Mendrisiotto

Niente abbonamento, niente tuffi in piscina a Chiasso

Alcuni ragazzini, sprovvisti di mezzi, sono stati rispediti indietro. E' la spia di una situazione socioeconomica che i Servizi tengono d'occhio

Una nuotata? Di questi tempi è anche questione di budget (Ti-Press)
2 luglio 2020
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L'estate ormai è arrivata prepotente; e si fa sentire. Per le frotte di ragazzini chiassesi che vogliono godersi le vacanze e si accontentano del 'mare' di casa, ecco che un tuffo nel blu delle acque della piscina comunale rappresenta uno svago a portata di mano. Di mano, ma non di portafoglio, non per tutti almeno. Di recente la scena alle casse dell'impianto balneare cittadino sembra essersi ripetuta più volte. Giovanissimi bagnanti, in tasca i soldi contati (giusto giusto quei 7 franchi per il biglietto), rimandati indietro, senza appello e persino un po' bruscamente, uno dopo l'altro e con la delusione dipinta sul volto. Nella stagione calda scandita dal Covid-19 per accedere alle vasche tocca staccare l'abbonamento generale o le dieci entrate: niente biglietti singoli, insomma. Misure di sicurezza che finiscono davvero per mettere una distanza sociale, di quelle che incidono sul budget famigliare e sul morale. Volendo fare due conti, nel primo caso, l'abbonamento stagionale, a un ragazzo (tra i 6 e i 15 anni) servono 48 franchi, nel secondo (i dieci ingressi) 22. "I miei non ci arrivano", esclama uno dei nuotatori rimasti all'asciutto, svelando un'amara verità. Ai tempi del coronavirus andare in piscina, persino quello, sembra essere diventato un lusso. Ai testimoni della scena si stringe un nodo in gola: "Per un giovane - ci dicono - sentirsi discriminato dalle sue condizioni economiche è un colpo al cuore". Ventidue franchi rischiano, quindi, di fare la differenza per chi oggi è alle prese pure con gli effetti economici della pandemia. "Non si può proprio fare nulla?", ci interroga chi ha assistito a quegli episodi.

Lurati: 'Dati alla mano, valuteremo eventuali modifiche'

Giriamo la domanda al capo dicastero Sport e tempo libero Davide Lurati. "Lo ribadisco, quest'anno l'accesso tramite il biglietto singolo non era possibile: il pericolo di un assembramento era troppo alto". Tant'è che si è dovuto mettere il tetto delle entrate a 500. "In ogni caso - ci anticipa -, ci siamo dati tre settimane, le prime della stagione, per monitorare la situazione. Ci pareva consono. Quindi, valutando la situazione Covid e alla luce dei nuovi allentamenti concessi, in particolare, per gli impianti balneari, alla fine della settimana prossima, statistiche alla mano, faremo il punto. Bilancio che potrà portare a eventuali modifiche. Ci riserviamo questa possibilità". In che direzione? "Nella direzione di essere più flessibili quanto a entrate libere". Sin qui è mai stato raggiunto il limite di 500 presenze? "Al momento veleggiamo fra le 300 e le 400".

Casi in assistenza, il test sarà l'autunno

Ancora sette giorni, dunque, e si saprà se verranno riviste le regole. A quei ragazzini a cui è stata negata la possibilità di un tuffo (l'hanno vissuta così) non resta che sperare: l'estate, in fondo, è solo all'inizio. L'istantanea di un tessuto socioeconomico che mostra le sue fragilità, quella invece, resiste. Le famiglie chiassesi mostreranno il fianco alla crisi sanitaria? Per chi, come Andrea Banfi, responsabile dei Servizi sociali della città, ha chiara la fotografia della situazione sul territorio è ancora arduo sbilanciarsi. Una cosa è certa, ci fa capire subito, il quadro generale non è mutato. In altre parole, i numeri non sono cambiati. "Di domande di assistenza ne arrivano sempre, con regolarità". Da queste parti non ci si dimentica che su questo fronte si supera di due o tre volte la media cantonale. "Sarà da vedere, tra qualche mese, se Chiasso sarà toccata più di altri".

Qual è, ad oggi, lo stato dell'arte, se così si può dire? "Al momento - ci dice Banfi - non registriamo un aumento significativo delle richieste di assistenza o di aiuti finanziari. Questo al di là dei numeri consolidati e di sostegni puntuali, come la fattura arretrata". Insomma, fuori dai Servizi, lascia intendere, non c'è la fila. Ciò non toglie che ogni mese vengono versate circa 550 prestazioni di assistenza (il dato è di marzo-aprile), dietro le quali ci sono persone singole come nuclei famigliari. "Diciamo che restiamo stabili. Siamo, però, ancora nella fase cuscinetto, grazie anche alle misure introdotte e alle indennità concesse proprio per fronteggiare la crisi: penso a chi ha perso parte del guadagno, agli indipendenti. Poi c'è chi ha cercato di farcela con le risorse a disposizione - fa notare ancora il responsabile -.  Tutto dipenderà dall'andamento della situazione sanitaria e da quanti riusciranno a riprendere l'attività lavorativa. È chiaro, qualche preoccupazione sui quanto ci attende c'è". 

Ai tempi del Covid a Chiasso si è realisti

Chi non riuscirà a ripartire che alternative avrà? "Se le persone non potranno contare su degli aiuti, o si troveranno costrette a presentare domanda per l'assistenza, a integrazione della loro attività, oppure si ritroveranno a chiudere i battenti. In questo caso, penso agli indipendenti, potranno far capo alle indennità straordinarie di disoccupazione". I senza lavoro, in effetti, richiama Banfi, rappresenteranno un'altra voce da tenere d'occhio. Anche perché chi esaurirà la copertura andrà in assistenza. "Quello che si va sempre più profilando come prospettiva da qui alla fine dell'anno - ribadisce il responsabile -, è che verosimilmente vi sarà un aumento dei casi di assistenza".

Di quanto? "Difficile dirlo adesso. Ma si tratta di una evoluzione realistica. Del resto, anche ora non siamo di certo in regressione". Chiasso, quindi, si prepara. D'altro canto, se la competenza è cantonale, il Comune di confine è pur sempre chiamato a coprire il 25 per cento delle spese, ci rammenta Banfi. "Da parte nostra restiamo vigili e seguiamo la situazione. L'auspicio, in ogni caso, è che, davanti alla necessità di riattivare delle misure di sostegno si attui una strategia condivisa fra Cantone e Comuni, facendo leva su una modalità collaborativa".