Terminata la prima fase dei lavori di conservazione e restauro avviati dalla Supsi. Gli interventi continueranno nei prossimi anni
È uno dei monumenti storici che caratterizzano il Comune di Riva San Vitale e l'intero Mendrisiotto. Un importante esempio di architettura paleocristiana risalente al V secolo. Il Battistero di San Giovanni Battista ha iniziato a scrivere un ulteriore capitolo della sua storia. È infatti terminata la prima fase dei lavori di conservazione e restauro, avviati dalla Supsi, che hanno interessato i dipinti dell'abside centrale. «Il Battistero è l'emblema di Riva San Vitale – sottolinea il sindaco Fausto Medici –. Il Municipio non poteva esimersi di contribuire, tramite l'Ufficio tecnico, al coordinamento dell'operazione e alla partecipazione ai costi». L'intervento appena eseguito – il cantiere didattico master si è svolto dal 13 luglio al 18 settembre con la partecipazione di tre studenti, sotto la conduzione della professoressa Paola Iazurlo – si inserisce all'interno di un più ampio progetto cominciato nel 2018 con le analisi preliminari dello stato di conservazione delle opere e che proseguirà ancora per alcuni anni, fino al completamento dei lavori previsti. «I dipinti dell'abside centrale hanno ora nuova luce e splendore – spiega il presidente del Consiglio parrocchiale Pio Crivelli –. La seconda fase dei lavori, pandemia permettendo, si terrà l'anno prossimo». Durante il cantiere, aggiunge il sindaco, «si è approfittato per eseguire alcuni lavori alla struttura dell'edificio, in particolare per eliminare le infiltrazioni d'acqua alle porte d'entrata e all'abside centrale, per il restauro del portale ligneo situato a ovest della costruzione e per la pulizia e risanamento del tetto a forma ottagonale». I costi preventivati per tutta l'opera ammontano a 120mila franchi. Comune e Consiglio parrocchiale hanno contribuito con 30mila franchi ciascuno; il rimanente è stato finanziato da Cantone e Confederazione.
L'impulso che ha portato ai lavori è stata la tesi di bachelor Supsi ‘I dipinti murali del Battistero: studio tecnico-conservativo’ presentata nell'agosto 2018 dagli studenti Nicole Celoria e Martino Manzoni. «Un lavoro di osservazione, discussione e analisi sullo stato di conservazione delle pitture che ha fatto emergere delle criticità – commenta Lara Calderari, collaboratrice scientifica del Servizio monumenti –. Questo è stato il primo motivo per cui l'Ufficio dei beni culturali si è chinato sulla problematica e ha deciso di entrare in materia». Il Battistero, ricorda la responsabile dell'Ubc Rossana Cardani Vergani, «è il più antico monumento svizzero che si è conservato perfettamente e custodisce al suo interno pitture medievali e tardomedievali». L'edificio è stato oggetto negli anni 1953-1955 di un restauro globale a parte degli architetti Guido Borella e Ferdinando Reggiori, che ne determina di fatto l'aspetto attuale. In virtù delle sue peculiarità storiche e architettoniche, l'edificio è un bene culturale d'interesse cantonale ai sensi della Legge sulla protezione dei beni culturali del 13 maggio 1997.
A spiegare come sono stati effettuati i lavori, ci ha pensato la responsabile del corso di laurea in conservazione e restauro Giacinta Jean. «Come un paziente molto anziano, fragile, delicato e prezioso, un edificio storico ha bisogno di cautela e rigore prima di essere toccato». Considerate le citate criticità emerse – in particolare estesi distacchi dell'intonaco, abrasione del colore, presenza di efflorescenze saline ed estensione delle ridipinture imputabili ai precedenti restauri – è stata effettuata anche un'indagine diagnostica più approfondita, estesa anche alle superfici dipinte dell'abside e comprensiva di ulteriori analisi scientifiche perla caratterizzazione dei materiali di restauro. In seguito sono stati eseguiti alcuni saggi di intervento finalizzati alla messa a punto del metodo per la rimozione dei residui di scialbo (i resti delle tinteggiature con cui, nel corso dei secoli, erano stati ricoperti questi dipinti), delle ridipinture e delle stuccature eseguite durante precedenti restauri che ora sono fortemente alterate e compromettono la leggibilità delle scene, fino alla definizione dell possibili soluzioni da attuare per la futura presentazione estetica finale.
Iniziata con i dipinti del sottarco e la ‘Crocifissione’ nell'abside, la campagna di restauro continuerà come detto nei prossimi anni. «Le fasi successive consentiranno una progressiva acquisizione di informazioni, permetteranno un affinamento delle tecniche da adottare e una costante verifica delle operazioni effettuate nell'intero arco temporale dei lavori», precisa Lara Calderari. Nella zona del ‘Velarium’ è per esempio stata programmata una campagna di monitoraggio climatico per la verifica dell'andamento dei parametri di temperatura e umidità relativa per comprendere se le loro variazioni possono influire negativamente sulla conservazione dei dipinti. Una decisione in merito alla rimozione degli estesi rifacimento ‘a neutro’ presenti sia nell'abside che nelle due nicchie verrà invece presa quando i lavori saranno in fase avanzata, con l'obiettivo di proporre una lettura unitaria dell'intero ciclo pittorico.