Mendrisiotto

Città piccola, grande cultura

I numeri danno ragione agli sforzi del Centro culturale Chiasso: più visitatori che abitanti. Così si tiene testa anche ai vicini

(Ti-Press)
27 luglio 2019
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Chiasso sarà pure una città in... ‘miniatura’, ma quanto a vivacità culturale non teme confronti. Il suo ‘rinascimento’ costruito, con tenacia, negli anni oggi permette ad autorità locali e direttori artistici di apporsi al petto anche qualche medaglia; e senza temere di peccare di protervia. Altri hanno riconosciuto (ad esempio con il Premio Doron 2019) i meriti di un Centro culturale che, pur con un budget contenuto – e ‘limato’ anno dopo anno –, propone spettacoli e mostre che attraggono un pubblico variegato e fanno rimbalzare il nome della cittadina all’estero grazie all’alleanza stretta con musei internazionali. Il che procura pure migliaia di ‘visitatori di riflesso’. A conti fatti, mentre gli abitanti diminuiscono (si veleggia sugli 8mila circa), visitatori e spettatori paganti si moltiplicano. E nel raffronto la piccola Chiasso batte anche la grande Lugano. I numeri, va detto, non mentono.

La direttrice degli spazi espositivi Nicoletta Ossanna Cavadini sgrana le cifre con un pizzico di orgoglio. Del resto, è lì da vedere nel rapporto che per il secondo anno consecutivo distilla l’intensa attività del Centro, tra Cinema Teatro, m.a.x. museo e Spazio Officina e la Biblioteca comunale, che riconquista utenti e una identità culturale. «Nel 2018 i fruitori, oltre 42mila – rende attenti –, sono stati 5,3 volte più che la popolazione residente. A Lugano le entrate sono di 4 volte superiori. Il Centro culturale chiassese, quindi, può essere guardato con attenzione e fiducia». D’altro canto, ricorda ancora la direttrice, questa ‘smart city’ penetra in un triangolo – quello di Milano, Como e Varese – dai numeri importanti. Ecco che, al pari di una località turistica, la città di confine il suo indotto – dal caffè al visitatore che pernotta – lo può trarre dalla Cultura. Merito di una programmazione «diversificata» che, come spiega il direttore del Cinema Teatro Armando Calvia, sa conquistare un pubblico eterogeneo, «che ora si muove, sceglie e critica» ondeggiando dal rock alla lirica. Tutti risultati di cui, conferma il capodicastero Attività culturali Davide Dosi, l’esecutivo si dice «soddisfatto». In effetti, ribadisce, «il Municipio di Chiasso crede molto nella cultura. Siamo convinti che sia il mezzo per rilanciare l’immagine della cittadina. Questo percorso di crescita ci porta, d’altra parte, attestati e stima a livello nazionale e internazionale».

Occhio ai conti, senza compromessi

È in cassa che il dicastero non può vantare grandi cifre. «In effetti – ammette Dosi – l’anno scorso abbiamo avuto a disposizione una somma inferiore – e per il 2019 il taglio sarà di 200mila franchi, ndr –, eppure siamo riusciti a mettere in cartellone ottimi spettacoli e mostre e a proseguire con il lavoro alla Biblioteca – dall’estate 2016 nella rete cantonale, ndr –. A colmare le lacune finanziarie ci sono entusiasmo e competenze. Inoltre, si scoprono risorse insospettate». Da un po’ il Comune è chiamato a fare dei sacrifici, e su tutti i fronti (si legga dicasteri). «Infatti – rimarca il direttor Calvia –, prestiamo la massima attenzione alle risorse. Per il futuro? Si dovrà considerare di ottimizzare quanto a disposizione su progetti di qualità, e senza andare a compromessi – tiene a sottolineare Calvia –. Non possiamo pensare di abbassare l’asticella degli eventi». Chi è vicino al Centro culturale fin dal debutto spera che la situazione finanziaria migliori. «Confidiamo – dice Sandro Stadler, presidente degli Amici del m.a.x. museo – che le risorse possano essere incrementate a favore di un’attività culturale che contraddistingue Chiasso». Ormai è diventata il ‘biglietto da visita’ della cittadina, gli fa eco Vittorio Enderli degli Amici del Cinema Teatro. «Mi colpisce sempre – annota – il cambio di paradigma vissuto da un Comune prima identificato con commerci, banche, Posta, Ferrovie e Dogana. Sarebbe bello si superasse, alfine, del tutto il pregiudizio di Chiasso città anonima e senza grandi attrattive. Oggi non è più così». Altrove c’è già chi se ne è accorto. E non si tratta solo di una ‘élite’.

Chiesto un incontro ai vertici del Lac

Ci si parla. Di più: ci si scambia le competenze. Ma soprattutto si cerca di non accavallarsi con i cartelloni. Con Locarno e Como (il Teatro Sociale) è da un po’ che Chiasso ha intrecciato una collaborazione; che funziona. In effetti, «i rapporti sono buoni», conferma il direttore Armando Calvia. Ora, però, si vorrebbe aprire un dialogo anche con Lugano e il ‘suo’ Lac. Il potenziale del cantone, infatti, è importante (nonostante le dimensioni), ma le diverse strutture sono assai ravvicinate. «In tal senso abbiamo chiesto un incontro», conferma Calvia. Reazioni? «Siamo in attesa. Per ora abbiamo preso un primo contatto». E cosa vi aspettate da questo contatto con il Lac? «Innanzitutto, vorremmo verificare se sia possibile coordinare le programmazioni, evitando le sovrapposizioni. Perché non dare l’opportunità al pubblico di seguire più appuntamenti di uno stesso filone? Sarebbe interessante poter sviluppare un’intesa». Abituata a progettare «in modo integrato» le proprie proposte su tre spazi – il Teatro e gli ambiti espositivi –, la cittadina è consapevole di avere dei competitori di peso (dentro e fuori i confini), ma sente altresì di poter avere voce in capitolo. L’intento? Dialogare, appunto, con i vicini. Per il futuro, fa capire il direttore, si ricerca un «rapporto virtuoso con il territorio e gli enti che operano in Ticino». Del resto, ha fatto presente lo stesso capodicastero Davide Dosi, è stato proprio il budget contenuto a far affiorare risorse insospettate e poco sfruttate. «È il caso – spiega – delle collaborazioni intercomunali a livello distrettuale. L’idea per l’anno prossimo è di sviluppare sinergie possibili con gli altri istituti locali. Ma abbiamo già ripreso contatto con la Città di Mendrisio e il Museo Vela a Ligornetto». La strada, insomma, è aperta.

E guarda avanti pure la Biblioteca comunale, che sente di aver superato la fase iniziale della messa in rete con Sistema bibliotecario ticinese. Un passo avanti corroborato dall’aumento di utenti e prestiti. L’anno scorso i fruitori sono stati 4’931. E con loro, annota il responsabile Augusto Torriani, il rapporto è «diretto». Compiuto il «salto di qualità» che ne fa un riferimento per la grafica e il design, non si è persa la dimensione ‘intima’.