Con la posa degli ultimi elementi delle rotaie e della cremagliera si è concluso oggi il risanamento del binario, risalente al 1890
In una calda giornata di gennaio sono stati posati gli ultimi componenti del binario della Ferrovia Monte Generoso. Con la posa di questi elementi, di rotaie e di cremagliera, terminano i quattro anni di lavori di risanamento, chiudendo un capitolo di storia durato oltre 130 anni. I nove chilometri di binario, che si estendono dalla stazione di Capolago fino alla vetta del Monte Generoso, sono stati infatti posati nel 1890. Un risanamento orientato al futuro, dal momento che la nuova cremagliera sarà in grado di supportare treni più pesanti, e quindi più confortevoli rispetto a quelli attuali, risalenti agli anni 80.
«Stiamo assistendo a un piccolo pezzo di storia – afferma con orgoglio Monica Besomi, responsabile marketing e comunicazione e vicedirettrice della Ferrovia Monte Generoso –, perché nessuno di noi era presente quando il binario è stato posato la prima volta, e probabilmente nessuno lo sarà quando verrà cambiato di nuovo». Si legge una lieve commozione sul volto dell’ingegnere Pietro Brenni, capoprogetto del Consorzio di progettazione e direzione Brenni-Wild-Oikos di Mendrisio, mentre rivela che, trovandoci sul cavalcavia sopra i binari della ferrovia, «ci troviamo in un luogo simbolico, perché siamo in un punto in cui la Ferrovia del Monte Generoso incrocia quella del Gottardo. E la prima è figlia della seconda, perché è stata creata con l’idea di dare una destinazione di qualità al turismo che veniva portato dal Gottardo».
I lavori si sono dovuti svolgere durante le chiusure invernali, con tutte le difficoltà del caso. «Fortunatamente negli ultimi due inverni c’è stata poca neve – afferma Brenni –, mentre nei primi due anni, considerando anche la pandemia, ci sono stati non pochi problemi». Lavori che, anche senza considerare le difficoltà meteorologiche, hanno dell’eccezionale: basti pensare che sono state trasportate a valle 1’400 tonnellate di acciaio e 14’000 tonnellate di massicciata (la ghiaia sotto i binari, per intenderci).
Tonnellate che sono state ricollocate a monte con una cura artigianale: mentre in genere i lavori sulle ferrovie sono meccanizzati, la posa di questi binari è stata infatti effettuata interamente a mano. «È un lavoro che richiede una grande precisione – dichiara Stefano Rossi, responsabile di Sersa Sud di Lumino –: i denti della cremagliera devono essere precisi al millimetro. Pensate di svolgere questo lavoro a mano, con il freddo, la neve e la pioggia».
Il Gruppo Migros, committente del progetto e proprietario della ferrovia, ha messo sul tavolo quasi 22 milioni, di questi circa il 90 per cento è stato speso in Ticino. «Siamo molto orgogliosi del fatto che tutti i mandati siano andati a ditte della regione, come la Tensol Rail di Giornico, che ha prodotto il materiale; Sersa che lo ha messo in opera; mentre la nuova massicciata proviene dalle cave di Saltrio», dichiara Brenni.
Il tutto nel rispetto dell’ambiente. «Ci sono stati imposti parecchi vincoli – rivela Rossi –. Per proteggere l’ambiente abbiamo dovuto prestare un’attenzione particolare, trasportando le taniche di carburante a mano e depositando i materiali con estrema attenzione». I lavori infatti termineranno del tutto tra un mese, quando verranno ripristinate tutte le aree di cantiere, facendo in modo che la natura rimanga incontaminata.
C’è da dire che l’esperienza del viaggio in vetta non sarà molto diversa per i passeggeri. I treni al momento rimarranno gli stessi, e anche la durata del viaggio resterà invariata. Verrà però a mancare il ritmico ‘tutum tutum’ dei binari, dal momento che questi sono stati fusi in un unico componente. Si potrà però godere dei marciapiedi illuminati alle stazioni intermedie di Bellavista e San Nicolao, nonché della destagionalizzazione della Ferrovia, che dal prossimo inverno sarà attiva durante tutto l’arco dell’anno. I trenini ricominceranno a percorrere il binario a partire dal 25 marzo.