Mendrisiotto

A Mendrisio il moltiplicatore va su

Dopo un Consiglio comunale fiume la maggioranza vota l’aumento di due punti. Bocciati tutti gli emendamenti

Anteprima: i gruppi si consultano
17 gennaio 2023
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Sono solo due punti. Due scalini per salire da 75 a 77 nella scala della pressione fiscale della Città. Ma a Mendrisio sono bastati per spaccare la politica. Una spaccatura che si è consumata fuori e, lunedì sera, dentro l’aula del Consiglio comunale. Aula che come poche volte ha visto assieparsi anche del pubblico, curioso di sapere come sarebbe andata a finire. S’inizia in ritardo; ed è inusuale. Poi ben presto si capisce che i gruppi hanno lavorato sino a pochi minuti prima della seduta: veloce riunione e si comincia. E nessuno sembra aver rivisto le sue posizioni. Su un versante sono schierati, infatti, il Plr e l’Alternativa (ovvero Insieme a Sinistra e Verdi), sull’altro il Centro e il gruppo Lega-Udc-Udf, o almeno una parte di esso (la maggioranza si dirà poi) visto le divisioni interne su questo tema. I primi sono pronti a seguire il Municipio e la maggioranza della Commissione della gestione nella strategia di ritoccare verso l’alto il moltiplicatore, innanzitutto per contenere il deficit, riconosciuto come strutturale e di quasi 4 milioni di franchi; i secondi determinati a mettersi di traverso, perché, a loro dire, altra è la manovra oggi utile a rimettere in sesto le finanze comunali. Una posizione quest’ultima espressa anche dalla Lista civica, per la quale non sussistono le premesse per aderire al ritocco verso l’alto del moltiplicatore.

Sulla carta i contrari partono sfavoriti. Certo calcolando un legislativo a pieni ranghi (60 consiglieri) e su posizione nette: scenario ipotetico. Nella realtà dei fatti e nei voti i ha avuto la meglio il partito dei favorevoli all’aumento del moltiplicatore con 30 sì e 21 no. Legislativo che davanti al corposo pacchetto di emendamenti ha di fatto bocciato in toto le proposte.

Tra ‘coerenza’ e ‘allarmismo’

A rompere il ghiaccio in una lunga serata di lavoro - di quelle che andrebbero affrontate con i giusti generi di conforto - è Massimiliano Robbiani (Lega-Udc-Udf), che prende la parola per «la grande maggioranza del gruppo» e si è dichiara «contrario per coerenza» a quei 2 punti. Alzare asticella, motiva, è «un gesto incomprensibile, eticamente riprovevole, e denota mancanza di rispetto per noi contribuenti». Allora, rintuzza, bisognerebbe avere il coraggio di fare davvero un salto in avanti, anche di 10 punti. Agli occhi di Claudia Crivelli Barella (Alternativa) il cambio di passo fiscale ha innescato «reazioni esagerate di allarmismo». A ben vedere, rende attenti, si tratta di un aumento «più che altro simbolico, che non incide sulle finanze dei cittadini». Fatti due calcoli si stima, in effetti, che portare il moltiplicatore a quota 77 si tradurrà in 20 franchi l’anno in più per la fascia di reddito medio-bassa, 200 per quella medio-alta e non toccherà il 26% della popolazione esente da imposte. Insomma, si tratta di un «sacrificio sopportabile».

Il nodo degli emendamenti

Tacciati di difendere il 75% solo in ottica elettorale, il fronte dei contrari reagisce per bocca di Gianluca Padlina e Maurizio Agustoni, consiglieri del Centro, ribadendo che «i conti non si risanano aumentando le imposte», ma semmai non inserendo a preventivo «le spese che non sono realistiche». Da qui il tentativo della minoranza della Gestione di far quadrare i conti emendando i Preventivi. Assieme ai bilanci, sui banchi consiliari è giunto di fatto un lungo elenco di tagli e limature. Richieste formali di modifiche, numeri alla mano, alle voci di bilancio che hanno visto sommarsi la lista del Centro - in gioco risparmi per oltre un milione di franchi - e quella di Lega-Udc-Udf, che ha dovuto essere presentata seduta stante dopo che anche l’istanza indirizzata alla Sezione enti locali dal capogruppo nonché membro della Gestione Massimiliano Robbiani non è andata a buon fine. Da spulciare rimedi per quasi 1,3 milioni.

