Mendrisiotto

A2 a sud, pronti a partire con uno studio di fattibilità

Il Cantone si fa carico di analizzare le due varianti proposte sullo spostamento del tracciato autostradale. La Crtm incontrerà i responsabili del Dt

Pronti a cambiare... direzione
(Ti-Press)
28 novembre 2022
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Spostare e mettere in galleria l’A2 nel suo tratto finale a sud. Chiasso ha cullato per anni questa aspirazione. E adesso, dopo che un paio di anni fa alcuni pianificatori hanno tolto l’idea dal cassetto, il progetto è giunto a un passaggio cruciale. Il Dipartimento del territorio (e con esso il Cantone) è pronto a farsi carico del dossier. A breve, infatti, come riferisce ‘Il Mattino’, prenderà il ‘la’ uno studio di fattibilità chiamato, come sperato dalle istituzioni locali e regionali, ad approfondire questa ipotesi in un territorio che, giorno dopo giorno, deve fare i conti con il traffico e le sue ricadute ambientali. "Si tratta – si tiene a rimarcare sul domenicale della Lega – di un segnale forte che evidenzia, una volta di più, come il Mendrisiotto sia oggetto di attenzioni da parte del Dt", diretto da Claudio Zali.

Tanto più che sul futuro percorso dell’autostrada non c’è una sola variante, bensì due. La prima, ribattezzata ‘Porta sud delle Alpi’ e firmata dall’architetto Elena Fontana, immagina di traslare la tratta fra Balerna e Chiasso sul lato opposto, passando quindi nella zona del Pian Faloppia ed entrando in galleria sotto la collina del Penz, per poi sbucare in Italia; la seconda, siglata da un gruppo di lavoro guidato dall’architetto Elio Ostinelli, prevede un interramento in due tappe dell’autostrada tra l’area di sosta di Coldrerio e il valico di Brogeda, attraversando questa volta la collina di San Simone-Vacallo.

Mobilitati per un obiettivo comune

A tenere desta l’attenzione nei confronti del Distretto e della possibilità di ragionare su un tracciato autostradale diverso per il Basso Mendrisiotto, del resto, in questi anni sono stati per primi gli enti locali. Rendendo partecipi i Comuni del comprensorio, la Commissione regionale dei trasporti del Mendrisiotto e Basso Ceresio (Crtm) e le Dogane; chiedendo un incontro con i rappresentanti cantonali; e attivando anche la Comunità di lavoro della Regio insubrica, al fine di rendere partecipi pure le autorità d’Oltreconfine (siamo pur sempre sulla frontiera). Così l’autunno scorso è stata imbucata una lettera di intenti all’indirizzo di Roma, d’un lato, e di Berna, dall’altro, destinatari il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini e la Consigliera federale Simonetta Sommaruga. Missiva alla quale la Confederazione ha risposto in modo interlocutorio.

La Crtm chiama, il Cantone risponde

Ed è qui che, qualche settimana fa, è entrata in azione la Crtm. «Come Commissione – ci spiega lo stesso presidente, Andrea Rigamonti – abbiamo ritenuto di coinvolgere attivamente il Consiglio di Stato, in quanto, in primo luogo, dispone delle risorse necessarie, in secondo luogo ha la giusta collocazione politica per portare avanti un progetto di così ampio respiro. Quindi oggi possiamo dire che alla nostra chiara richiesta è stato dato seguito». E non siamo che all’inizio. «A questo punto – ci conferma ancora il presidente –, sarà premura della Crtm incontrarsi a breve con i responsabili del Cantone. In questo modo si potrà dare avvio a uno studio – peraltro evocato da subito dalle autorità locali, ndr –, che esami entrambi i tracciati proposti, che in ambedue i casi presentano vantaggi e svantaggi».

‘Lo studio? Fondamentale’

D’altro canto, come ribadisce Rigamonti, «l’obiettivo è creare il presupposto per mettersi nelle condizioni di promuovere il progetto in maniera concreta anche nei confronti dell’autorità federale». Solo partendo da dati e valutazioni certe, d’altra parte, si potrà capire quale direzione prendere. Su questo passaggio tanto il presidente della Crtm che il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni concordano. «Lo studio di fattibilità – sottolineano a una voce – è fondamentale e necessario se si vuole portare avanti questa svolta, nel segno di una visione futura». Senza trascurare, richiama l’attenzione Arrigoni, «che questo è il momento propizio per lanciare una proposta simile, visto anche le prospettive per AlpTransit. Per quanto ci riguarda – rimarca – se questa è la direzione presa, è di sicuro positivo». Non per nulla la tematica è stata al centro anche di atti parlamentari.

Certo sulla traslazione laterale dell’A2, in particolare nel caso della prima ipotesi (lato Penz) sarà importante raccogliere l’interesse e il sostegno delle autorità italiane, ai vari livelli. In questa opzione si dovrà, in effetti, spostare pure il valico doganale, riguadagnando territorio oggi occupato dalle infrastrutture. In ogni caso, tanto la soluzione dell’architetto Fontana che quella del gruppo Ostinelli comporterebbero un investimento imponente per una trasformazione urbanistica altrettanto importante. Vista dal Basso Mendrisiotto, ciò che conta, ora, è che il progetto, nel suo complesso, non resterà solo una eventualità, ma diverrà motivo di studio. E non è poco.