Avvisata la popolazione, l'acqua 'resta potabile'. Previste misure per abbattere la concentrazione dei residui, d'intesa con il Cantone
La sua sigla è criptica: metabolita R471811. Ma il principio attivo a cui rimanda è già tristemente noto anche nel Mendrisiotto: il clorotalonil. Venuto a galla nel settembre scorso nel Pozzo Gerbo a Genestrerio, di recente è affiorato pure dalla falda da cui attinge Riva San Vitale. Fiero della sua fonte idrica, generosa quanto sicura, il Borgo che affaccia sul Ceresio a fine maggio si è ritrovato a fare i conti con quell'intruso, con tutta probabilità lasciato in eredità dai prodotti fitosanitari sparsi in passato sui terreni agricoli del territorio. Messo al bando a inizio anno dalla Confederazione, il fungicida oggi è scomparso dal panorama agreste del Paese, ma i suoi residui, come si è potuto constatare pure in Ticino e ancor più Oltregottardo (in particolare sull'Altipiano), sono sempre in agguato.
Ecco che quando il Laboratorio cantonale, analizzata l'acqua dei pozzi in zona Lümaghera, ha confermato la presenza della sostanza, in Comune si sono messi sul chi va là. Di sicuro il sindaco Fausto Medici proprio non se l'aspettava. "Se devo dirlo, per me è stata una sorpresa", ammette. Ma se è possibile, questo imprevisto non ha fatto altro che rafforzare l'obiettivo di risolvere il problema. A rassicurare tutti, autorità e popolazione, c'è, in ogni caso, la certezza - certificata dalle indicazioni dell'Ufficio federale della sicurezza alimentare e veterinaria - che l'acqua dei Pozzi vecchio e nuovo resta potabile. Detta altrimenti, 'i metaboliti del clorotalonil non rappresentano un pericolo immediato per la salute', quindi ci si potrà continuare a dissetare dal rubinetto di casa. Ciò non esclude che il Municipio dovrà mettere in atto misure utili ad abbattere la concentrazione della sostanza. Quindi portarla al di sotto della soglia fissata di 0,1 microgrammi per litro. Soprattutto dopo che i sondaggi cantonali hanno registrato un valore di 0,16 microgrammi per litro.
Il mantra adesso è tenere la situazione sotto osservazione. Fissato un piano di azione, l'autorità comunale (e per essa l'Azienda acqua potabile) si sta muovendo di concerto con il Laboratorio cantonale per monitorare in modo costante la situazione. "Abbiamo una road map da seguire - conferma Medici a 'laRegione' -. Infatti, il primo passo è stato quello di informare in modo dettagliato la popolazione attraverso una circolare indirizzata a tutti i fuochi". In effetti, dai cittadini ci si aspetta un supporto importante. Pubblico e privati, fa capire in modo chiaro il sindaco, dovranno agire in "simbiosi". Da difendere, d'altro canto, c'è la riserva idrica di Riva San Vitale. Riserva, ricorda il sindaco, che "il geologo Urs Lüchinger ha definito ben protetta e ricca". Di fronte a un bene tanto prezioso, dunque, l'imperativo, ribadisce Medici, è "restare vigili, presenti e reattivi".
A questo punto, quindi, si dovrà capire quale strategia mettere in campo per riuscire a ridurre la presenza di metaboliti in falda. Le vie possibili, ci spiega il capo tecnico comunale Matteo Colferai, sono almeno due. "Stiamo valutando d'intesa con i servizi cantonali se miscelare l'acqua o procedere a uno spurgo della falda". Scelta la misura più indicata, andrà concretizzata nei prossimi mesi, secondo una scaletta prevista dal Cantone. Nel frattempo, alla fine di aprile il Municipio ha scritto ai proprietari della zona (una sessantina in totale), con particolare attenzione ai titolari dei terreni agricoli situati all'interno delle aree sensibili, rendendoli attenti alla problematica ed esortandoli ad adottare una serie di provvedimenti, orizzonti temporali (a dipendenza dell'entità) la fine dell'anno e la fine del 2022. In parallelo, l'ente locale prevede di sistemare le canalizzazioni sulla base di un progetto affidato a uno studio di ingegneria e ormai a punto.
Sta di fatto che entro i limiti della zona dei pozzi dovrà essere ridotta l'attività agricola e andrà autocertificato l'uso dei prodotti fitosanitari. Una norma legata peraltro a un altro intervento attuato dal Comune: l'ampliamento delle zone di protezione proprio a tutela dei pozzi di captazione in zona Lümaghera, assicurando così l'approvvigionamento idrico. Zone vistate dal Consiglio di Stato giusto l'anno scorso.