Mendrisiotto

Novazzano, cittadini in difesa del 'cuore' del paese

In 250 firmano una petizione che invoca la salvaguardia del nucleo. Da rivitalizzare il complesso a due passi dalla Casa comunale

Consegnate 250 firme (Ti-Press/B. Galli)
4 marzo 2021
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A Novazzano c'è un gruppo di cittadini che intende difendere con tutte le sue forze l'identità del 'cuore' del paese. Dietro l'angolo (letteralmente), lì a due passi dalla Casa comunale, c'è un complesso rurale, la corte Belvedere, che vale una sfida e al contempo un'occasione per recuperare un altro pezzo dell'identità locale. Soprattutto ora che il progetto residenziale contestato dalla Stan, la Società ticinese per l'arte e la natura, è caduto, c'è chi fa il tifo affinché tra il proprietario della corte e il Comune si apra un dialogo. È bastato il passaparola e attorno all'obiettivo di salvaguardare il nucleo storico e l'area di verde pubblico si sono stretti in 250. Tanti sono i cittadini che hanno firmato la petizione popolare consegnata oggi, giovedì, nelle mani del segretario comunale Andrea Sala.

La storia potrebbe ripetersi

«A darci la spinta, tempo fa - spiega a 'laRegione' uno dei promotori della raccolta firme - è stato proprio il progetto residenziale - all'epoca firmato da Mario Botta, ndr -. Di fatto, avrebbe prospettato la demolizione dell'80 per cento e oltre della sostanza storica del nucleo. Insomma, sarebbe stato un intervento invasivo». L'idea a un drappello di abitanti si è rivelata subito indigesta. Del resto, non "la prima volta che a Novazzano ci si solleva a tutela del centro del paese. Alla fine degli anni Novanta si è arrivati a lanciare un referendum - vinto il 29 novembre del 1998 - per salvare dalla demolizione l'ex casa d'Italia e l'essicatoio. Per comprendere, oggi, la bontà di quella scelta da parte di una larga maggioranza della popolazione basta gettare lo sguardo sulla piazza-sagrato.

Ed è proprio per allontanare le ruspe dalla corte Belvedere che ci si è mobilitati, ancora una volta. A preoccupare, ammettono i fautori della petizione, è la stasi in cui si è caduti. «Viene da dire una certa indifferenza dell'autorità. In altre parole, non si vede la volontà di mettere mano al complesso. Se la demolizione non è la strada giusta, non lo è nemmeno l'abbandono. Il nostro intento? Spronare il Comune verso una via d'uscita propositiva al fine di rivitalizzare il nucleo». Il traguardo è ben chiaro e le sottoscrizioni recapitate al Municipio rappresentano, fanno capire, una testimonianza.

Tra identità e visioni

Quali sono le ragioni che guidano il gruppo di cittadini e chi li sostiene?  Innanzitutto, contingenti, si fa capire, convogliando le forze finanziarie verso una realtà residenziale intergenerazionale. Poi c'è la speranza che si possa intavolare un dialogo con il proprietario. «Modelli virtuosi ed esempi nel Mendrisiotto ce ne sono - si rilancia -. E allora perché non pensare a una iniziativa mista, pubblico-privato». Ne va della qualità di vita e dell'abitare, si lascia intendere.

D'altro canto, la petizione lo fa capire subito: "Il Comune di Novazzano si distingue nel Mendrisiotto per la bella serie dei nuclei di Brusata, di Castel di Sotto e tra essi va annoverato anche il nucleo di Novazzano", che è "patrimonio comune". Per i firmatari l'operazione legata all'ex casa d'Italia non va lasciata incompiuta. Quindi, si ribadisce, occorre favorire "il restauro conservativo con il mantenimento degli aspetti di valore". Così facendo si contribuirà, dicono, a promuovere "spazi pubblici d'incontro e di aggregazione a favore della popolazione"; senza dimenticare la gestione del traffico locale, "affinché il nucleo resti il più possibile un'area pedonale". Come dire: vade retro operazioni "scriteriate", avanti con "un progetto sostenibile e rispettoso del tessuto e della sostanza storica del paese".

I risvolti politici

È indubbio che il 'dossier nucleo' ha delle ricadute politiche. Anche se su questo fronte chi ha dato vita alla petizione preferisce fare un passo indietro. D'altra parte, la raccolta firme un atto politico lo è già. Sullo sfondo, non va scordato, vi è il progetto a favore di alloggi per anziani autosufficienti immaginato a Casate, che approderà sui banchi del Consiglio comunale il 29 marzo prossimo. L'autunno scorso Destra e Sinistra si erano trovate d'accordo nel sostenere l'esigenza di realizzare quella residenza nel 'cuore' del paese. Il dibattito è già lanciato: staremo a vedere.