Mendrisiotto

Un Consorzio al capezzale dei corsi d'acqua

Manutenzione arginature: nel Basso Mendrisiotto e in Valle è sinonimo di sicurezza e natura. Il punto? Il costo ('molto alto') del materiale estratto

16 febbraio 2019
|

Da un decennio si prende cura dei corsi d’acqua del Basso Mendrisiotto e della Valle di Muggio. Il Consorzio per la manutenzione delle opere di arginatura (Cmabm) nel comprensorio sud del Ticino non a caso ha un mantra che l’accompagna da tempo: attenzione e prevenzione sono le parole chiave a garanzia di un territorio che sa incassare anche i colpi più duri inferti dalla natura. È così che all’eccezionalità di un evento, fanno da contraltare gesti ordinari. E lo sfalcio della vegetazione lungo un riale, la pulizia di un alveo o il risanamento degli argini si trasformano in un’assicurazione per il futuro. La missione del Consorzio, del resto, è chiara, e fin dal 2006: sorvegliare e occuparsi della manutenzione delle “opere di sistemazione idrica”. Dal settembre 2017, però, lo Stato ha affidato un mandato in più: promuovere e realizzare progetti di “rivitalizzazione e rinaturazione dei corsi d’acqua e delle rive lacustri”. Un impegno su più fronti, quindi, che a bilancio ogni anno traduce un preventivo di 550mila franchi. Braccio operativo del Consorzio (privo di dipendenti) professionisti e imprese del settore, nel solco di una collaborazione che funziona. E se il presidente del Consorzio, Rudy Cereghetti, è soddisfatto dell’intesa stretta fra pubblico e privato; ebbene, il Cantone è contento del lavoro sul campo. Un’attività costante che per il futuro ha già sul tavolo una serie di progetti, in alcuni casi in fase di appalto.

Sul terreno, in effetti, i Consorzi rappresentano un «partner affidabile e competente», conferma Tiziano Putelli del Dipartimento del territorio. E il loro operato risulta essere prezioso. In fondo, fiumi e riali hanno un interesse sovraregionale, e da queste parti persino sovranazionale. Qui i ‘punti cardinali’ del comprensorio sono Roncaglia, Breggia, Faloppia e Raggio a fronte di un territorio «molto vasto» che racchiude un «patrimonio importante», osserva il presidente; non a caso si ‘entra’ pure nel perimetro di due parchi (Gole della Breggia e Valle della Motta). Ad oggi il Consorzio locale ha inventariato in totale 190 opere. Soprattutto, però, in questi anni ha ‘riparato’ i danni alluvionali che hanno segnato qua e là la regione. «Danni ricorrenti – fa notare Cereghetti –, ma limitati nella loro entità. E questo grazie agli interventi preventivi messi in atto. In oltre 10 anni non si sono mai verificati eventi simili a quelli registrati altrove (come oltrefrontiera). In ogni caso, bisogna rimanere cauti». Nel dossier del Consorzio si fa memoria dei lavori di sistemazione effettuati nel 2014 a Seseglio e nel 2017 a Morbio Inferiore – lungo i riali Müfeta e Spinee – e a Coldrerio – sul Roncaglia – o ancora l’anno scorso nella zona del Sottopenz a Chiasso. «Noi ci siamo – ribadisce il presidente –, ma con le dimensioni del Consorzio non possiamo intervenire ovunque». Ed è qui che diventa importante sommare all’opera consortile l’azione dei Comuni. Un’intesa che dà forza ai lavori di messa in sicurezza e di rivitalizzazione dei corsi d’acqua – sempre più riportati alla natura: «Rispetto al passato la presenza del cemento è l’eccezione»– e agli interventi selvicolturali. Una ‘impronta’, quella lasciata dal Consorzio, alla quale la Delegazione vorrebbe dare visibilità, fa sapere il vicepresidente Giampiero Ceppi, portandola anche nelle scuole.

Cantieri aperti e progetti

L’attività, d’altro canto, non si ferma mai. Entro un mese l’attenzione si sposterà in Valle di Muggio secondo una sorta di piano quinquennale. «Abbiamo messo in campo un progetto di studio su tutti i riale della Valle, fissando delle priorità d’esecuzione – un corso d’acqua l’anno, ndr – che si adatta anche alle necessità dettate dagli eventi meteorologici. Adesso – annuncia Andrea Guglielmetti –, dopo Casima, interverremo alle Fontane di Muggio». In cantiere, però, ci sono pure altre opere. È il caso, ad esempio, della sistemazione idraulica e della rivitalizzazione dei riali Tognano e Vigino a Castel San Pietro e Coldrerio o del Piano di gestione della camera di ritenzione del laghetto del Ghitello, strategica anche per la sicurezza dello stesso asse autostradale.