La proposta, già presentata a Comuni, Cantone e Confederazione, è stata avanzata dal comitato ‘Ridisegno del territorio lungo il fiume Breggia’
L’orizzonte temporale è quello del 2050. E il concetto base è chiaro fin da subito: non creare problemi al territorio per risolvere un problema del territorio. È questa la linea scelta dall’architetto Elio Ostinelli e dal comitato ‘Ridisegno del territorio lungo il fiume Breggia’ per elaborare l’idea d’interrare l’autostrada da Coldrerio al confine con l’Italia, togliendo quindi l’ultimo tratto dell’autostrada dalla vista e restituendo 250mila metri quadrati di verde a popolazione e territorio. Un ridisegno che durerà complessivamente 19 anni, sarà diviso in quattro tappe di lavoro e costerà complessivamente 865 milioni di franchi. Il gruppo di lavoro, affiancato dai sindaci dei comuni toccati dalla tratta, si è presentato ufficialmente oggi, venerdì a Seseglio. La presenza dell’autostrada e dei conseguenti disagi che tutti conosciamo è un problema annoso. Non per niente Ostinelli ha indicato quale data iniziale il 1990, anno in cui il suo studio di architettura ha partecipato e vinto al concorso promosso dal Canton Ticino per cercare di risolvere la situazione. Il progetto – firmato Elio Ostinelli Chiasso & Zschokke Ginevra – prevedeva una galleria da realizzare sotto San Simone per ricollegarsi con la dogana. La stessa idea è stata ripresa nel 2020 e affinata con un gruppo di lavoro composto da «persone che conoscono il territorio». I primi passi istituzionali sono stati effettuati. «Abbiamo già incontrato il consigliere di Stato Claudio Zali, ci siamo recati a Berna e abbiamo parlato con l’Ufficio federale delle strade (Ustra) due volte – spiega Ostinelli –. Ci siamo attivati e il discorso si sta muovendo». Sul versante italiano ci sono invece già stati incontri con Regione Lombardia e Autostrade per l’Italia.
Gli interventi ipotizzati riguardano un tratto di 6 chilometri. Sarà proprio a Coldrerio, all’altezza dell’area di servizio, che «l’autostrada scomparirà e riapparirà quel territorio, oggi tagliato dal tracciato, di una volta». Ostinelli ha tenuto a sottolineare che «non verrà creata nessuna nuova strada nel territorio della regione, non verrà modificata la gerarchia e la funzione della rete viaria secondaria di accesso all’autostrada e gli accessi non andranno a generare traffico su nuove strade». Dall’area di servizio di Coldrerio si svilupperà «un tracciato interamente in galleria». Quella che partirà sotto l’area di Mezzana, sarà una «galleria artificiale, non scavata ma creata, che porterà a Balerna dove ci sarà un altro tunnel che giungerà fino agli attuali centri commerciali, un tunnel artificiale a Balerna-Pontegana e una galleria che passa sotto San Simone per arrivare in dogana». Da Brogeda il progetto potrebbe continuare con un ulteriore tunnel sotto la collina di Sagnino. «Se questa ipotesi non dovesse concretizzarsi, ci ricollegheremo con l’autostrada esistente».
L’ipotesi di studio ha voluto contemplare anche una soluzione a un problema che anima la discussione nel Basso Mendrisiotto, ovvero la presenza dei mezzi pesanti che sostano lungo l’autostrada. «L’Ustra ha pensato a una corsia dei Tir – aggiunge Ostinelli –. Noi a un’area coperta di sosta e dosaggio per circa 180 mezzi pesanti a ridosso dell’area di sosta di Coldrerio, sfruttando anche il fatto che l’autostrada è bassa rispetto al territorio». Nella stessa zona verrebbe creata anche un’area di interscambio tra auto e ferrovia.
Quello che nascerà grazie all’interramento dell’autostrada sarà «un grande parco che partirà dalla Valle della Motta, si estenderà fino alla chiesa di Sant’Antonio e si prolungherà sul cavalcavia di Bisio, che vorremmo far diventare un percorso pedonale verde, che porterà al cuore del complesso in zona Serfontana, dove il parco si ricollegherà da una parte verso le Gole e dall’altra lungo il fiume, verso il confine». Nell’ottica dell’architetto Ostinelli c’è anche «un edificio di 160 metri di altezza che, insieme a una grande fontana, potrebbe diventare il centro direzionale del futuro comune aggregato». Nell’incarto compare anche «qualcosa di azzardato», ovvero la sparizione degli attuali centri commerciali, ipotizzati a loro volta sotterranei.
Come detto, il disegno verrebbe completato in quattro tappe. La prima, stimata in 3 anni di lavori e con un investimento di 90 milioni, permetterà di realizzare l’area di sosta per i veicoli pesanti e lo scalo d’interscambio a Coldrerio, così come l’autosilo interrato in zona Serfontana. La seconda fase prevede un investimento di 595 milioni. Nei 10 anni di lavoro verranno realizzati l’area di cantiere sul sedime ex posteggio Serfontana, le gallerie di Balerna, San Simone e Monte Olimpino, l’accesso nord alle gallerie (Mezzana) e il collegamento tra le gallerie di Balerna e San Simone. Durante i 4 anni di lavori della terza tappa, verranno investiti 130 milioni di franchi per realizzare la dogana autostradale provvisoria sul sedime oggi utilizzato come posteggio dei veicoli pesanti, la nuova dogana commerciale e autostradale, l’accesso di Como-Nord, l’uscita di Como-Sud e il parco verde di Monte Olimpino. Negli ultimi due anni di lavoro, grazie a un investimento previsto di 50 milioni di franchi, ci saranno infine lo smantellamento e bonifica dell’area autostradale dello svincolo di Chiasso nord al confine di Stato e dell’area dell’esistente dogana commerciale, l’apertura al traffico delle gallerie di Balerna, San Simone e Monte Olimpino e la realizzazione del ridisegno del territorio lungo il fiume Breggia, dalla collina di Pontegana al nuovo quartiere Dogana-via Comacini-via Odescalchi.
I Comuni toccati dal tracciato si sono schierati al fianco del comitato promotore. E con loro la Commissione regionale dei trasporti del Mendrisiotto (Crtm). «Abbiamo condiviso questa idea che è molto più concreta di quanto si possa immaginare – commenta il presidente Andrea Rigamonti –. Ustra dà infatti la possibilità di risanare tutta l’autostrada dove è prevista una manutenzione della tratta e come possiamo vedere ad Airolo». Quello svolto da Ostinelli e dal suo team è quindi «un lavoro fondamentale che fornisce delle visioni che possono essere presentate a Ustra quando dovrà chinarsi sulla manutenzione del tratto finale dell’autostrada». Oggi sul tavolo ci sono due ipotesi di lavoro. Quella appena descritta va ad affiancarsi al lavoro di master dell’architetto Elena Fontana che ha ipotizzato lo spostamento del tracciato sotto la collina del Penz, e che non ha fatto l’unanimità nella regione. «Facendoci portavoce dei Comuni – conclude Rigamonti –, abbiamo chiesto al Consiglio di Stato, e ottenuto, il finanziamento di uno studio di fattibilità che ci permetterà di valutare quale delle due opzioni scegliere e cominciare ad approcciare la Confederazione». A breve verrà inoltre sollecitato anche un ulteriore incontro con il Cantone.