Mendrisiotto

‘Dialoghi futuri’ per costruire la Novazzano di domani

Nel Comune, una prima in Ticino, è stata avviata l’iniziativa civica nazionale che permetterà di definire e sviluppare il bene comune

Con il coinvolgimento di tutta la popolazione
(archivio Ti-Press)
18 luglio 2022
|

L’obiettivo è chiaro: definire insieme il senso del ‘bene comune’ che si vuole sviluppare e co-creare per il comune. A Novazzano è stata avviata l’iniziativa civica nazionale ‘Dialoghi futuri – Diamo forma al cambiamento, insieme!’. Per rispondere alla complessità delle sfide di oggi, è necessario infatti che ognuno trasformi il proprio modo di pensare (modelli mentali) per agire mettendo al centro la nozione di ‘bene comune’. Il progetto è stato presentato lo scorso 23 giugno, alla presenza di una quarantina di cittadini e del direttore della Sezione Enti locali Marzio Della Santa – e si svilupperà fino al prossimo mese di febbraio. Per il Ticino si tratta di una ‘prima’. La promotrice Manuela Pagani Larghi, affiancata nel lavoro da Paolo Fedi, ha scelto il suo comune per svilupparla, trovando il consenso unanime del Municipio, che ha deciso di promuovere e co-finanziare l’iniziativa. Di recente il Consiglio comunale ha approvato l’introduzione del bilancio partecipativo, voluto proprio per aumentare il coinvolgimento politico degli abitanti e renderli partecipi di alcune scelte del paese.

La teoria del cambiamento sistemico

Abbiamo chiesto a Manuela Pagani Larghi di spiegarci cosa succederà nei prossimi mesi a Novazzano. «Si tratta di un’iniziativa innovativa – spiega –. È stato naturale, e anche un gesto passionale, proporla nel mio comune. Sono stata coinvolta da ‘Zukunft Dialoge’ perché ho creato lo U.Lab Hub Ticino, con l’obiettivo di promuovere la Theory U, una teoria del cambiamento sistemico». La collaborazione con Paolo Fedi, fondatore dello U.Lab Hub Roma è iniziata due anni e mezzo fa. «Spesso ci si trova a confrontarsi con un’iniziativa calata dall’alto. Per noi è diverso – sottolinea Manuela Pagani Larghi –. Non possiamo sapere cosa potrà emergere dal contributo dei cittadini, però possiamo essere garanti del buon fluire del processo. I contributi che potremo raccogliere dipenderanno dall’apertura di mente, cuore e volontà di cambiare dei cittadini». Uno degli obiettivi sottesi nella Theory U è «la trasformazione da ego- a ecosistema: possiamo infatti continuare a lamentarci di questo o quel problema, ma siamo noi gli autori del nostro futuro; per co-creare un futuro migliore dobbiamo sviluppare una consapevolezza più profonda, sistemica e condivisa, avendo il coraggio di lasciare andare vecchi modi di pensare, aprendoci al nuovo che chiede di emergere. Con piccole iniziative locali, sia individuali che collettive, possiamo cambiare qualcosa».

‘I primi semi’ di bene comune

Durante la serata di presentazione, spiega ancora la nostra interlocutrice, «abbiamo cercato di lavorare e raccogliere i primi semi di ‘bene comune’, visto con gli occhi della cittadinanza. Quello del bene comune è un concetto che deve essere co-creato, perché quello di Novazzano non è lo stesso di quello di nessun altro comune». Al fine di avere un gruppo di coordinamento del progetto rappresentativo delle varie voci della cittadinanza, è stato composto il ‘team centrale’ – che annovera i rappresentanti dei quattro partiti del Comune, il direttore delle scuole e rappresentanti di associazioni e imprese – ed è ora in corso la formazione di un ‘team esteso’ attraverso la raccolta di candidature aperte agli altri stakeholder del territorio. «Non si tratta quindi di una visione solo di politica e imprese, ma coinvolgiamo gli sguardi e le voci di tutti i portatori d’interesse (giovani, stranieri, anziani, parrocchia, altre imprese e associazioni, organizzazioni per la difesa dell’ambiente e dei temi sociali, ecc),– sottolinea Pagani Larghi –. Applichiamo un approccio sistemico. Una modalità che richiede un grandissimo sforzo individuale, perché bisogna essere pronti a lasciare andare una parte di preferenze individuali e ascoltare e guardare con gli occhi degli altri. L’obiettivo è capire che per affrontare una sfida collettiva occorre accogliere e cercare d’integrare le prospettive di tutti». Il recente referendum contro l’edificazione degli appartamenti per gli anziani, per esempio, «è ancora una ferita aperta emersa durante la serata di presentazione. Una spaccatura ancora viva, ed è importante che anche questa voce venga integrata nel processo».

Un questionario per la popolazione

Quali, quindi, le prossime tappe? «Lavoreremo con gli stakeholder, per raccontare e diffondere l’opportunità che questa iniziativa offre». I due gruppi si incontreranno la prima volta a inizio settembre. Manuela Pagani Larghi aggiunge che «stiamo preparando un questionario da sottoporre alla popolazione per mappare i bisogni attuali e futuri. Quando parliamo di bene comune, per noi è anche importante immaginare come potrebbe essere il paese tra 5-10 anni». Quello che emergerà «darà vita al primo ‘Dialogo futuro’, un evento aperto alla popolazione in cui andremo a lavorare in gruppi su quelli che, in base ai risultati dei questionari, saranno i macro temi, che approcceremo in modo sistemico». A seguire, i cittadini che desidereranno coinvolgersi attivamente, insieme ai due team, elaboreranno una rappresentazione sistemica del territorio (secondo ‘Dialogo Futuro’) attraverso una tecnica particolare. Da quanto emergerà, verranno creati gruppi di progetto tematici che si incontreranno per elaborare delle raccomandazioni per risolvere le sfide rilevate o cogliere delle opportunità emergenti». Dopo l’esposizione dei risultati ai due team, «dovremo definire le modalità per selezionare le iniziative a maggiore impatto». La fine dei dialoghi è attesa per l’inizio di febbraio dell’anno prossimo. «Ci sarà un evento di chiusura aperto a tutta la popolazione, il terzo e ultimo ‘Dialogo’, in cui si porteranno i risultati, si illustrerà quanto fatto e si vedrà concretamente quale sarà il punto di arrivo di questa prima U: come sarà cambiata la consapevolezza sistemica dei cittadini? Avranno cambiato qualcosa dei loro modelli mentali e dei loro comportamenti abituali?».

Per i promotori, conclude Manuela Pagani Larghi, «è importante che i cittadini colgano il valore di lavorare insieme per il bene comune, e la grande opportunità di compiere uno sforzo individuale e collettivo di consapevolezza, che permette il viaggio dall’attuale egosistema verso un ecosistema».