Mendrisiotto

A tutti i Comuni: ‘Esponiamo la bandiera della pace’

L’invito arriva dal Municipio di Brusino Arsizio, che ha scritto al distretto di Mendrisio e all’Associazione ticinese dei Comuni

Brusino Arsizio espone la bandiera della pace. Il sindaco, Elena Polli
(Ti-Press/Benedetto Galli)
2 marzo 2022
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Si scrive pace, si legge pace. Dal Municipio di Brusino Arsizio, con una decisione adottata all’unanimità, arriva la proposta tanto semplice quanto altamente significativa: invitare tutti i Comuni del distretto di Mendrisio e, attraverso l’Associazione ticinese dei Comuni, tutti gli enti locali del cantone, a esporre la bandiera della pace nelle rispettive Case comunali e Palazzi civici "per ribadire a gran voce il proprio no convinto a qualsiasi guerra". Non solo dunque un no al drammatico conflitto armato in corso contro l’Ucraina per mano della Russia di Putin.

‘La promozione della pace è la missione istituzionale più nobile in assoluto’

Sul balcone situato sopra l’ingresso della Casa comunale di Brusino Arsizio la bandiera della pace, acquistata alla Bottega del mondo di Mendrisio, è appena stata posata in questi minuti. Ieri sono partite le e-mail e le lettere all’indirizzo dei Comuni: "Con la presente – si legge nella missiva – riconoscendo la serietà e la gravità di questo preciso momento storico, invitiamo tutti i Municipi del Distretto di Mendrisio e della Val Mara e – per il tramite dell’Associazione ticinese dei Comuni, tutti i Municipi del cantone – a schierarsi contro la guerra e ad aderire all’iniziativa di esporre presso le Case e i palazzi comunali la bandiera della pace, per ricordare a tutti che proprio la promozione della pace è senza dubbio alcuno la missione istituzionale più nobile in assoluto, non importa quanto piccolo un comune possa essere". Brusino Arsizio, 450 abitanti – fra loro anche cittadini di origine ucraina e russa – spera di raccogliere "un’adesione unanime attorno a un ideale condiviso di convivenza pacifica tra i popoli".

All’unanimità il Municipio ha deciso inoltre di versare un contributo comunale volontario di 2mila franchi che sarà devoluto alla Catena della solidarietà "per testimoniare la vicinanza delle autorità locali e di tutta la comunità di Brusino Arsizio alla popolazione ucraina colpita dalle devastazioni e dagli orrori della guerra". Il segretario comunale, Andrea Stephani, sottolinea: «È un no a qualsiasi guerra. Un no di principio alla guerra. Non si tratta di schierarsi, ma di ribadire un principio fondamentale di qualsiasi istituzione democratica, che è: la pace. Anche del più piccolo anello della catena istituzionale, anche il più piccolo Comune, non conta la grandezza».

La proposta di invitare tutti i Comuni del cantone ad esporre la bandiera della pace in tutte le Case comunali è arrivata dal vice sindaco, Lucio Negri (Ps): «All’idea ci ho pensato sabato scorso, partecipando alla manifestazione di Bellinzona per la pace, mi sono confrontato con alcuni colleghi di altri Municipi e ho ritenuto opportuno che, come gesto puramente simbolico le istituzioni comunali potessero esprimere il loro parere, facendo un chiaro appello alla pace e alla distensione della situazione. Ci vuole qualcuno che inizi. Così lunedì in seduta la proposta è stata accolta senza discussioni. I colleghi hanno ritenuto giusto in questo momento storico dare un segnale alla comunità di Brusino e di tutto il cantone».

Il presidente dell’Associazione Comuni Ticinesi, Felice Dafond, conferma di aver ricevuto la proposta del Municipio di Brusino Arsizio e di aver «fatto da postino, estendendola a tutti i Comuni del Cantone. Poi, naturalmente, ogni Comune è libero di decidere autonomamente». Cosa ne pensa dell’iniziativa nella sua veste di sindaco di Minusio? «La porteremo martedì prossimo in seduta municipale e vedremo quale decisione adottare. La proposta sfonda una porta aperta. Come tutti i cittadini nessuno ambisce alla guerra e speriamo che cessi. È giusto sensibilizzare e mostrare solidarietà in tempi come questi».

E a Mendrisio il Gruppo l’Alternativa interroga il Municipio sugli ucraini in fuga

Intanto, ieri il Gruppo l’Alternativa oggi ha inoltrato un’interrogazione - prima firmataria, Lorena Gianolli - all’attenzione del Municipio, intitolata: "Sosteniamo a livello locale la solidarietà con la popolazione ucraina in fuga". Queste le domande rivolte all’Esecutivo, alla luce dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia: 1. Intende segnalare al Consiglio di Stato e al Consiglio federale la propria preoccupazione rispetto alla situazione dei rifugiati in fuga dalla zona di guerra e la propria disponibilità a collaborare concretamente nell’accoglienza sul territorio comunale di persone in pericolo? 2. Dispone di eventuali opportunità logistiche da mettere a disposizione per collaborare con le disponibilità di accoglienza delle strutture federali e cantonali? 3. È disposto a promuovere e coordinare tra la nostra cittadinanza l’eventuale accoglienza presso privati disponibili a un gesto di solidarietà? Quali misure può mettere in campo per sostenere questi privati cittadini? 4. Quante persone e famiglie ritiene possano essere accolte nel nostro territorio? 5. In che modo potrebbe sostenere le organizzazioni che stanno raccogliendo materiale sanitario e di prima necessità da inviare nella zona di guerra? Malgrado i termini previsti dalla legge, visto il carattere urgente della tematica, gli autori dell’interrogazione invitano il Municipio a prendere posizione al più presto.