In una risoluzione urgente si chiede di aprire un dibattito parlamentare e si sollecita il governo affinché sia concesso un permesso di dimora
India e la sua famiglia non sono sole. Ora la diciannovenne etiope da dieci anni in Ticino in attesa di un permesso di dimora sa che oltre ai suoi insegnanti e ai suoi amici sono tante le persone che nel cantone stanno dalla sua parte e che chiedono a gran voce che sia risparmiato a lei, alla mamma Munaja e al fratello Nur un rimpatrio forzato. Il moto di solidarietà partito dalla sua ex docente della scuola media di Morbio Inferiore, Dania Tropea, e dai suoi ex compagni di IV ha raggiunto, per così dire, i piani i alti. Oggi al fianco di un lungo elenco di personalità e del vescovo Valerio Lazzeri, ci sono anche quattro deputati al Gran Consiglio decisi a sollecitare l’appoggio dei colleghi e a rivolgere al Consiglio di Stato una richiesta precisa: tendere una mano a questa ragazza e ai suoi cari. La risoluzione parlamentare urgente firmata da Giorgio Fonio, Sabrina Gendotti e Maddalena Ermotti-Lepori del Ppd e da Maristella Polli del Plr domanda, di fatto, di aprire un dibattito sul caso in occasione della prossima seduta plenaria del 24 gennaio.
I quattro granconsiglieri sono convinti, infatti, che la “situazione di India e della sua famiglia meriti il sostegno di tutto il parlamento e la solidarietà della popolazione ticinese, affinché si possa ridare speranza a una giovane che in questi mesi, contrariamente a quello che dovrebbe fare una giovane della sua età, ha accantonato i sogni che dovrebbero accompagnare questa importante fase della sua vita lasciando che i dubbi e l’angoscia prendessero il sopravvento”. Di conseguenza ci si aspetta, come si legge nella risoluzione, che il governo “faccia quanto nelle sue possibilità affinché sia loro concesso un permesso di dimora per caso di rigore”. Anche a fronte delle testimonianze che raccontano di una studentessa – ora iscritta al Centro professionale e commerciale di Chiasso – apprezzata e benvoluta.
L’appello della professoressa di India e dei numerosi volti noti che si stanno spendendo per questa giovane – che, con la madre e il fratello, corre il pericolo, come detto, di essere catapultata in un Paese nel quale non si riconosce e che è tornato a essere teatro di guerra, anche se a livello federale viene considerato ‘sicuro’ – è riuscito a fare breccia. Adesso tocca al Consiglio di Stato pronunciarsi.