Il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni traccia il bilancio della situazione finanziaria. Dopo aver ritrovato la stabilità si guarda al futuro
Chiasso ha ritrovato l’equilibrio finanziario, e da qui intende ripartire per programmare l’ultimo anno di legislatura e il futuro. Finanze e pianificazione saranno i temi principali all’ordine del giorno della seduta extramuros che il Municipio di Chiasso terrà martedì 27 agosto alla Rovagina di Morbio Superiore. «Una volta all’anno è importante fare il punto sui temi aperti», è il commento del sindaco Bruno Arrigoni, impegnato in questi giorni con il Municipio a sostenere gli anziani sfrattati da palazzo Carpano. I primi tre anni di legislatura sono archiviati. Quale il bilancio del sindaco? «Si può essere soddisfatti – risponde –. Non abbiamo avuto grossissimi problemi o casi eclatanti negativi (grazie anche al lavoro di prevenzione che sta dando i suoi frutti) e gli obiettivi importanti che ci eravamo preposti – come la Scuola della moda a Chiasso, il Consorzio pompieri del Mendrisiotto e la conferma del polo di Polizia – sono stati raggiunti». In ambito finanziario, «siamo partiti con una situazione finanziaria difficile, che ci ha purtroppo costretti ad aumentare il moltiplicatore e prendere altre misure. Anche se non siamo ancora usciti completamente da questa situazione complicata, oggi Chiasso si trova in una situazione di equilibrio: il contenimento dei costi, l’aumento delle entrate fiscali e investimenti puntuali ci hanno portato ad avere una situazione sotto controllo». È quindi ipotizzabile, con il preventivo 2020, una riduzione del moltiplicatore? «Posso immaginare che qualcuno lo chiederà – sottolinea Arrigoni –. Oggi sarebbe un errore: dobbiamo ancora dare una certa stabilità e nella prossima legislatura il nuovo Municipio potrà sicuramente chinarsi sulla problematica».
Per ridare stabilità alla cittadina, il Municipio di Chiasso si è affidato al consulente esterno Iq Center. «Per il preventivo 2020 il loro ruolo sarà marginale – commenta il sindaco –. La strategia del prossimo preventivo rispecchierà quella del 2019: gli obiettivi sono la riduzione dei costi e un certo incremento delle entrate. Anche il Comune deve cercare di incassare di più dalle proprie strutture, sia culturali che pubbliche». In questa strategia rientra la vendita degli stabili comunali come la Perfetta? «È un’ipotesi che può essere vagliata, anche se personalmente sono abbastanza scettico – risponde Arrigoni –. Oggi sul tavolo del Municipio non c’è nulla in tal senso anche perché l’incremento delle imposte registrato negli ultimi due anni ha fatto accantonare il discorso. Una cosa è però certa: il Comune non ha intenzione di svendere: deve esserci chi è interessato a pagare il giusto prezzo». Iq Center sta per contro continuando la sua analisi dell’apparato amministrativo. «Un punto che ci sta impegnando parecchio – continua Arrigoni –. La prima fase delle valutazioni del personale è in fase costitutiva e a fine anno ogni dipendente avrà la sua valutazione. Un consulente esterno sta inoltre visitando tutti gli uffici dell’amministrazione per redigere dei rapporti che saranno discussi dal Municipio con i diversi capiservizio».
Sul tavolo del Municipio di Chiasso di lavoro non ne manca. «A Chiasso non ci si annoia mai – conferma Arrigoni –. Contiamo di portare in Consiglio comunale il Regolamento organico dei dipendenti entro fine legislatura, mentre a livello di strutture la priorità è la pista d’atletica, seguita dalle palestre comunali. A breve riceveremo anche il rapporto per gli interventi al Palapenz, opera che è risultata più complessa del previsto». All’orizzonte anche il rinnovo dei poteri comunali. Bruno Arrigoni cercherà il suo secondo mandato da sindaco? «Ritengo che il periodo giusto per un sindaco sia 8 anni – conclude – per cui la mia intenzione è quella di esserci».
La stazione e i suoi binari sono una componente fondamentale per Chiasso. Ed è proprio in questo settore che la cittadina potrebbe cercare margini di sviluppo. «Quello della ferrovia è un discorso molto interessante sotto vari aspetti, anche se – sottolinea Bruno Arrigoni – al suo interno la ferrovia è complicata e la presenza di diversi settori non rende sempre facile trovare la giusta via». Oltre a quello che sta portando alla ristrutturazione della stazione e all’arrivo della scuola della moda, «abbiamo diversi cantieri aperti». Tra questi il sindaco di Chiasso ricorda «il Gleis4, un progetto che potrebbe avere un grosso successo e cambiare in parte il centro della nostra cittadina, la Piccola Velocità, la stazione comune con Como, il discorso legato ad AlpTransit e, guardando fuori dai confini comunali, il comparto del Pian Faloppia di Balerna dove ci sono chilometri e chilometri di binari e non si sa esattamente cosa voglia fare la ferrovia». Di recente Arrigoni ha riallacciato i rapporti con il sindaco di Como Mario Landriscina. Lungo la fascia di confine, del resto, «i temi sono uguali». Così come gli obiettivi pensando ad AlpTransit. «La stazione comune potrebbe essere solo un’utopia: Berna e Roma non sembrano per il momento essere interessate, ma non ci costa nulla cercare di far passare il messaggio perché l’alternativa è essere tagliati fuori».
L’immagine di Chiasso è balzata agli onori della cronaca (anche) grazie al nuovo singolo dei Vad Vuc. «A vederla dall’esterno non c’è un grandissimo ‘appeal’, ma chi arriva a Chiasso si trova bene soprattutto per la comodità dei bisogni giornalieri e per le vie di comunicazione». Caratteristiche, queste, che stanno attirando diverse aziende. «Abbiamo sfitto abitativo, ma gli spazi commerciali sono molto richiesti e non ne abbiamo tantissimi – conclude Bruno Arrigoni –. Abbiamo ancora delle aziende che operano in tutto il mondo e che vogliono stabilirsi a Chiasso. L’era delle banche di una volta è finita (ma il settore sta dando segnali di consolidamento e aumento di dipendenti), oggi dobbiamo puntare su queste aziende, sul digitale e sulle criptovalute».
Bruno Arrigoni non ha mai nascosto il suo parere favorevole all’aggregazione. Contrariamente a quello delle collaborazioni intercomunali, però, il tema non fa breccia. Come mai? «Bisognerebbe chiederlo agli altri comuni – ci risponde –. Gli incontri intercomunali che avvengono grosso modo ogni due mesi – il prossimo sarà a fine agosto a Brusino – riscuotono successo perché si affrontano problematiche che toccano tutto il territorio, dal traffico all’inquinamento passando per i bicchieri riciclabili». Ma quando si parla di fusione, «c’è ancora resistenza, soprattutto nei Municipi. Chi è molto legato al territorio e ha grosse radici nel suo comune fa ancora fatica a capire il discorso aggregativo. Un discorso che cambia se si parla con le persone appena arrivate nei vari comuni». Per Arrigoni «è solo una questione di tempo. Se vogliamo un miglioramento dell’ottimizzazione dei costi, una visione futura e avere un peso politico maggiore verso il Cantone c’è solo una strada: una fusione perlomeno del Basso Mendrisiotto che porterebbe a un comune di 20mila abitanti, ancora a misura d’uomo ma con un peso politico maggiore. Del resto, Bellinzona insegna». Non resta quindi che «aspettare le prossime elezioni».