Alla testa delle Processioni storiche, aveva 87 anni. 'Era speranzoso che le tradizioni del Borgo ricevessero il 'marchio' Unesco'
Le Processioni storiche di Mendrisio hanno perso un pezzo di cuore. Nella notte di mercoledì se ne è andato Giuseppe Poma, da oltre 40 anni alla testa di una delle tradizioni più sentite e radicate del Borgo. Aveva 87 anni. Un'età, la sua, che non gli impediva, oggi come ieri, di essere sempre in prima linea in nome delle Processioni e dell'amore per Mendrisio. Lui che in entrambe le realtà ci è cresciuto. Non si tirava indietro soprattutto ora che il capoluogo confida di veder entrare queste tradizioni nel Patrimonio culturale immateriale dell'Unesco. Sarà quindi difficile per quanti, da tempo, lo affiancavano nell'allestimento delle sfilate del Giovedì e del Venerdì santi, non sentirne la mancanza.
Con Nadia Fontana-Lupi, direttrice dell'Organizzazione turistica regionale, si erano visti in luglio e a breve, a inizio settembre, si sarebbero ritrovati ancora, proprio per parlare di progetti legati alla candidatura Unesco. «Aveva ancora una gran voglia di fare – ci dice –. Aspettava con ansia ed entusiasmo due cose: di vedere la conclusione del restauro dell'Ancona di Giovanni Bagutti, in San Giovanni, operazione nella quale si era buttato anima e corpo e che è appena partita; e di festeggiare la consegna del riconoscimento Unesco. Era convinto che ciò che è stato fatto fosse giusto. Ed era speranzoso».
Nadia Lupi non fatica a trovare delle definizioni. «Chi era Giuseppe Poma? Era una persona brillante e generosa; una figura molto importante. Ed era coraggioso: non si tirava mai indietro davanti ai problemi. Un gentiluomo d'altri tempi».
Se poi chiedete ai suoi più stretti collaboratori, che con Poma hanno condiviso gioie e impegni, ancora non si capacitano della perdita, repentina. «Eravamo ben affiatati – ci racconta Mario Tettamanti, responsabile per il Venerdì santo –. Lui dava fiducia a noi; e noi sapevamo di poter sempre contare su di lui: ci mancherà. Che dire, per le Processioni ha fatto tanto. Ricordo la prima grande sfida, nel 1998, quando abbiamo organizzato il Bicentenario. Poi il restauro della chiesa di San Giovanni, il recupero di alcune tele, che lo vedeva in prima linea anche nella raccolta fondi. E' stata un'esperienza eccezionale”.
E' affranto Edio Cavadini, l'altro perno (con Tettamanti), nella 'cura' delle Processioni (in questo caso del Giovedì). «Perdo un grande amico – confida a 'laRegione' –. È sempre stata una persona molto cordiale e rispettosa di tutti i collaboratori». Poma, aggiunge ancora, è stato "uno dei promotori della candidatura Unesco e del restauro dell'Ancona del Bagutti: peccato che non potrà vederla».
Cavadini ripercore, poi, gli inizi: “L'ho conosciuto nell'ambiente del Football Club Mendrisio nel 1971 (Poma è stato cassiere dell'Fc Mendrisio e delegato all'Asf (l'Associazione svizzera di calcio) quale responsabile delle finanze, ndr) , facevamo le trasferte insieme in auto una domenica sì e una no».