Un gruppo di cittadini di Melano lancia una raccolta firme indirizzata a Simonetta Sommaruga. L'appello: prima dell'autostrada, viene il territorio
Agli abitanti del Mendrisiotto e Basso Ceresio non nominate le strade. A gran parte di loro si rizzerebbero i capelli in testa. Da alcuni anni ormai da quelle parti c'è un rapporto di amore-odio con le arterie che attraversano una regione pur sempre sulla 'via delle genti'. Così quando all'orizzonte è comparso il progetto di potenziare l'autostrada fra Lugano e Mendrisio - si legga la terza corsia dinamica -, la preoccupazione di istituzioni e popolazione è cresciuta ancora di più. Il compromesso raggiunto nel settembre scorso sembrava aver placato gli animi, ma non è così. Non a tutti i cittadini che vivono nei Comuni sulle rive del Ceresio la variante scelta dall'Ustra, l'Ufficio federale delle strade - la cosiddetta 4/2 -, è piaciuta. Evocata dalla Commissione regionale dei trasporti - a nome degli enti locali - come unica soluzione possibile, la via imboccata non presta sufficiente attenzione al territorio. Insomma, per molti le criticità di questa proposta, ribattezzata PoLuMe, non sono trascurabili. E ciò sebbene comprenda la costruzione di nuovi svincoli e il passaggio in galleria per alcuni brevi tratti tra Grancia e Melide e fra Bissone e Maroggia; orizzonte temporale il 2040. Una prospettiva considerata, comunque, "costosa e inefficace".
Un gruppo di cittadini di Melano, quindi, ha deciso di non accontentarsi di quanto è stato servito sul piatto a livello federale e di dare forma e sostanza alla protesta. Da adesso si fa sul serio. La stessa determinazione che ha convinto oltre 700 persone a sottoscrivere la petizione lanciata sabato sera, destinataria la Consigliera federale Simonetta Sommaruga. E non si è che all'inizio. Anche perché, si reclama, Melano al pari di Bissone - su cui si è avuto un occhio di riguardo - è iscritto all'Isos, l'Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere d'importanza nazionale.
A dirla lunga sulla volontà di farsi ascoltare è il tam-tam veicolato, oltre che dalla raccolta firme - online e cartacea -, dal sito web e dalla pagina facebook aperti nelle ultime ore. I promotori, che hanno le radici in particolare a Melano, non lo nascondono: «Intendiamo raccogliere il maggior numero di adesioni possibile», conferma a 'laRegione' Marzio Proietti. Un obiettivo ambizioso ma non così arduo in una realtà assai sensibile a traffico e inquinamento. La speranza, si dice sottovoce nel gruppo - che conta sulla presenza anche di consiglieri comunali del Comune rivierasco -, è toccare quota 5mila sottoscrizioni. Del resto, se può essere presa per buona la reazione dei cittadini che hanno partecipato alle due serate informative organizzate nel paese nei mesi scorsi - con tutte le cautele dettate dal Covid-19 -, il tema è di quelli che infiammano gli animi.
Ecco perché i fautori della petizione puntano soprattutto su tre punti, che valgono altrettante richieste puntuali. Sollecitazioni che chiudono la porta alla variante indicata, ma non sbarrano la strada del tutto alla terza corsia, come vorrebbero, invece, fare le associazioni ambientaliste. Chi ha fatto propria l'azione del gruppo locale dei cittadini crede nel miglioramento del trasporto pubblico, ma altresì nella difficoltà di spostare tanti automobilisti verso il treno.
L'istanza rivolta alla responsabile del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni chiede così, innanzitutto, di "respingere il progetto dell’Ustra per il potenziamento dell’A2 tra Lugano e Mendrisio (terza corsia dinamica), perché non risolve il problema attuale del traffico e avrà un forte impatto sul territorio, sia durante la realizzazione sia a opera conclusa".
In Proietti e negli abitanti si è fatta strada, infatti, una domanda: «Ci si è chiesti come è possibile spendere tutti quei soldi - che pare siano lievitati da oltre un miliardo a 1,8 miliardi - per realizzare questo potenziamento e una terza corsia che verrà aperta solo nelle ore di punta del traffico. Possiamo ben dire che il rapporto costi-benefici risulta essere sproporzionato». E questo con il rischio di attirare più traffico e moltiplicatore le colonne; timore espresso dagli ambientalisti. Tutto ciò si verificherà, si paventa, trascurando le ricadute sul territorio. Un aspetto che i promotori della raccolta firme ritengono, invece, prioritario. Occorre, rilanciano, "iniziare a pianificare in modo coordinato a livello regionale la circonvallazione in galleria e/o la copertura dell’A2 nei centri abitati del Mendrisiotto e Basso Ceresio. Solo in questo modo è possibile ottenere un reale miglioramento paesaggistico e ambientale nella regione".
E qui sarà importante (se non cruciale) il parere dei Comuni, chiamati a dire la loro al Cantone - che a sua volta dovrà rispondere alla consultazione federale - sull'ampliamento dell'autostrada entro il 15 marzo prossimo. Farsi sentire diventa quindi importante. «A 65 anni circa dall'aperturadell'A2, prima d'intervenire - esorta Proietti - è bene ragionarci su». Una riflessione urbanistica, si fa capire, per salvare la quotidianità di Mendrisiotto e Basso Ceresio, ma al contempo la salute dei cittadini. Tanto più che a primavera tornerà a riunirsi pure la Commissione di accompagnamento politico al progetto.
Simona Fumagalli che a inizio settembre era fuori dalla Casa comunale di Melano, dove all'interno Crtm, Comuni rivieraschi e responsabili dell'Ustra sedevano allo stesso tavolo, ha fatto un calcolo. «Ho calcolato - ci spiega - gli anni di cantiere: ebbene se sommiamo quelli del progetto autostradale con Alptransit e altre opere arriviamo a 30 anni. Dovremmo convivere con due enormi cantieri in una zona, quella dei prati del Tannino, sensibile». Una ragione sufficiente per domandare al Consiglio federale di "pianificare e realizzare in modo coordinato i grandi progetti sulle vie di transito nazionali a sud di Lugano (AlpTransit e futuri interventi sull’A2), per un utilizzo efficace delle risorse finanziarie e del territorio. La qualità di vita della popolazione può essere tutelata solo coordinando queste grandi infrastrutture". E questo soprattutto se si sogna un parco a lago sui terreni oggi attraversati dall'A2. Non a caso da Melano a giugno si era già levato un appello al Gran consiglio da parte di consiglieri e municipali.
Detto fuori dai denti, per i fautori della petizione non basta risolvere il problema dei colli di bottiglia lungo l'A2 per uscire dalla situazione viaria attuale. Oggi, ribadiscono, non bisogna ripetere gli errori del passato. In effetti, sottolineano "questo progetto guarda al futuro con vecchi parametri, senza tenere conto delle alternative di trasporto né delle nuove tecnologie (mezzi pubblici, mobilità lenta, telelavoro) che potrebbero di fatto contribuire a una diminuzione del traffico e a gestire flussi di veicoli più regolari". Senza trascurare, insistono, che "l’aumento della capacità dell’A2 è inoltre in contrasto con i principi dell’articolo 84 sulla protezione delle Alpi della Costituzione Svizzera (trasferimento dalla strada alla ferrovia del traffico merci e ampliamento delle strade)". Ce n'è abbastanza, chiosano, per evitare di stravolgere il territorio, ancora una volta.