I lavoratori chiedono le motivazioni della sentenza per valutare se ricorrere contro il verdetto delle Assise criminali
Gli ex dipendenti della Consonni non ci stanno, e annunciano la volontà di presentare appello contro il proscioglimento dal reato di usura del titolare dell'azienda (e dei suoi coimputati) nel processo per usura celebrato alle Assise criminali lunedì 21 ottobre.
L'imprenditore di Cantù è stato assolto da tutte le accuse dalla corte presieduta dal giudice Mauro Ermani perché, in buona sostanza, gli operai avevano accettato le condizioni di lavoro. Condizioni che prevedevano straordinari non retribuiti e buste paga più leggere di quanto previsto.
"Il dispositivo della sentenza del processo Consonni ha lasciato senza parole gli ex lavoratori impiegati in diversi cantieri svizzeri (residenze ed alberghi di lusso) con salari nettamente inferiori ai minimi dei Contratto collettivo di lavoro", si legge in una nota stampa del sindacato Ocst. "La Corte delle assise criminali di Lugano ha infatti deciso lo stralcio dell’accusa d’usura" per un supposto impedimento a procedere (ne bis in idem)": nello stesso giorno dell’intimazione dell’atto d’accusa (ottobre 2017), la Procura aveva infatti decretato l’abbandono del reato di estorsione".
Annunciando l'appello, i lavoratori "otterranno le motivazioni della sentenza e sulla base delle stesse si verificheranno poi gli estremi per presentare una dichiarazione di appello entro 20 giorni".