Tra le sue priorità il Municipio ha in programma una serie di misure da attuare da qui al 2024. Intanto, i valori dello smog colano a picco
Il 'cielo' sulla mappa del Ticino sembra essere sempre più blu. Con i livelli di smog scesi a picco, risulta essere persino straniante vedere tutto quel ceruleo, soprattutto sulla punta estrema del cantone. Mettendo a confronto i dati settimanali di Chiasso e Mendrisio allineati nei grafici dalla Sezione della protezione dell'aria, dell'acqua e del suolo, solo l'ozono (a tratti) ha tentato di superare (di poco) la fatidica soglia dei 120 microgrammi per metro cubo. Sul fronte delle polveri fini e del diossido di azoto, invece, il calo è evidente, tanto da rendere l'aria primaverile tersa quanto non mai. Effetto della nuova quotidianità che scandisce le esistenze dei ticinesi.
Quello stesso coronavirus che ci tiene in casa (per il nostro bene), annullando il viavai motorizzato (anche con la chiusura dei valichi secondari) e rallentando la vita economica ha dato modo di disperdere le sostanze inquinanti che, di solito, appesantiscono la nostra atmosfera. Uno status - insolito ormai - che potrebbe far venire la voglia di rafforzare le misure messe in campo sin qui dai Comuni a favore dell'ambiente e contro il cambiamento climatico in atto.
In questa legislatura a Mendrisio, ma non solo, il tema del clima non ha mancato di tenere banco. Tant'è che il 9 dicembre scorso il Consiglio comunale ha votato (a maggioranza) l'emergenza climatica, segnando un passo concreto verso un impegno convinto. Le sollecitazioni a cui hanno dato voce le forze politiche, del resto, da tempo chiedono conto di una politica comunale nel solco della sostenibilità. E il Municipio non sembra intenzionato a tirarsi indietro nel tentativo di invertire la rotta. Prendiamo il grande dossier energetico. C'è un punto in cima alla lista dei buoni propositi dell'esecutivo della Città per il prossimo quadriennio (posticipato di un anno): attuare il 'Programma di politica energetica 2020-2024'. Un documento messo a punto dalla Commissione Energia e Ambiente e sottoscritto dal Municipio nel 2019. L'impegno è riconfermato anche nella risposta recapitata di recente al gruppo Ppd, autore (prima firmataria Monica Meroni) di un'interrogazione proprio sulle conseguenze delle mutazioni climatiche. Sullo sfondo anche l'ambizione, non sottaciuta, di tenersi stretto il 'marchio' Gold di Città dell'energia. Riconoscimento staccato da Mendrisio e altre 53 centri in Svizzera a fronte delle 451 Città dell'energia oggi in campo a 30 anni dal varo dell'iniziativa.
Già a fine anno l'autorità comunale aveva voluto, infatti, tirare le somme, così da tracciare un vero e proprio bilancio energetico su consumi, emissioni, ma anche efficienza del parco immobiliare pubblico e da tenere d'occhio la diffusione del fotovoltaico sul territorio cittadino. D'altro canto gli sforzi profusi sin qui, richiama lo stesso Municipio, sono stati spesi su base volontaria. Ecco perché, si rilancia, occorre "motivare la popolazione, le associazioni e le aziende pubbliche e private a prendersi carico di questi temi e a intraprendere degli sforzi analoghi".
In aggiunta a ciò, Mendrisio, si fa sapere, ha posto maggiore attenzione al "monitoraggio, la manutenzione, la salvaguardia e la promozione del verde pubblico e dei boschi (misure di acclimatazione)". Il pensiero va all’adozione del sistema di mappatura e gestione del verde R3-Gis, all’azione Climathon 2019 o all’attuazione della mozione 'Alberi della vita'. Non a caso, ribadisce l'esecutivo rivolto al Ppd, entro la fine del 2020 ci si prefigge di preparare il terreno per il secondo credito quadro destinato alla gestione del verde pubblico, del bosco e dei pericoli naturali a esso legati.
L'autorità comunale non nasconde altresì l'idea - ancora da valutare - di riuscire ad allestire un "rapporto sociale e ambientale". Dossier, si osserva, che andrà poi aggiornato "periodicamente con l’evoluzione dei risultati ottenuti nei vari settori, i potenziali di miglioramento e i valori di paragone in relazione agli obiettivi fissati".
Certo resta sempre valida una domanda: cosa può fare un Comune per reagire all'attuale crisi climatica? La risposta, conferma l'esecutivo, può essere "concreta". Come? Attraverso le centinaia di misure previste dal catalogo di 'audit' del Label di Città dell'energia. Un elenco, quello a disposizione, che prevede "misure suddivise in sei ambiti specifici, che da un lato incidono sulle decisioni e sul 'metabolismo' stesso dell’ente pubblico e dall’altro cercano di stimolare e incentivare la popolazione, le associazioni e l’economia a seguire questo esempio". Il focus è su sviluppo e pianificazione territoriale, edifici e impianti comunali, approvvigionamento e smaltimento, mobilità, organizzazione interna e, non da ultimo, cooperazione e comunicazione.