Mendrisiotto

Vaccini 'extra', come la Girotondo altre tre case della rete

Il direttore Ecam Briccola spiega: 'Era l'ultima ratio proposta per non sprecare le dosi'. La Lega va alla carica e chiede spiegazioni

Così anche alla Torriani e alla Quiete a Mendrisio e alla Santa Filomena a Stabio (Ti-Press)
18 gennaio 2021
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Vi è stato un 'uso privato di vaccino pubblico'? Oggi a lasciare in sospeso l'interrogativo è soprattutto la politica. Dentro le case per anziani, alla fine, si è cercato di fare di necessità virtù. Dai vertici dell'Ente case anziani Mendrisiotto (Ecam) lo si ribadisce con forza. Di fatto ci si è trovati a un bivio: inoculare tutte le dosi di 'antidoto' a disposizione o gettarle via. Un dilemma con cui non si è confrontata solo Casa Girotondo a Novazzano; che lo ha sciolto inoculando le ultime quattro fiale ad altrettanti membri del Consiglio di fondazione della struttura. È successo anche nel Sopraceneri, alla San Donato di Intragna nelle Centovalli. E si è ripresentato all'interno della stessa rete Ecam: alla Santa Filomena di Stabio, alla casa per anziani Torriani e alla Quiete di Mendrisio. In totale si parla di sei dosi 'extra'.

Briccola (Ecam): 'La mia è stata una proposta'

La decisione finale è spettata, come sempre in questi casi, alle direzioni sanitarie. Ad aprire la strada a quella che il direttore dell'Ecam, Severino Briccola, chiama l''ultima ratio', è stato un suggerimento della direzione amministrativa. «Ci siamo ritrovati con dei focolai, quindi ho fatto circolare nella rete la proposta che se avanzavano dei vaccini, una volta seguite le direttive - che danno la priorità ai residenti delle case, ai collaboratori e alla popolazione fragile, ndr -, vi era la possibilità di interpellare i componenti di Comitati e Consigli delle strutture». Così, a conti fatti, a essere vaccinate sono state dieci persone - «che va precisato, frequentano le rispettive case per anziani» - su una trentina di membri. «Lo ribadisco - ci fa presente ancora Briccola - si è trattato di una proposta, nessuna intenzione di fare dei favoritismi. Del resto, meglio vaccinare qualcuno in più che buttare delle dosi. Di conseguenza, le direzioni sanitarie delle strutture hanno accolto la proposta».

'Difficile valutare il fabbisogno di dosi'

In prima battuta, comunque, il Farmacista cantonale ha biasimato questa scelta. «Nelle dichiarazioni successive - dopo il caso di Intragna, ndr -, chiarite le circostanze, le dichiarazioni si sono ammorbidite», ci fa notare il direttore. Quindi non vi aspettate un richiamo. «Spero che il nostro intento venga compreso. D'altro canto, le stesse autorità vogliono evitare gli sprechi. Lo ribadisco, abbiamo agito in buona fede». Gli esuberi, d'altro canto, richiama ancora Briccola, sono stati originati dai contagi che si sono verificati tra i residenti e gli operatori dopo l'ordinazione dei vaccini, e sono stati dettati, altresì, da chi ha rinunciato a farsi vaccinare. In altre parole, fare delle previsioni sul numero di fiale utile è arduo. «In questa situazione valutare e quantificare le dosi è la cosa più difficile; fare delle previsioni appare quasi impossibile».

La Lega non demorde

La Lega, però, non sembra volersi far convincere e invoca chiarezza e a due livelli: quello del Consiglio di Stato da una parte e quello del Municipio della Città, dall'altra. Mentre il deputato Massimiliano Robbiani chiede una inchiesta al Cantone, la consigliera comunale Simona Rossini, a nome dei colleghi del gruppo Lega-Udc-Ind., sollecita spiegazioni all'esecutivo dopo il caso della Girotondo. In buona sostanza, si domanda richiamando il quadro della situazione, "il Municipio ha un controllo effettivo delle dosi di vaccino da somministrare nelle nostre case anziani e il riscontro di quanti effettivamente verranno somministrati?". E "come verranno impiegati o meglio a chi verranno somministrati eventuali vaccini in esubero?". La polemica, insomma, è servita.

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