Al Parco Gole della Breggia si lavoro per ristabilire la normalità. Flückiger: "rispettate la segnaletica e portate pazienza”.
È nuovamente tempo di contare i danni per il Mendrisiotto. Dopo l'ondata di maltempo della scorsa settimana, la pioggia caduta a partire dalla serata di mercoledì ha lasciato ancora una volta il segno. Nelle ultime ore il centro di soccorso cantonale pompieri del Mendrisiotto ha effettuato 25 interventi per allagamenti di scantinati nelle abitazioni e per franamenti. Gli uomini impegnati sul territorio – sollecitazioni sono arrivate da tutto il Distretto – per riportare la situazione alla normalità sono stati 35. In particolare, in Valle di Muggio le vasche di contenimento lungo la strada cantonale si sono riempite e hanno riversato fango e detriti lungo la carreggiata. Sul posto è intervenuto anche il Consorzio manutenzione strade del Mendrisiotto. Sorvegliati speciali sono stati anche i fiumi: il Faloppia è esondato, ma il fiume è subito rientrato negli argini, mentre il Laveggio è arrivato al limite. Anche il fiume Breggia è arrivato nuovamente a dimensioni importanti. Una prima buona notizia è arrivata per il Comune d Breggia, da ormai oltre una settimana senza acqua potabile: Ufficio tecnico e Azienda acqua potabile hanno infatti comunicato che la non potabilità dell'acqua è stata revocata nelle frazioni di Morbio Superiore e Sagno. La misura di non potabilità rimane tutt’ora in vigore nelle altre frazioni (Caneggio, Bruzella, Cabbio, Muggio, Scudellate e Roncapiano).
A destare preoccupazione è soprattutto la frequenza con la quale il maltempo si è abbattuto sulla regione. Settimana scorsa il fiume Breggia aveva raggiunto una portata di 151 metri cubi al secondo, dato più alto mai fatto registrare da quando esiste la stazione di misurazione a Ponte Polenta. Ieri sera invece il dato rilevato dagli indicatori era di 130, il terzo più importante della storia. «A farci preoccupare maggiormente è la rapida successione di questi eventi straordinari – spiega Peter Flückiger, presidente del Parco Gole della Breggia –. Secondo gli esperti fenomeni di questo tipo dovrebbero verificarsi una volta ogni 40 anni. Ora ne abbiamo avuti due nel breve volgere di una settimana». Il risultato sono stati diversi alberi sradicati, con rami e tronchi caduti sui sentieri e finiti nel fiume. Una situazione che ha costretto gli addetti ai lavori a chiudere preventivamente la passerella metallica che dall'ex Saceba porta al Parco.
Cartelli e avvisi pubblicati anche sui mezzi d'informazione che non sembrano però scoraggiare i più imprudenti. «Alcune persone non prestano attenzione ai cartelli o alle barriere ed entrano lo stesso nelle zone delimitate. È pericoloso, ma noi più che avvisare e redarguire non possiamo fare». Il Parco Gole della Breggia con i suoi boschi e le sue pozze è infatti tra le principali attrazioni estive del Mendrisiotto. «Ci troviamo a pochi passi dall'abitato urbano. È normale che la popolazione abbia voglia di usufruire del Parco. Bisogna però prestare un po' di pazienza. Stiamo facendo il massimo e percepiamo lo stress di dover riaprire in fretta». A testimonianza della pericolosità dell'avventurarsi nelle arre chiuse al pubblico, un episodio capitato proprio allo stesso Flückiger: «Giorni fa ho ripreso un visitatore che si trovava in un punto pericoloso. Oggi abbiamo constatato che nello stesso punto c'è stata una caduta importante di rami. Fortunatamente in Ticino il maltempo non ha causato feriti, ma nei paesi vicini non è stato così. Occorre prudenza».
