Parola ai gruppi il giorno dopo il voto sul moltiplicatore. Viene a galla la dicotomia tra Plr locale e cantonale sulla strategia fiscale
Alla fine a Mendrisio ha avuto la meglio il ‘partito’ dei due punti in più. Quindi nel 2023 il moltiplicatore salirà, dal 75 al 77 per cento. Sulla carta i numeri già c’erano, ma con otto consiglieri comunali in meno, lunedì sera, tra i banchi il risultato, alla conta dei voti, poteva non essere così scontato. La maggioranza, come sempre, ha deciso (seppur di misura) e lo ha fatto a favore di un aumento della pressione fiscale e di una riduzione del deficit (stimato a quasi 4 milioni di franchi). Adesso la Città riparte da qui, dal fatto che i risparmi proposti da chi avversava il ritocco sono stati cassati (sempre dalla maggioranza) e dall’annuncio che i Consuntivi 2022 saranno meno negativi del previsto. Nelle sue stanze il Municipio tira un sospiro di sollievo: la sua linea è passata. Anche se non ha convinto 21 dei 51 consiglieri presenti. Certo di lavoro ce n’è ancora e parecchio per l’esecutivo, chiamato a controllare la spesa pubblica, rimettere in sesto le finanze ma anche a restituire una visione alla propria cittadinanza, iniziando dalla modernizzazione della macchina amministrativa.
A difendere a spada tratta la misura fiscale sono stati Plr e Alternativa. E se la posizione (coerente) di quest’ultima è lineare da tempo, la scelta (in autonomia) dei liberali radicali locali prende un’altra direzione rispetto all’orientamento del partito cantonale. A Mendrisio non si è avuto timore a chiedere alla popolazione di fare un piccolo sacrificio, mentre sul piano canton ticinese si parla di correttivi e risparmi ma non di aumenti d’imposta. Il Plr, del resto, è tra i gruppi che hanno appoggiato il cosiddetto decreto Morisoli. A prima vista, insomma, la politica del Plr appare contradditoria. È così? «Bene o male gli aumenti del fabbisogno sono simili (costi del personale, materie prime, spese sanità e socialità). Inoltre, a livello cantonale pesano altri elementi come abbiamo visto in questi giorni, come i versamenti ai cantoni da parte della Bns (Banca nazionale svizzera, ndr) – ci risponde il capo gruppo Vincenzo Crimaldi –. Durante la pandemia, per esempio, il Consiglio di Stato ha dovuto far fronte a diversi aiuti, seppur giustificati. Essendo delle dinamiche diverse è chiaro che il Cantone, avendo l’obiettivo di risanamento delle finanze per il 2025, deve pensare a misure di contenimento più drastiche e incisive».
Torniamo allora alla politica comunale: il Plr di fatto non ha dato agio a nessuno dei risparmi proposti. Al di là dei due punti in più, come pensate di fronteggiare l’aumento della spesa e la necessità di risparmiare? «Prima di tutto mi sembra giusto sottolineare che tutte le forze politiche sono consapevoli che la situazione finanziaria del Comune necessita di strategie di contenimento delle spese a lungo termine – chiarisce Crimaldi –. L’aumento del 2 per cento del moltiplicatore è stato ritenuto necessario per contenere l’impatto negativo della situazione attuale sui prossimi anni. L’esecutivo ha attuato e sta attuando delle strategie, come per esempio la riorganizzazione dell’amministrazione. Inoltre, vi è anche sul tavolo del Consiglio comunale il messaggio sul Piano direttore comunale, che potrà senz’altro contribuire al miglioramento della situazione. L’unica via per poter far fronte al risanamento delle finanze è quello di tagli totali di servizi, incisivi e coraggiosi e pensati lungo termine, che al momento non si ritengono opportuni considerate le attuali circostanze di insicurezza economica, finanziaria e sociale. L’aumento, quindi, lo riteniamo contenuto e adeguato: è una scelta responsabile, che porta a soddisfare la popolazione attraverso i vari servizi che la Città offre. Quello che ci riserverà il futuro non lo possiamo sapere, fatto sta che in una eventuale situazione più critica ci si dovrà chinare e avere il coraggio di decidere dove tagliare e dove no, in ogni ambito».
