Soddisfazione tra frequentatori e organizzatori della 62a edizione. ‘È sembrato di tornare indietro di 30 anni’.
Carri, guggen e musica. Dopo due anni d’assenza forzata il Nebiopoli è tornato, anche se in formato ‘light’, ad animare le strade e la vita di Chiasso. «Sono nato e cresciuto a pochi passi dal centro, che bello vedere la città tornare a colorarsi e divertirsi dopo questo periodo difficile. È un ritorno alla normalità che ci voleva proprio, specialmente per noi giovani», ci racconta Loris all’esterno della tendina che occupa piazza Bernasconi. Come lui sono tanti i giovani che hanno partecipato agli eventi organizzati nel fine settimana. «Se devo trovare una parola per riassumere questa edizione direi: spontaneità. Ho avuto la sensazione, girando tra le vie di Chiasso, che la festa fosse davvero popolare, senza un perimetro delimitato e con i bar coinvolti». Proprio gli esercizi pubblici sono stati i protagonisti del weekend carnascialesco dove si è cercato di proporre un programma, seguendo il motto "Serve Chiasso!", che si avvicinasse il più possibile a una versione ‘normale’. A certificare il successo della 62a edizione ci sono anche i numeri: tra le 10mila e le 12mila persone presenti solo nella giornata di sabato, secondo una stima degli organizzatori.
«È arrivata molta più gente di quella che ci aspettavamo, sull’arco di tutta la giornata possiamo dire che abbiamo lavorato davvero tanto», ci spiega un esercente intento a servire panini e bibite ai clienti in maschera che entrano ed escono da un bar posizionato in Corso San Gottardo. «Quest’anno abbiamo probabilmente goduto della differenza di regole rispetto alla vicina Italia, sono diversi gli italiani venuti al Nebiopoli per festeggiare in libertà senza le limitazioni che nella vicina penisola ci sono ancora». Dello stesso avviso anche una collega che gestisce un ristorante in Piazza Indipendenza: «Ho avuto il locale pieno per tre giorni. È bello che si siano messi gli esercizi pubblici al centro della manifestazione. Il bel tempo ha sicuramente aiutato, con tante famiglie in giro per Chiasso». Proprio i bambini sono tra quelli che più si sono divertiti. «È fantastico per loro poter assistere la sfilata. Quasi non si ricordavano più com’è fatto un corteo di carnevale», racconta divertita una mamma mentre i figli raccolgono e lanciano coriandoli.
Tra i più festaioli c’è anche chi avrebbe gradito qualche ora extra di ‘bagordi’ serali (la musica è stata spenta alla 1 di notte). «Sarei rimasto in giro ancora un po’, ma le alternative per proseguire la festa nei locali della zona mi sono piaciute. Penso che la gente abbia capito le difficoltà di organizzare l’edizione di quest’anno e si sia goduta fino in fondo quanto è stato proposto. Far festa senza mascherina e certificato? Mi fido delle autorità e delle loro decisioni. Gran parte degli eventi si sono inoltre svolti all’aria aperta e con tre dosi di vaccino mi sento sicuro», ammette Loris. Chi vede anche il bicchiere mezzo pieno è Davide, membro di un gruppo che ogni anno prepara un carro da esibire nei vari cortei del cantone: «È stato bello tirare fuori dall’armadio il costume dopo tutto questo tempo. Certo la parte di costruzione del carro, che è un bel momento aggregativo e di divertimento, quest’anno non c’è quasi stata. Ma ci accontentiamo. Vediamola così, è stato un assaggio in vista del ritorno in grande stile che faremo l’anno prossimo».
Tra chi ha seguito in prima persona le giornate di festa c’è sicuramente Alessandro Gazzani, presidente del Carnevale Nebiopoli. «Dal punto di vista organizzativo e della sicurezza è filato tutto liscio. Questo grazie alla sempre ottima collaborazione con la Polizia e le autorità cittadine. Anche noi eravamo curiosi di vedere quale sarebbe stata la risposta del pubblico. Non avevamo fatto grandi previsioni». La parola d’ordine è quindi stata ‘flessibilità’. «Il corteo alla fine ha visto sfilare 20 gruppi, è un numero davvero grande se pensiamo ai tempi disponibili per organizzare tutto. Gli ultimi due partecipanti si sono aggiunti nella stessa mattinata di sabato, il programma è quindi stato in costante evoluzione fino all’ultimo». A cambiare durante il corso della giornata è stata anche la tipologia di persone che hanno affollato le strade della cittadina di confine. «Fondamentalmente abbiamo vissuto tre differenti fasce orarie, ognuna con il suo target diverso di frequentatore. In mattinata e nel primo pomeriggio sono state soprattutto le famiglie con i bambini a girare per le vie del centro. Con il calare della sera il tipo di pubblico si è spostato su persone adulte in cerca dell’aperitivo o della cena. Dalla sera in poi sono stati soprattutto i giovani a farla da padrone».
Ad aiutare la riuscita dell’evento ha contribuito sicuramente il bel tempo, con sole e temperature miti sull’arco di tutto il fine settimana. «Senza quello eravamo fregati. Abbiamo notato che c’è stato un incremento esponenziale dei consumi. La gente ha mangiato e bevuto molto di più rispetto al passato», constata Gazzani. Merito anche di una formula che si è voluta rinnovare... tornando alle origini. «Per strada continuo a essere fermato da gente che mi confida soddisfatta ‘di respirare l’aria del carnevale di 30 anni fa’. Fa piacere, vuol dire che lo sforzo fatto negli ultimi anni viene riconosciuto».