Mendrisiotto

Pantani e i chierichetti: il vescovo dice la sua

Per monsignor Lazzeri quelle della municipale sono state 'parole insensate'. E sui migranti: 'Manca il confronto civile'

(foto Ti-Press)
27 settembre 2018
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A evocarli, la Curia e il vescovo, è stata la stessa Roberta Pantani. E dalle pagine del ‘Mattino’, giusto domenica scorsa. L’invito a trasferire l’arciprete non è neanche tanto velato. “se il Feliciani ritiene di vivere in un Paese che non gli aggrada – scrive la vicesindaco nelle sue esternazioni –, non ha che da fare le valigie e partire per altri lidi (meglio se lontani). Ciò facendo – rincara –, risolverebbe anche un problema non da poco alla Curia, che del Feliciani non sa più che farsene, non riuscendo neppure a trasferirlo in altre parrocchie, perché non particolarmente gradito. I cittadini chiassesi, i sempre meno astanti alle sue funzioni domenicali, migranti, prostitute, agenti di polizia, politici, donne, uomini e bambini, tutti ne sarebbero lieti”. E anche qui la municipale non ci è andata tanto per il sottile. La diatriba fra lei e il parroco, d’altro canto, non è certo nuova.

Il vescovo di Lugano, monsignor Valerio Lazzeri, in ogni caso, chiamato in causa non si è tirato indietro. Sollecitato ieri da ‘laRegione’ non ha mancato di dire alcune parole in merito alla vicenda e altresì in riferimento alla pastorale dell’arciprete di Chiasso don Feliciani.

Monsignor vescovo, la vicesindaco Roberta Pantani ha attaccato dalle colonne del ‘Mattino’ l’arciprete di Chiasso, don Feliciani, per aver accolto fra i chierichetti due bambini di origine etiope. Parole dure le sue e che la chiamano in causa, quasi a mettere in discussione la pastorale del parroco. Come risponde?

Mi auguro sia stata un’uscita maldestra e gonfiata. Chiasso è un territorio di confine, dove possono più facilmente che altrove venirsi a creare delle situazioni che sollecitano un parroco a intervenire per fare riflettere i fedeli sulle loro responsabilità, anche sul piano sociale e civile. Non penso che si possa parlare di sconfinamenti da questo punto di vista. Che certi temi possano essere particolarmente sensibili per una certa parte politica e suscitare reazioni d’insofferenza è un fatto. Non mi pare, però, che sia il caso di amplificare quanto avvenuto. Riguardo ai bambini di origine etiope, sono state pronunciate parole maldestre, insensate e prive di fondamento. Oso sperare che siano da attribuire soltanto alla foga della polemica.

Non è la prima volta che Roberta Pantani e la Lega puntano il dito su don Feliciani, accusandolo di fare politica dal pulpito. Salvo poi, come è il caso recente, commentare scelte insite alla Parrocchia. Per finire entrambi, allora, hanno sconfinato in campo altrui? Cosa ne pensa? Ritiene che la Parrocchia di Chiasso sia nelle mire della Lega?

I rapporti fra Stato e Chiesa sono già ben definiti. Che però a livello personale ci siano incomprensioni, può capitare. Ciò che è importante è riuscire a costruire un dialogo, evitando quindi degli attacchi unilaterali.

La querelle di Chiasso. Poi giusto martedì sera l’incontro informativo sul futuro Centro federale d’asilo che degenera quasi in rissa. L’impressione è che ci siano segnali inquietanti a fronte del tema dei flussi migratori e del rapporto con l’altro. Questa situazione, monsignor Lazzeri, la preoccupa?

Certo, mi preoccupa l’esasperazione dei toni e l’incapacità crescente a confrontarsi civilmente su temi così importanti come l’accoglienza degli stranieri e i flussi migratori. È paradossale che alla diminuzione degli arrivi corrisponda un inacidirsi dei toni e l’aumento degli attacchi personali, come quelli che hanno colpito anche don Giusto, parroco di Rebbio – attaccato dal gruppo politico di destra Forza nuova con uno striscione per le sue posizioni sulla linea del governo italiano in fatto di flussi migratori e accusato, pure lui, di occuparsi di politica fuori dal suo ruolo, ndr –. Mi auguro da parte di tutti un sussulto di buon senso, di civiltà, di umanità.