È passata la linea pro aumento del moltiplicatore, in più gli emendamenti sono stati tutti bocciati: il Centro rivedrà la sua politica? «La politica del Centro a Mendrisio è sempre stata incentrata sull’assoluto rigore sui conti pubblici e sull’impiego parsimonioso dei soldi dei contribuenti – ci risponde il capo gruppo Gianluca Padlina –. Non vedo alcuna ragione che dovrebbe portarci a rivedere questa impostazione. A maggior ragione visto che dai banchi del Municipio non sono giunti argomenti convincenti per giustificare la scelta di rigettare i nostri emendamenti. Se non altro, grazie al confronto che c’è stato, gli elettori sapranno chi ringraziare per l’aumento del moltiplicatore e chi invece si è battuto per evitarlo».
Qual è la prossima mossa a vostro dire? «Il Municipio ha ammesso il ritardo nella presentazione delle misure di riorganizzazione e di contenimento della spesa. A questo punto – rilancia Padlina – lo aspetteremo al varco. Non è possibile che tre anni di riunioni, gruppi di lavoro e consulenze esterne non portino a risparmiare neppure un franco». Temete che questo aumento sia solo l’inizio? «L’evoluzione delle spese dal 2018 a oggi parla purtroppo da sola. Se l’esecutivo non dovesse riuscire a riprendere il controllo della situazione, temo che difficilmente potrà evitare di tornare pesantemente a batter cassa».
Il confronto, a tratti aspro, che si è consumato lunedì nell’aula consiliare (soprattutto fra Plr e Centro) ha portato a galla anche un problema politico, in particolare agli occhi dell’Alternativa e di Claudia Crivelli Barella, a capo del gruppo. «Soddisfatti non siamo – commenta –, perché non è una situazione costruttiva una spaccatura così netta del legislativo, e di due forze politiche con i loro stessi rappresentanti nell’esecutivo. Una divisione che non facilita il lavoro in un periodo già irto di difficoltà e che ha causato un notevole allungamento nei tempi di discussione democratica e malumori. Spiace perché c’è stato molto lavoro, che riconosco anche al fronte Lega-Centro, ma che non è confluito in una direzione più costruttiva: auspico che sia servito da lezione e che in futuro il dialogo sia migliore».
Qualche timore ammette di averlo pure Massimiliano Robbiani, capogruppo di Lega-Udc-Udf, che confessa di aver accusato il colpo della bocciatura in toto degli emendamenti, sebbene su Preventivi e moltiplicatore lo scarto, osserva, sia stato solo di 9 voti. «Adesso, però, è un capitolo chiuso. L’importante – annota di rimando – è che non vi siano degli strascichi a livello di lotte politiche tra i partiti. Questo non è il momento di litigare sulle cadreghe. Come abbiamo preso atto noi del responso, lo deve fare anche il Municipio sulle proposte dei contrari affinché si possa continuare a lavorare assieme, evitando fratture interne, per il bene dei cittadini». Il dibattito di lunedì, in ogni caso, per Robbiani rimane «un bell’esercizio politico. A Mendrisio non si era mai visto. Ma è passato il tempo di dare tutto per scontato».
Tornando alla strategia futura riguardo a servizi e prestazioni, sul fronte della socialità Claudia Crivelli Barella si dice «relativamente tranquilla, poiché durante la discussione è stato riconosciuto da tutte e tutti che sia questo un campo dove non è possibile e neppure dove si intenda operare dei tagli. La Città deve proseguire a offrire servizi: questo è il suo compito prioritario». Mentre sull’altro fronte Robbiani dichiara di aver «paura che quei du punti in più non basteranno. In vista ci sono altri aggravi sui Comuni, dunque l’anno prossimo dovremo ripetere l’esercizio». Come dire che siamo all’inizio della salita (del moltiplicatore).
