iscritti per i nostri concerti, le serate d’ascolto e i dj set. Un seguito che dimostra che esiste un pubblico e che si sente davvero il bisogno di avere uno spazio di questo tipo».
L’intento, d’altra parte, è stato chiaro fin dall’inizio. «Volevamo proporre qualcosa di diverso dal solito, di alternativo alle iniziative dei luoghi canonici e istituzionali o dei ritrovi già esistenti – ci spiega ancora Giudici –. E questo senza una linea precisa, un po’ fuori dagli schemi». Un paio di appuntamenti ufficiali al mese, poi, sono bastati per fidelizzare il pubblico, che ha amato frequentare l’ex bar Mascetti e respirare quella atmosfera particolare, tra il bancone, i tavolini informali, il palco alla buona e le raccolte di dischi esposte su un tavolo all’ingresso per dare visibilità agli artisti che si sono avvicendati in questi mesi.
Qual è la platea delle vostre serate? «Una platea variegata – ci illustra Giudici –. Si va dai fan della Trap venuti ad ascoltare un 17enne di Stabio che si è esibito nei nostri spazi, agli appassionati di musica sperimentale e underground, da chi ama – e parliamo di 20-30-40enni – le proposte inusuali agli studenti del Campus Supsi di Mendrisio. Per esemplificare, abbiamo avuto due musiciste coreane che erano in tour, ‘one man band’ e artisti provenienti da Francia, Slovenia, Spagna, Germania, Italia e dalla realtà locale a cavallo del confine». Un bel movimento portato avanti grazie al volontariato puro – di chi sta dietro al bancone e chi dà una mano sul piano tecnico –, e alla spinta di offrire delle alternative culturali a tutto campo. In un certo senso, ci fa notare Francesco Giudici, alla fine è anche una forma di economia circolare: con l’incasso del bar si pagano i musicisti. Come dire, indipendenti dall’inizio alla fine.
Che resterà allora di questa esperienza? Di sicuro la volontà di non chiuderla qui. Anche perché, come fanno notare da Spazio Lampo, “l’energia che vi ruota attorno è tanta, e tanta è anche la voglia di continuare a proporre musica dal vivo, inserendosi in un discorso di cultura indipendente come quello portato avanti a Lugano dagli amici de La Straordinaria”. Quindi, si sta lavorando “per capire come proseguire”, e soprattutto dove.
E l’ex bar Mascetti? Non chiuderà di nuovo, questo è certo. Frequenze, infatti, ha un progetto per questo locale. «Dopo i lavori del caso riapriremo a maggio – ci dà conferma Elisa Volonterio, direttrice e fondatrice di Frequenze –. Lo faremo riproponendo l’attività di bar e ristorazione e abbinando incontri culturali, musicali e letterari». Si farà leva, dunque, su collaborazioni con associazioni e manifestazioni e festival del territorio. Gli intendimenti sono mirati, come lascia intuire la responsabile. «Ciò che ci prefiggiamo – sottolinea – è di far rivivere un luogo storico per rianimare anche la zona della dogana». Una missione che a Chiasso accompagna l’Associazione e che in questo ultimo anno e mezzo ha motivato pure il collettivo di Grande velocità. Chissà se le loro strade si incontreranno ancora.