C'è anche la Sportiva Unihockey Mendrisiotto (Sum) tra chi si è schierato in prima linea per pulire gli spazi verdi del laghetto del Ghitello. Giocatori e staff della società momò hanno infatti deciso di rinunciare all'allenamento di martedì per “scendere in campo” a fianco di pompieri e addetti ai lavori. L'iniziativa ha permesso di raccogliere, in circa due ore di lavoro, 20 metri cubi di legname. Un gesto molto apprezzato da parte della Fondazione Parco Gole della Breggia e del Consorzio Arginature Basso Mendrisiotto, «mi sono quasi commosso a vedere i ragazzi al lavoro. È la dimostrazione che anche i giovani hanno a cuore il territorio e non si fanno problemi a sporcarsi le mani per rimetterlo in sesto», commenta Flückiger.
Chi ha finalmente ritrovato la normalità è il Mulino di Bruzella, da ieri tornato a lavorare a pieno regime. I danni maggiori alla struttura si sono verificati la settimana scorsa, mentre le piogge cadute mercoledì sera non hanno generato particolari problemi. «Sistemare tutto è stato un lavoro lungo. L'area esterna è stata messa in sicurezza e sarà rimessa a nuovo appena possibile. Siamo però felici di essere tornati alla normalità con i primi visitatori che sono già venuti a farci visita. Resta un po' di rammarico per aver dovuto annullare l'evento per il Primo agosto», spiega la mugnaia Irene Petraglio.
Ancora disagi nel comasco. Al lungo elenco dei problemi creati negli ultimi dodici giorni dal maltempo si è aggiunto il fatto che questa mattina attorno alle 5 il lago di Como è esondato su lungolago e piazza Cavour. Sommersi entrambi non solo delle acque del Lario ma anche dei detriti che ancora in notevole quantità galleggiano nel primo bacino. All'ultimo rilevamento il livello del Lario era a 134 centimetri sopra lo zero idrometrico, con un quantitativo d'acqua in entrata nel bacino lacustre, pur in presenza del bel tempo, superiore a quello in uscita. Poco meno di mille metri cubi d'acqua al secondo rispetto ai 571 metri cubi in uscita. Non solo acqua dopo l'alluvione di mercoledì dall'Adda e dal Mera, oltre che da torrenti che scendono dalle montagne, ma anche alberi, rami e altri detriti spinti verso lo specchio d'acqua antistante piazza Cavour. La presenza di questi detriti, in parte rimossi, continua a bloccare i natanti della Navigazione Lago di Como. Nel frattempo in Commissione Territorio e Ambiente della Camera si sono svolte le audizione della Protezione Civile e dell’Anas dove è stato fatto il punto della situazione in merito agli eventi meteorologici intensi che hanno interessato la Lombardia. “Sono centinaia le potenziali frane in provincia di Como che si possono attivare – ha spiegato il capo del dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio –. Queste situazioni intervengono non solo su abitazioni, aziende, attività, commerciali, ma anche su strutture di trasporto, comportando spesso isolamento di aree”. A Como sono in molti con il fiato sospeso considerato che dalle 16 di domani viene chiuso al traffico pesante (bus e pullman turistici provenienti dalla Svizzera) il traffico autostradale da Brogeda al casello autostradale di Grandate. L'Anas al traffico leggero proveniente dal Ticino ha consigliato di passare da Bizzarrone e dal Gaggiolo. Fra i più preoccupati ci sono gli autotrasportatori: “Si rischia di bloccare la città e di vederla invasa dai camion fino a lunedì – dice Giorgio Colato, presidente della Fai –. Se tutti i camionisti saranno costretti a uscire dalle 13, la viabilità ordinaria si bloccherà. E vorrei ricordare che dalle 16 di venerdì scatta il divieto di circolazione per i mezzi pesanti. Molti di loro rimarranno così bloccati in città e quelli che invece magari riusciranno a rientrare in autostrada saranno costretti a fermarsi allo scoccare delle 16. Insomma chi ha pianificato non ha pensato a tutte le conseguenze”. Autotrasportatori che hanno chiesto di far slittare al 10 agosto la chiusura della corsia sud della A9, considerato che la prossima settimana gran parte delle aziende del settore chiuderà per le ferie e quindi ci saranno pochi mezzi in circolazione.