In passato erano state piantate specie non indigene, che ora mettono a rischio la sicurezza della zona
Non sempre piantare degli alberi è qualcosa di positivo. Ne è l’esempio una pineta sul Monte Generoso coltivata a inizio ’900, che ora ha bisogno di essere completamente tagliata. «È costituita da una specie non autoctona e che non corrisponde alla flora della zona», ci spiega Cristina Solari, membro del comitato della Società cooperativa proprietari di bosco del Mendrisiotto, quest’ultima promotrice del progetto ‘Sassalto’. Esso prevede il rifacimento della pineta che si trova accanto alla vetta del monte. Verranno infatti piantate delle varietà autoctone. L’intervento ha vari obiettivi e benefici, tra cui la protezione della ferrovia. Infatti la piantagione permette di evitare la caduta di sassi, neve e detriti, ma lo stato attuale degli alberi costituisce invece un rischio. «Negli anni la pineta si è ridotta e le piante sono in cattive condizioni, tanto che alcuni anni fa sono caduti alberi sui fili della ferrovia. L’istituzione che gestisce quest’ultima ha poi provveduto a tagliare il bosco a distanza di sicurezza dalla linea», indica Solari. Per quale motivo, allora, sono stati piantati lì? «Probabilmente non sono state considerate bene le condizioni climatiche del posto, il suolo del Generoso è veramente povero e la specie non corrispondeva al territorio. Inoltre era un periodo in cui si riteneva che la produzione del legno fosse redditizia, ma quella non era la posizione adatta».
Il progetto Sassalto, però, «non è solo un’operazione di tipo forestale, ma anche ambientale, naturalistico, di biodiversità». Verranno infatti piantati dei larici e dei maggiociondoli, e verrà lasciato lo spazio necessario per favorire la crescita della peonia. Inoltre «il Wwf ci ha offerto una consulenza e ha suggerito in aggiunta alcune specie autoctone in linea coi cambiamenti climatici». Anche l’occhio avrà la sua parte: «Sono state scelte piante che cambiano colore. In primavera ci sarà il giallo del maggiociondolo e in autunno anche il larice prende un colorito di toni simili. Poi ci sarà il faggio che diventa rosso e il sorbo che fa dei frutti rossi a grappolo». L’idea della Società cooperativa è anche di creare un sentiero tematico di circa 600 metri con pannelli che illustrano le caratteristiche delle piante ed è prevista inoltre la creazione di una riserva d’acqua in caso d’incendio.
L’inizio dei lavori forestali è fissato per il 2023, per una durata di tre anni, e il taglio alberi concerne 4,2 ettari di bosco. Il costo di tutto il progetto è stimato a 670mila franchi, di cui il 70% sostenuto da sussidi cantonali e federali. Il comitato della Società cooperativa è riuscito recentemente a trovare il restante finanziamento, costituito dai contributi comunali di Castel San Pietro, Valmara e Mendrisio e dalle donazioni di due fondazioni. Un aiuto necessario in quanto «non abbiamo nessuna entrata oltre alla quota iniziale che pagano i soci ‘una tantum’», spiega Solari. «Dai proprietari dei terreni otteniamo il permesso di intervenire, ma non chiediamo loro una partecipazione ai costi». L’operazione Sassalto «sarà un guadagno soprattutto per la Ferrovia Monte Generoso, che però non ha voluto contribuire economicamente. Proveremo a chiedere loro di fornirci almeno il trasporto degli operai a titolo gratuito».
Sassalto è il secondo progetto della Società cooperativa. Dal 2018 è infatti impegnata con l’intervento ‘Zoca e Stavel’. Ventitré ettari di bosco sono stati risanati e l’ultima tappa sarà portata a termine questo inverno. Anche in questo caso tra gli obiettivi c’era quello di mettere in sicurezza la ferrovia, come pure la strada. A differenza del Sassalto, si tratta di un lavoro da effettuare in inverno. Ciò a causa della presenza di latifoglie: «In questo caso bisogna tagliare gli alberi quando non ci sono le foglie, per rovinare meno le piante che restano», spiega Solari. Il costo dell’intervento è di quasi 800mila franchi e la tappa in corso riguarda la rifinitura dei dettagli.
Nonostante a breve si inizierà con il Sassalto, si continuerà a pensare ad altri progetti. «Insieme alla Sezione forestale del Cantone stiamo cercando un nuovo tratto di bosco su cui è necessario intervenire. Per il momento siamo ancora in fase di valutazione». L’obiettivo principale della Società cooperativa è di salvaguardia e gestione dei boschi della regione.