Mendrisiotto

L’ex fiduciario non sapeva dei soldi della ’ndrangheta

Il Tribunale federale ha assolto il professionista chiassese dal reato di riciclaggio. In prima istanza, nel 2017, era stato condannato a 3 anni

Caduta l’accusa più pesante
(Ti-Press)
31 gennaio 2022
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Dalla colpa all’assoluzione. A oltre quattro anni di distanza dal verdetto pronunciato a Bellinzona dalla Corte del Tribunale penale federale, il Tribunale federale (Tf) ha ribaltato la sentenza, prosciogliendo l’ex fiduciario chiassese – e già municipale della cittadina – Oliver Camponovo dal reato di riciclaggio. Una decisione, quella pronunciata dall’Alta Corte di Losanna il 13 gennaio scorso, che allontana, quindi, in via definitiva l’ombra della ’ndrangheta dal professionista ticinese. Ombra che l’aveva accompagnato negli anni dell’inchiesta e poi sino all’aula penale, alla fine del 2017. Lì dove era stato condannato a 3 anni (con sei mesi da espiare). A sedere con lui al banco degli imputati, all’epoca, c’era anche Franco Longo – che si era visto infliggere una pena di 5 anni e mezzo –, additato come l’uomo di fiducia del clan Martino in Svizzera.

È stato lo stesso Oliver Camponovo in queste ore a diffondere la notizia. Un’e-mail, una decina di righe per chiudere in via definitiva una vicenda che si è trascinata per parecchio tempo, tanto da veder riconoscere al Tf, si fa sapere, la violazione del principio di celerità. Ciò che più conta, però, agli occhi di colui che, il 29 dicembre del 2017, ha lasciato l’aula da colpevole, è una sola parola: “Assolto”. Per i giudici, in effetti, sono cadute le accuse che lo chiamavano a rispondere di riciclaggio di denaro, aggravato. Se in prima istanza l’ex fiduciario era stato considerato l’intermediario della cosca sulla piazza ticinese, ovvero colui che aveva accompagnato Longo nelle diverse operazioni finanziarie, tra cui l’acquisto di un palazzo nel centro di Chiasso; per l’Alta Corte risulta essere estraneo a quei fatti. Come si legge nell’e-mail, “non doveva e non poteva sospettare in alcun modo di un’eventuale origine criminosa dei mezzi finanziari che al tempo erano stati oggetto dell’imputazione per riciclaggio”. Quanto basta per accogliere il ricorso di Camponovo, in aula difeso dall’avvocato Mario Postizzi.

A questo punto l’incarto torna alla Corte del Tribunale penale federale. L’ex fiduciario sarà giudicato, di nuovo, ma per ipotesi di reato minori. Ipotesi per le quali si evoca, una volta di più, il principio della presunzione di innocenza. In prima istanza Camponovo aveva contestato in toto i capi di imputazione che gli venivano mossi, ammettendo un’unica mancanza professionale, per la quale si era autodenunciato: dei “comportamenti (fiscali) scorretti”.