La Lista Civica ha solo due rappresentanti, ma sul moltiplicatore ha fatto una chiara opposizione. Tiziano Fontana non fa fatica a definire l’aumento di due punti come una «scappatoia, per non cambiare nulla». E ora cosa va cambiato? «Per aumentare il moltiplicatore – ci spiega – devono esserci due condizioni: la situazione finanziaria che lo impone e le premesse politiche che lo giustificano. La prima è data, le premesse politiche no. Infatti, da parte dei partiti in Municipio non vi è la volontà di cambiare rotta sulle spese, per esempio del personale dell’amministrazione (29 milioni nel 2015, 34,7 milioni oggi su 93,4 milioni di spese correnti) né mentalità nella gestione del Comune e nella scelta delle priorità».
E la Lista Civica cosa propone? «Si devono fare scelte di sobrietà e di limiti, iniziando a intervenire sui Piani regolatori sovradimensionati che prevedono una crescita continua di popolazione e, conseguentemente, di infrastrutture e costi per la collettività sotto forma di contributi a carico dei cittadini – illustra Fontana –. Un meccanismo perverso da fermare. Anche l’amministrazione va riorganizzata per evitare che certi suoi settori si trasformino in burocrazia autoreferenziale intoccabile ed eliminando uffici inutili come quello dello sviluppo economico, poiché dovrebbe esserci una figura a livello di Distretto, legata all’Ente regionale di sviluppo, secondo una logica di economia di scala».
Il sindaco Samuele Cavadini non si sbilancia: mancano ancora i dati definitivi. Oggi, però, fa capire, è già molto sapere che i Consuntivi 2022 saranno migliori di quanto preventivato. Il che dà la forza di guardare avanti con fiducia. Ripensamenti, comunque, non ce ne sono. «Mi rendo conto che alzare il moltiplicatore è una scelta molto impopolare, ma pure un gesto di responsabilità anche per le generazioni future e per mantenere i servizi in un momento di crisi, oltre che la stabilità del Comune, restando vicini alla cittadinanza». Coraggio per coraggio c’è chi ha evocato un rialzo più incisivo. «Si sarebbero potuti proporre cinque punti in più per un effetto più duraturo nel tempo, ma abbiamo preferito un approccio più prudente – motiva il sindaco –, permettendoci di poter erogare tutti i servizi alla popolazione». Cavadini non usa mezzi termini: «Se avessimo perseguito il pareggio, come prospettato nel Piano finanziario, avrebbe voluto dire andare di machete».
I contrari hanno messo nel piatto un serie di risparmi, poi bocciati. «Gli emendamenti di lunedì avrebbero avuto ben pochi effetti concreti: molti infatti erano correttivi contabili e non risparmi reali». C’è chi teme, però, che l’anno prossimo si dovrà ripetere l’esercizio del moltiplicatore. Sarà così? «Se la situazione migliorerà correggeremo il moltiplicatore verso il basso: non è scritto nella pietra – ci risponde il sindaco –. Non dimentichiamo, comunque, che Mendrisio è uno dei centri con la pressione fiscale tra le più basse. Eroghiamo servizi di una Città con un prelievo del 77 per cento». L’impressione di Cavadini è che si sia «perso un po’ il senso di ciò che stiamo facendo e ciò che accade».
Nel frattempo, ci si è messi al lavoro, ad esempio per limare il numero di dicasteri, che si pensa di portare a sette. «Il progetto – ci conferma Cavadini – è in fase di maturazione. Infatti, non c’è ancora un documento pronto». L’operazione, in effetti, non sarà delle più semplici. Si comincerà accorpando delle competenze e si proseguirà snellendo i processi interni all’amministrazione. La missione? «Renderla più efficiente e moderna».