Balerna abbandona il progetto di creare un ente autonomo con i vicini. Ma Chiasso è deciso a centrare l’obiettivo, ma in solitaria
Si sono corteggiati per più di tre anni. Alla fine, però, arrivati ormai sulla soglia del ‘matrimonio’, uno dei due se ne è andato prima. Non c’è stato un lieto fine per l’Ente autonomo di diritto comunale che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto legare le case per anziani di Chiasso e Balerna. Progettata, studiata e dibattuta, la soluzione della messa in rete, già sperimentata a Mendrisio, nel Basso Mendrisiotto non è riuscita a fare breccia; non in tutti almeno. Se l’autorità cittadina ci ha sempre creduto, la realtà politica e istituzionale di Balerna ha guardato da subito all’idea di creare un’‘Istituto per anziani Balerna-Chiasso’ con un po’ di diffidenza. Una ritrosia che, al secondo tentativo – il primo messaggio, pur animato dall’urgenza, aveva dovuto essere congelato e completato –, ha finito col consolidare più i dubbi che le certezze. E visto che in questi casi bisogna sempre essere in due per suggellare un’unione, la determinazione di Chiasso non è bastata per condurre in porto l’operazione. A quel punto lasciarsi è stata l’unica via d’uscita come traspare dalla nota, stringata ma congiunta, che i due Municipi hanno reso pubblica venerdi e con la quale si archivia, in via definitiva il dossier. Resta, si legge, l’impegno di “ulteriormente accrescere la collaborazione tra i due istituti”.
Come in tutte le relazioni, anche in questo caso non si può dire che i due esecutivi non ci abbiano provato a far funzionare le cose. Le premesse su cui è nata la proposta di costituire un Ente autonomo per le strutture geriatriche comunali, però, fin da primi momenti a Balerna avevano fatto storcere il naso, in particolare ad alcune forze politiche – in testa Plr e socialisti –; resistenze che avevano frenato la corsa verso il voto in Consiglio comunale. Nulla di fatto, quindi. Le ragioni? Nella presa di posizione comune si parla, da un lato, di problemi a livello di “impostazione strategica” e, dall’altro, di “sostanziali difformità di vedute dal punto di vista dei contenuti”.
In realtà, in piazza come dentro Palazzo civico, a Balerna la ‘fusione’ delle case anziani era vista più come un’annessione che un’unione consensuale. Detto altrimenti non si voleva firmare la cosiddetta cambiale in bianco. «Diciamo che il progetto non ha convinto – annota un dispiaciuto Moreno Doninelli, capo dicastero Socialità, sanità e problemi occupazionali –. E con il tempo il consenso è andato scemando; e una volta sentiti i gruppi politici e cambiato l’esecutivo, non era sufficiente per continuare su questa strada. E questo nonostante il tema sia stato sviscerato in tutti i modi, grazie anche al lavoro della Commissione creata ad hoc, e sui due versanti – balernitano e chiassese, ndr – si sia lavorato con impegno». Era arduo, comunque, non tenere presente che fra i partiti il più propenso a concludere l’accordo fosse solo il Ppd. Per altre forze in campo non andava stretto per forza ora e con Chiasso. Il che la dice lunga sul gradimento.
Balerna come ha detto a Chiasso che abbandonava il tavolo? «Abbiamo scritto una lettera per informare che la creazione dell’ente autonomo non si concretizzava più – ci dice Doninelli –. Peccato: la messa in rete di cui avremmo potuto beneficiare – in termini di servizi e figure professionali – ci avrebbe permesso di guardare avanti, ai prossimi 10-30 anni, di portare avanti delle iniziative e affrontare le sfide con cui saremo confrontati. Si è preferito salvaguardare l’autonomia: ne prendiamo atto. Ma non ci si può sempre accontentare di gestire il presente o crogiolarsi nel passato». Quel passato che ritorna: il Centro degli anziani è figlio di una lotta e della bocciatura di un referendum (lanciato all’epoca, oltre 40 anni orsono, dal Ppd) contro la costruzione della struttura. Sta di fatto che intestardirsi sull’ente autonomo avrebbe anche potuto riportare la popolazione al voto.
In ogni caso, in questa intesa bilaterale c’era anche un terzo interlocutore, il Cantone, il quale sembrava spingere verso l’ente unico, sullo sfondo le vicissitudini legate ai soprusi patiti da una parte degli ospiti (di cui si è occupata anche la giustizia). «L’Ufficio degli anziani e delle cure a domicilio – conferma Doninelli – ha sempre visto di buon occhio lo sviluppo di una partnership con un altro istituto della regione, ha partecipato alla fase preparatoria e ci ha supportato. Ma i Municipi hanno fatto la loro scelta». Cambierà qualcosa per voi? «Il nostro rapporto continuerà a essere regolato da un contratto di prestazione».
E alla politica cantonale, in evoluzione, guarda anche Chiasso. Anche se la cittadina, chiuso il capitolo con Balerna, sembra intenzionata a proseguire sulla sua strada. In effetti, si era preparati pure a un flop. «Visto l’iter e i continui rinvii, sospettavamo non ci fosse una grande condivisione – ammette Roberta Pantani Tettamanti, capo dicastero Socialità della cittadina –. Da parte nostra, prendiamo atto della decisione del Municipio di Balerna di abbandonare. Certo ci dispiace molto. Questo era un progetto in cui si è creduto e per il quale si è lavorato per anni. Ciò non vuol dire che Chiasso, dal canto suo, abbia abbandonato definitivamente l’idea dell’ente».
Come si intende procedere? «In questi anni – spiega la municipale – le basi, le prospettive e le impostazioni a livello cantonale del settore anziani sono cambiate. Certo il futuro ente autonomo sarà totalmente diverso; muoverà da altre basi ed elementi. Per il Comune, però, rimane un obiettivo da raggiungere. Del resto, lo giustificano i numeri». Quindi sarà una iniziativa tutta cittadina? «Come a Lugano potrà riunire gli istituti sociali del Comune e altri servizi – fa capire Roberta Pantani Tettamanti –. Una volta costituito l’ente, poi, ci si potrà aprire verso altri tipi di collaborazione. E sarebbe bello ci fosse anche Balerna». Ma questa sarà di sicuro tutta un’altra storia.