‘Il moltiplicatore? Un feticcio’

E sugli emendamenti dai posti del Plr si sono fatte le pulci per voce di Vincenzo Crimaldi, mentre l’Alternativa li ha subito bollati come per nulla convincenti, come rimarca Andrea Stephani. Il quale ha fatto capire come sia ormai venuto il tempo di superare il tabù, anzi il «feticcio» del moltiplicatore intoccabile. Infatti, spiega, al fine di rafforzare e concretizzare la visione di un Comune occorre porre «la qualità di vita della sua popolazione» (e non il moltiplicatore) «al centro del proprio agire istituzionale». Anche perché bisogna interrogarsi se questa pressione fiscale, «già di per sé artificiosa e anacronistica, sia ancora sostenibile». Tanto più, ricorda Stephani, che nelle aspettative dei cittadini l’aliquota fiscale è solo al sesto posto (con il 25%), come emerso durante il Simposio Stato – Comuni del 2020, in occasione del quale ci si è interrogati su quale sia il ruolo del Comune oggi e soprattutto domani.

Il sindaco: ‘C’è la volontà di riorganizzare l’amministrazione’

E proprio la visione futura della Città per il sindaco Samuele Cavadini è stato un po’ l’anello mancante dell’analisi politica (sia dei favorevoli che dei contrari sui fatidici 2 punti di moltiplicatore). In altre parole, ci si è focalizzati sulle finanze senza guardare oltre e dimenticandosi che non possono essere il fine, bensì il mezzo per tratteggiare l’avvenire del Comune e della comunità. È vero, rammenta ancora il sindaco, già nel 2014 - come evocato da Tiziano Fontana (Lista civica) - il Consiglio comunale si era trovato diviso su un aumento, allora di 5 punti.

«Oggi siamo, più o meno, in una situazione simile. E la proposta avanzata, calibrata, non è stata fatta a cuor leggero: sappiamo che è impopolare. Il Municipio – ribadisce – ha lavorato, però, per cercare di dare nuova visione della Mendrisio di oggi e di domani. E abbiamo deciso di riorganizzare l’amministrazione con delle difficoltà, qualche ritardo ma con la volontà di portare avanti il processo». Un esempio su tutti? «Stiamo lavorando – conferma Cavadini – per immaginare una Mendrisio a 7 dicasteri, pur se il compito non è facile. Certo non porterà vantaggi immediati». E in ogni caso, come fa memoria il capo dicastero Finanze Daniele Caverzasio, se e quando si dovrà tagliare bisognerà anche avere il coraggio di decidere dove far agire la forbice e dove no. Con una consolazione: «Chiuderemo il consuntivo con cifre migliori di quelle del preventivo», anticipa.

Stadio in affitto? ‘Non lo escludo a priori’

Andando al sodo, nel futuro prossimo si affitterà lo stadio (come prefigurato dalla maggioranza della Gestione e proposto da Lega-Udc-Udf)? Paolo Danielli, capo dicastero Sport e tempo libero, non lo esclude a priori. «Prima, però – rilancia –, terrei a valutare la possibilità di ridurre i costi delle infrastrutture grazie a una migliore gestione da parte delle società. Sul tavolo – annuncia – si sta lavorando a un’ordinanza sui campi sportivi che presto arriverà in Municipio e che intende regolamentare alcune condizioni e prevedere a carico delle società alcuni compiti che oggi non lo sono». In ogni caso se ne riparlerà: il Consiglio comunale a maggioranza ha respinto l’emendamento.

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