Stretta una collaborazione fra la Città e studenti e ricercatori della Supsi. Avviato lo studio, i risultati si vedranno fra due anni
La prima a farsi avanti, l'estate scorsa, è stata proprio la Supsi. E la Città di Mendrisio non se l'è fatto ripetere due volte, afferrando al volo l'occasione di una collaborazione importante. Di mezzo, del resto, c'erano le Processioni della Settimana santa, parte integrante dell'identità locale. Da tempo, dentro e fuori le stanze del Comune, si evocava la necessità di creare un Museo del trasparente, oggi accolto negli spazi di Casa Croci. Ebbene, con l'aiuto del Dipartimento ambiente costruzioni e design (Dacd), il Comune (e con esso la comunità) avrà ben di più: un luogo dove mostrare un unicum come i quadri di luce e, al contempo, dove tramandare questo sapere. Tempo un paio di anni e le aspirazioni acquisteranno in concretezza.
Tra la Città e il campus Supsi c'è ben più che una scelta logistica. Dall'apertura ufficiale del Dacd è trascorsa poco più di una settimana e già l'intesa con Palazzo civico sta dando i primi frutti. E se è vero che l'unione fa la forza, l'intesa fra l'Istituto, il Comune e la Fondazione Processioni storiche (guidata da Gabriele Ponti) è determinata a dare vita a un Polo del trasparente, già ribattezzato 'Archi di luce'. Il progetto, oggi allo studio, intende concretizzare un centro di competenza definito "dinamico e innovativo", ma soprattutto "interamente dedicato alla salvaguardia delle tele dei trasparenti e alla valorizzazione del patrimonio immateriale" delle Processioni, iscritte tra i beni Unesco nel 2019.
Il tema è di quelli significativi per Mendrisio e sarà affrontato per fasi. La vera novità è che si avrà a disposizione una squadra interdisciplinare che non solo coinvolge studenti e docenti del Dacd, ma altresì i ricercatori del Laboratorio cultura visiva e dell’Istituto materiali e costruzioni del Dipartimento ambiente costruzioni e design. E se valorizzazione è la parola chiave, tra le questioni sul tavolo ci saranno pure la necessità di poter contare su una sede fisica - da tempo, come detto, evocata per dare una collocazione adeguata ai trasparenti - e l'importanza di mettere in campo la mediazione culturale. D'altro, canto non capita tutti i giorni di poter lavorare con dei professionisti in un'operazione che mette in primo piano il lavoro degli studenti.
«L'idea di un Museo del trasparente già c'era - conferma a 'laRegione' il capo dicastero Museo e cultura Paolo Danielli -. Quindi abbiamo colto volentieri l'invito della Supsi per la sua valenza didattica e per la possibilità di ricevere spunti e idee utili a capire in che direzione andare per il futuro». Lo studio appena avviato restituirà le sue conclusioni fra circa due anni, ma già oggi, annota Danielli, per la Città è stimolante pensare ai risultati che ne scaturiranno.
Cosa sarà in buon sostanza il Polo del trasparente? La nota congiunta degli attori in campo recita: "Un luogo di ricerca dedicato alla conservazione e tutela del patrimonio e futuro centro propulsore per lo sviluppo di attività di formazione e di iniziative di mediazione culturale a favore della popolazione locale, ma anche in prospettiva nazionale e internazionale". In effetti, il centro di competenza avrà più anime. «In questo caso - ci spiega il capo dicastero - non si tratta di poter contare solo su uno spazio espositivo. Sarà un luogo dove, da una parte, si avrà il valore museale (dando agio pure alla catalogazione digitale del nostro patrimonio) e dall'altra un atelier di restauro e didattica, così da perpetuare l'arte del trasparente e poterne ammirare di nuovi». Come ha colto l'Unesco si è di fronte, d'altra parte, a una tradizione vivente e che guarda pure alle giovani generazioni.
Il Municipio di Mendrisio ripone, infatti, non poche speranze nell'operato degli studenti, affiancati da docenti e ricercatori. «Da questi progetti se ne trarrà un bel beneficio: la possibilità di valorizzare e conservare al meglio il patrimonio storico e culturale», commenta soddisfatto Danielli. Anche l'esecutivo, però, ha messo sul tavolo una sfida interessante per gli alunni del Dacd: rivalutare il comparto di San Giovanni, lì dove le Processioni sono nate. «Abbiamo dato l'indicazione di studiare l'intero comparto storico, che include il Museo d'arte (dove sono custoditi i trasparenti antichi), la chiesa di San Giovanni, e Casa Maggi (sede delle Processioni storiche, ndr), al fine di riorganizzare gli spazi a disposizione». Sarà in quel contesto che si potrà dare una sede fisica al Polo del trasparente. La Città, come ci fa capire Danielli, all'idea di costruire un nuovo edificio ha preferito l'opportunità di inserire il centro di competenza in quello che è considerato un «cuore pulsante», recuperando gli spazi esistenti. In questo modo, ribadisce il municipale, «da un lato si farà dell'atelier esistente un punto di restauro anche per imparare, appunto, l'arte del trasparente e dall'altro si creeranno spazi per incontri, forum scientifico-artistici - e qui si guarda anche al di là delle frontiere cantonali e nazionali, ndr - oltre a un punto di riferimento per visitatori e turisti».
Giunti sin qui, la speranza a cui dà voce anche il capo dicastero Museo e cultura è quella di continuare a coltivare questa forma di collaborazioni con la Supsi, la cui presenza a Mendrisio si fa già vedere. Per cominciare, accanto al Polo del trasparente, si sta pensando, come si annuncia, a un "progetto di allestimento per la nuova collocazione di Porta Realini in piazza del Ponte, che considererà il posizionamento della Porta, la sistemazione della tribuna e degli elementi compositivi della piazza". Un passo alla volta si darà così continuità alla tradizione.