I malviventi, in azione con l’esplosivo nella sede di una banca di Coldrerio, hanno rubato poco prima del colpo il furgone di una vicina ditta di costruzioni
Che si fosse di fronte a gente del ‘mestiere’ gli inquirenti l’hanno capito subito. Un piano – quello messo in atto nella notte tra giovedì e venerdì – pensato in ogni dettaglio. Hanno agito meticolosamente i malviventi artefici del furto alla sede della banca Raiffeisen della Campagna Adorna di Coldrerio. A partire dall’esplosione avvenuta poco dopo le due notte e necessaria per sradicare dal muro il bancomat presente. Un ‘botto’ che ha spaventato i residenti vicini alla banca, svegliati nel cuore della notte e curiosi di capire cosa fosse successo. E a chi si è affacciato per capire, la risposta di uno dei malviventi (con volto coperto e accento straniero, forse dell’est) è stata al quanto lapidaria: «Torna dentro!». Un colpo che ha permesso, stando a fonti di polizia, di racimolare un paio di centinaia di migliaia di franchi, forse tre. Cifra notevolmente inferiore secondo l’istituto bancario. Per mettere a segno il colpo i malviventi – almeno tre persone –, oltre a preparare materiale esplosivo e innesco, hanno pensato anche al trasporto del bancomat. Poche ore prima del furto, infatti, hanno rubato un furgone da una ditta situata non molto distante da via Pierfrancesco Mola, sede della banca. Furto confermatoci da uno dei titolari. Il furgone utilizzato, secondo indiscrezioni raccolte da ‘laRegione’, sarebbe stato ritrovato a poca distanza in località Mulini (tra Coldrerio e Novazzano) e al suo interno sarebbero stati ritrovati alcuni pezzi del bancomat esploso. Lì sarebbe avvenuto il cambio d’auto e poi la fuga verso uno dei valichi che portano in Italia. Subito avviate le ricerche da parte della Polizia cantonale – coadiuvate dalla Polizie comunali e dalle Guardie di Confine – le quali, al momento, non hanno dato esito positivo. Ingenti, per contro, i danni causati dall’esplosione. Ieri mattina nel piazzale antistante la banca e sulla strada erano sparsi pezzi di bancomat, analizzati attentamente dalla Polizia scientifica intervenuta da Zurigo. Danni ancora maggiori – ci è stato confermato da un dirigente – si sono verificati all’interno della struttura. Il bottino, si è appreso inoltre, avrebbe potuto essere di entità maggiore se non fosse per il fatto che i ladri non siano riusciti a raggiungere tutti i ‘cassetti’ dove sono immagazzinate le banconote all’interno del distributore.
Nella zona di Bergamo, i media locali l’hanno ribattezzata la ‘Banda del botto’. Gruppo composto da malviventi che, tra settembre e ottobre (come pure a febbraio e marzo), ha messo a segno numerosi colpi. Il modus operandi? Pressoché identico a quello verificatosi la scorsa notte a Coldrerio: azione notturna, esplosione (più o meno ‘controllata’) e fuga. Così era successo ad esempio in una notte di inizio ottobre a Brembate, quando fu fatto saltare in aria un bancomat usando materiale esplosivo confezionato artigianalmente. Di matrice molto simile anche le azioni commesse i giorni precedenti a Verdello e San Paolo d’Argon, sempre in provincia di Bergamo. Acetilene (un gas estremamente infiammabile) con un innesco elettronico azionato a distanza alla base dei colpi avvenuti lo scorso marzo e il mese precedente a Colognola, ai danni dello stesso sportello. Senza dimenticare quello avvenuto la notte prima dell’Epifania (anche in questo caso tra le due e le tre del mattino) a Mozzanica, occasione propizia per i malviventi che, dopo l’esplosione, riuscirono a mettere le mani su un consistente bottino: il bancomat era infatti stato appena ricaricato per il fine settimana.