Mendrisiotto

Mendrisiotto unito per la piscina coperta

Il Distretto bussa al portone del Cantone. La richiesta: la struttura va inserita nel futuro centro studi di Mendrisio

archivio Ti-Press
18 maggio 2019
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Il Mendrisiotto che fa sport (in prima linea società e gruppi) lo ha capito da tempo che per vincere la partita delle risorse (finanziarie) che scarseggiano e delle strutture ormai troppo... strette non resta che allearsi (anzi, raggrupparsi). Oggi, però, anche la politica locale sembra essere pronta, alfine, a gettare il cuore oltre l’ostacolo del campanile e fare quadrato in nome delle necessità del distretto, preso tutto intero. Così, quando la Città di Mendrisio, di recente, ha chiamato in soccorso i Comuni della regione per tentare di dare sostanza all’aspirazione (da un po’ nel cassetto) di realizzare una piscina coperta regionale, la risposta non è mancata. La settimana prossima, infatti, sarà imbucata all’indirizzo del Cantone una istanza formale (e collettiva). Non ci si vuole lasciar sfuggire l’opportunità offerta dai piani che il governo ha per il centro studi di Mendrisio: rimodellare Liceo, Spai e Medie (il solo istituto a venir ristrutturato) e costruire cinque nuove palestre. «La nostra richiesta? Inserire nella progettazione che sta per partire anche la piscina coperta a valenza regionale – conferma il capodicastero Sport e tempo libero di Mendrisio Paolo Danielli –. Una strategia che a livello comunale ha ottenuto un buon riscontro». A spianare la strada, in questi ultimi due anni, di sicuro è stato il lavoro del Gruppo trainato da Coldrerio, Chiasso e Mendrisio, prezioso per mutare prospettiva, e prenderla davvero... sportivamente. Non a caso a crederci per primo (mettendo mano alla cassa) è stato l’Ente regionale per lo sviluppo del Mendrisiotto e Basso Ceresio. Del resto, rende attenti il collega di Chiasso Davide Lurati, «oltre alle associazioni, oggi se ne è resa conto anche la popolazione che è tempo di guardare avanti assieme; il che permette altresì di avere maggiore potere contrattuale nei confronti del Cantone, ma pure di sponsor e altri interlocutori». Adesso a cambiare (in modo convinto) mentalità, rilancia Lurati, deve essere la politica. Che, però, si sta già mettendo alla prova. Di motivazioni, in ogni caso, non ne mancano. Basta dare un’occhiata alla mappa tracciata proprio grazie all’operato del Gruppo intercomunale, il quale si è avvalso di professionisti della Comal. Censiti sodalizi e impianti, sondate le esigenze si è capito subito, come illustra l’esperto Diego Solcà su grafici e tabelle, che non solo non c’è più spazio per tutti – soprattutto in palestra e in piscina –, costringendo società e sportivi a peregrinare attraverso il territorio, ma sfugge una visione d’assieme. Senza trascurare il fatto che alcune infrastrutture sono ormai inadeguate, come campi di calcio e piste d’atletica. Una cosa è certa, fa notare Solcà, «si sono visti tanto il potenziale che la possibilità di migliorare. Quindi sarebbe un peccato tenere i dati raccolti in un cassetto. Ecco perché si sta ragionando su una piattaforma digitale regionale per gestire le informazioni e coordinare l’occupazione delle strutture. E in tal senso abbiamo già in programma degli incontri con associazioni ed enti pubblici». La sfida lanciata anni fa, come ricorda Giampiero Ceppi, capodicastero Sport di Coldrerio, si può ben dire raccolta, con la consapevolezza che «le risorse sono limitate e vanno utilizzate in modo corretto» e con spirito di collaborazione. Un antidoto a eventuali ripensamenti sta nel fatto che quello messo in campo, sottolinea ancora Ceppi, «è uno dei primi progetti che parte dal basso». E in un’epoca in cui gran parte degli oneri finanziari non sono governati dai Comuni, non è poca cosa. D’altro canto, ormai è chiaro, richiama Danielli, che oggi «vi è una grande mobilità sportiva che, a volte, si scontra con una immobilità della politica che guarda ai suoi confini». Giunti sin qui, serve concretezza.

E il primo segnale è la disponibilità del distretto a passare alla ‘fase 2’, per la quale ci si darà un anno di tempo: l’esito del lavoro lo si lascerà, insomma, in eredità ai futuri amministratori (in vista delle Comunali del 2020). Senza nascondere, ammette Lurati, che «l’obiettivo finale e il più ambizioso resta quello di creare un ente che possa gestire le strutture sportive del Mendrisiotto». Le schede del Gruppo di lavoro classificano questa soluzione come ‘variante maxi’. Salvo poi accontentarsi della ‘mini’: il classico tavolo di lavoro. Staremo a vedere.

Il futuro: sul tavolo la pista e la palestra

Sulla manutenzione urgente delle infrastrutture non si può derogare. E i Comuni capofila del Gruppo di lavoro lo sanno bene. Non di meno, già in questi primi due anni al tavolo comune ci si è voluti proiettare nel futuro. Perché di progetti abbozzati ve ne sono. E perché proprio il Gruppo avrà modo, come fa presente Diego Solcà, di «valutare dove sarà possibile ubicare i nuovi impianti o dove è consigliabile ampliare l’esistente». In altre parole, l’analisi restituirà delle linee guida utili per immaginare lo scenario degli impianti sportivi del Mendrisiotto di domani. Veniamo, però, alle strutture che potrebbero pure essere realizzate a corto termine, come messo nero su bianco nel documento collettivo. La prima dà forma a una palestra da condividere fra arti marziali e ginnastica artistica. A dichiararsi pronte a farsi promotrici dell’opera sono le stesse associazioni sportive interessate, con l’eventuale supporto di privati o dell’ente pubblico. L’investimento? Si stima tra i 400mila e gli 800mila franchi. Per la seconda, la pista di atletica (da risistemare, pena l’omologazione staccata dalla Federazione svizzera), Chiasso si è già fatto avanti con gli altri Comuni (come riferito da ‘laRegione’ del 3 novembre 2018). E il seguito non dovrebbe mancare: a livello regionale l’intenzione è di fare dell’anello chiassese l’impianto (a norma) di riferimento. Ecco che ricevere man forte per coprire le spese del rifacimento – tra il milione e il milione e mezzo – sarebbe un ulteriore segnale importante. Il Mendrisiotto, del resto, oltre a fungere da apripista nell’approccio alla gestione e cura delle strutture sportive, ha buone possibilità di indicare la via pure nel turismo sportivo. In parallelo, fa sapere Bettina Stark, direttrice dell’Ente regionale per lo sviluppo del Mendrisiotto e Basso Ceresio, si è varato uno studio proprio «per comprendere il potenziale che esiste sul territorio e immaginare altresì i possibili sviluppi futuri, con il coinvolgimento dell’Organizzazione turistica regionale». L’esigenza, peraltro, è emersa fra le pieghe anche della prima fase di lavoro del Gruppo; e avere una visione degli impianti del Distretto sarà proficuo pure in chiave turistica.