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A Chiasso si potenzia la manutenzione dei carri merci

L’intervento legato ai servizi di Ffs Cargo nella cittadina è in fase di progettazione. La scelta rilancia il ruolo dello scalo locale

Nuove prospettive all'orizzonte (Ti-Press)
7 maggio 2021
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Se si parla di materiale rotabile, ebbene Chiasso potrebbe tornare ad avere un ruolo più profilato nella strategia delle Ferrovie e di Cargo. Al momento il condizionale è ancora d'obbligo: di certezze per ora non ve ne sono. O meglio, «allo stato attuale è prematuro dare delle informazioni di dettaglio». Su questo punto, da noi interpellate le Ffs, per voce del responsabile della comunicazione della Regione sud, Patrick Walser, non transigono. Per saperne di più bisognerà attendere. Gli indizi che per la cittadina di confine, e soprattutto per il suo scalo ferroviario, si aprano delle prospettive interessanti, però, sono più d'uno. E di questi tempi non è poco.

L’intenzione di potenziare Chiasso c’è 

Parlavamo di indizi. A fornire il primo è stata la stessa direttrice regionale Sud delle Ffs Roberta Cattaneo ai microfoni della Rsi. Intervistata sull'ultimo incontro a Palazzo delle Orsoline a Bellinzona sul futuro delle Officine (era il 30 aprile scorso), ha fatto cenno alla creazione di "una piccola realtà" legata, appunto, a Ffs Cargo a Chiasso. A corroborare questa affermazione c'è, del resto, anche il Consiglio federale. Nel rispondere agli interrogativi posti dal deputato Bruno Storni (Ps), deciso ad accendere i riflettori sulla cura di locomotive e vagoni e sugli stabilimenti che se ne occuperanno, il novembre scorso il governo ha confermato le intenzioni di Cargo; la quale "prevede di ammodernare e ampliare gli impianti di servizio" chiassesi. Insomma, la decisione sembra presa. E letta così non solo è positiva, ma ridà speranza a chi, negli anni, ha visto ridimensionarsi il ruolo della stazione cittadina.

La svolta, l’abbandono dei carri merci 

Ora, dire che i destini delle officine Cargo di Chiasso e degli stabilimenti sopracenerini siano legati, oggi, appare azzardato. Di sicuro c'è, però, un punto in comune all'origine delle mosse annunciate: l'abbandono, anticipato, della lavorazione e manutenzione dei carri merci già partire dal 2022 (e non più nel 2026, come indicato in un primo tempo). Infatti, come spiega altresì il Consiglio federale a Storni, "lo stabilimento di Castione è destinato principalmente alla manutenzione di composizioni della flotta di Ffs Viaggiatori - con gli Astoro, ndr - e delle locomotive di Ffs Cargo". Ed è qui che Chiasso potrebbe giocare un ruolo.

D'altro canto, è già da un po' che si ventila un risanamento e un ampliamento dei due capannoni esistenti. Alla fine del 2019, in una pubblicazione di Ffs Cargo si ribadiva che "Chiasso è e rimarrà un importante nodo di traffico ferroviario sull’asse nord-sud". Tant'è che allora gli stabili adibiti alla manutenzione risultavano essere "sempre praticamente al completo". A tal punto, si annotava, da impiegare 25 collaboratori e riparare e ripristinare ogni settimana circa 45 carri e 20 locomotive.

In fase di progettazione

Torniamo, però, al presente. Che tipo di intervento caratterizzerà lo scalo chiassese? «L’attuale capannone, dove già si effettua la manutenzione dei carri merci (veicoli Ffs e clienti terzi) - ci fa sapere il portavoce Walser -, sarà rinnovato e dotato di un tornio». Cosa comporterà questa operazione? «Grazie a queste modifiche - annota ancora - la gamma dei servizi sarà ampliata e porterà sinergie con le attuali attività svolte anche a Bellinzona». Il tutto, precisa, è al momento in fase di progettazione. Come dire che non ci si può ancora pronunciare sulla tempistica dei lavori, sull'investimento o sui posti di lavoro interessati (o sull'eventuale trasferimento di personale).

Manutenzione, 3’500 posti in Svizzera

Il governo federale con Storni è stato chiaro: spetta alle Ferrovie la responsabilità di elaborare gli scenari per la manutenzione pesante e leggera del materiale rotabile, così come il dimensionamento degli stabilimenti dedicati. Oggi il settore conta 3'500 posti a tempo pieno in Svizzera, circa 400 dei quali in Ticino, tra dipendenti e interinali (esclusi i collaboratori addetti alla manutenzione leggera della flotta di Ffs Cargo). Ciò che è certo, secondo le informazioni date dalle stesse Ffs e riferite da Berna, "nei prossimi anni a livello svizzero si assisterà a una crescita del numero di posti a tempo pieno per la manutenzione, a seguito dell'ammodernamento e dell'aumento del parco veicoli". Anche se, avverte il Consiglio federale, "singoli siti possono subire una riduzione dell'occupazione". A lievitare, d'altra parte, sono anche "le prospettive di traffico elaborate dalla Confederazione". Le previsioni? Nel trasporto ferroviario di viaggiatori e merci la domanda salirà del 40 e del 30 per cento a livello nazionale entro il 2030.

Quindi, bisognerà prepararsi, a maggior ragione a fronte del fatto che, come richiama Storni nella sua interpellanza, nella manutenzione ci sono delle carenze e le riserve di materiale rotabile non sono sufficienti, come riconosciuto peraltro dallo stesso direttore Vincent Crottaz.