Il Municipio di Chiasso conferma la sospensione dell’agente che avrebbe commesso l’abuso d’autorità nel fermo concitato di due richiedenti l’asilo
«Se qualcuno ha sbagliato pagherà. Ma aspettiamo la conclusione dell’inchiesta». Sonia Colombo-Regazzoni, responsabile del Dicastero sicurezza pubblica di Chiasso, si esprime così il giorno dopo l’apertura dell’inchiesta che coinvolge alcuni agenti della Polizia comunale di Chiasso, di Mendrisio e due della Cantonale. Nei loro confronti il procuratore generale Andrea Pagani ha aperto un’inchiesta a seguito del fermo concitato, lo scorso 26 gennaio, di due richiedenti l’asilo magrebini. Interrogatori e inchiesta proseguono e le principali ipotesi di reato sono di abuso d’autorità e lesioni semplici. Ma alla lista potrebbero aggiungersi altri capi d’imputazione. Durante la seduta odierna, l’esecutivo di Chiasso non è tornato sul tema. La sua decisione – la sospensione dell’agente che avrebbe colpito uno dei due uomini dopo averlo ammanettato – il Municipio l’ha presa la scorsa settimana. «Ora aspettiamo la conclusione dell’inchiesta – ci spiega la municipale –. Una sospensione c’è stata, per il resto aspettiamo. Non posso però negare che la risonanza mediatica contro la polizia, che non fa bene a nessuno, mi abbia lasciato l’amaro in bocca». Sonia Colombo-Regazzoni sottolinea inoltre che «bisogna considerare il contesto in cui l’episodio è avvenuto: gli agenti che operano nel Basso Mendrisiotto sono sotto pressione da tanti anni e in 15 anni non è mai successo nulla».
Il giorno del fermo la pattuglia in servizio sul territorio ha notato la presenza di un’auto – risultata rubata nel Sopraceneri – sulle strade di Chiasso e, insospettita dal comportamento dei due occupanti, l’ha inseguita. La vettura è finita contro un palo e i due uomini, già noti e fermati nelle settimane precedenti, sono stati inseguiti a piedi. Poco dopo i fatti oggetto dell’inchiesta, ripresi da una videosorveglianza privata.