laR+ Mendrisiotto

‘Così a sud un predatore non si era mai visto’

Fa discutere il caso dei dieci agnelli e delle tre pecore sbranati a Novazzano. Messi in campo controlli e strategie

Rivelatore sarà il Dna
(Ti-Press/D. Agosta)
13 aprile 2022
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Così a sud un predatore non era mai stato segnalato. Tiziano Putelli, a capo dell’Ufficio della caccia e della pesca del Dipartimento del territorio, lo fa capire a chiare lettere. Del resto, aggiunge subito, «secondo la strategia lupo Svizzera potenzialmente l’intero cantone è un territorio dove potrebbe essere registrata la presenza dei lupi, da vent’anni ormai in Ticino». Come dire che anche una realtà urbana qual è quella del Mendrisiotto può ritrovarsi a tu per tu con un tale esemplare. Mendrisiotto, precisa peraltro ancora il capoufficio, «che non è di sicuro un habitat che si presta per un popolamento di lupi, anche se resistono delle aree rurali lontane dalle vie di collegamento. L’ipotesi - avanza - è che si possa trattare di un animale in transito. Io sono convinto che, se è un lupo, sia in movimento: me lo spiego così». Un singolo animale, in effetti, può coprire un territorio di 200 chilometri quadrati, ci fa presente Putelli.

Scattate le ronde dei guardacaccia

Lupo o cane che sia, Remo Albertoni, il ferroviere-allevatore di Novazzano, ci ha dovuto fare i conti suo malgrado dopo l’attacco di lunedì notte che, come anticipato da ‘laRegione’ di ieri, ha lasciato sul terreno dieci agnelli e tre pecore. Aggressione che il recinto pensato per contenere il gregge non ha fermato: dal sopralluogo dell’Ufficio della consulenza agricola è emerso che la protezione non era adeguata (non era elettrificata), non per tenere lontani i predatori almeno. Ciò che, comunque, non inficia un indennizzo.

Adesso, però, occorre premunirsi. Tant’è che immediato è scattato il presidio dei guardacaccia, muniti di fototrappole. «Ieri sera (martedì per chi legge, ndr) abbiamo effettuato la prima ronda - conferma Putelli - e contrariamente alla situazione di Blenio, in quella zona, fra Stabio, Novazzano (Pian Faloppia) e Genestrerio, non abbiamo selvaggina. Quindi il lupo non è attratto dalla fonte di cibo». Come è andata la prima nottata? «Non abbiamo notato nulla, ma proseguiremo con i controlli».

Lupo avvisato...

Il mandato consegnato ai guardacaccia, in effetti, è puntuale. Se il lupo viene avvistato in prossimità degli insediamenti, gli agenti della polizia della caccia "sono autorizzati a eseguire dei tiri di disturbo - dissuasivi, ndr - con proiettili di gomma". Per contro, si evidenzia dall’Uffico caccia e pesca, se si dovesse manifestare "un comportamento problematico", mostrando di non avere timore dell’uomo e avvicinandosi per almeno tre volte all’abitato durante le ore diurne, entrerà in considerazione un abbattimento.

Dna alla lente al Centro nazionale

Chi era il canide che ha fatto strage di ovini? L’esemplare visto la sera precedente l’aggressione dal testimone oculare, Eros Deberti - che lo ha filmato -, o un altro animale? Per ora il dubbio rimane, anche agli esperti, e le ipotesi restano aperte. A dire una parola definitiva sulla natura del predatore di Novazzano ora sarà il Centro nazionale per i grandi carnivori, a cui competono le analisi genetiche sui campioni di Dna prelevati dal pascolo poco distante dal valico di Marcetto. Un lavoro importante quello dell’Istituto per la mappatura del lupo in Svizzera. «Nell’ultimo mese - ci informa Putelli - solo fra Ticino e Grigioni abbiamo registrato quattro nuovi lupi, mai censiti prima. Ciò spiega la loro grande mobilità. Certo alcuni, come nel caso della Valle Morobbia, possono essere, in un certo senso, territoriali, a cavallo però fra Italia e Svizzera. O, come è capitato sul piano di Magadino - pure un luogo non adatto al lupo - nel dicembre 2020, vengono ‘trattenuti’ per un certo periodo dalle condizioni atmosferiche, come delle nevicate, poi si spostano e non tornano più».

In ogni caso in Ticino il lupo c’è e occorre conviverci. Anzi, richiama il, capo dell’Ufficio caccia e pesca, «ciascuno è chiamato a fare la sua parte». A cominciare dagli allevatori, ivi compresi quelli del piano e delle zone urbane e trafficate. Perché, annota, l’habitat che abbiamo in comune negli anni è molto cambiato.