Raccolgono consensi le proposte del Municipio di Lugano, che prevede la tutela dell’edificio del ristorante Vetta e riduce l’edificabilità nel quartiere
Non sarà possibile edificare nel terreno Ai Piani (11’600 metri quadrati), sopra il nucleo di Brè ed è stralciata la prevista strada di quartiere. Non solo. È stata introdotta la salvaguardia, come bene culturale di interesse locale, dell’edificio che ospita il ristorante in cima al monte e sono state dimezzate le possibilità edificatorie del comparto Vetta (dove la superficie utile lorda scende da 5’000 a 2’500 metri quadrati). Queste sono le principali novità emerse dall’incontro tenutosi sabato mattina nella vecchia palestra delle scuole tra i residenti e la Città di Lugano, rappresentata da Filippo Lombardi, titolare del Dicastero pianificazione, ambiente ed energia e mobilità, Andrea Felicioni, direttore della Divisione e alcuni funzionari.
Massiccia la partecipazione all’incontro: tante persone hanno dovuto assistere in piedi alla presentazione degli aggiornamenti pianificatori, che hanno raccolto l’apprezzamento da parte del pubblico. Mattias Schmidt, coordinatore dell’associazione Uniti per Brè, ha sottolineato la portata storica delle proposte municipali, che prossimamente verranno messe nero su bianco in un messaggio all’indirizzo del Consiglio comunale: la decisione di escludere l’edificazione sull’ampio terreno Ai Piani “segna un punto di svolta nella pianificazione territoriale della zona”. Una scelta che ha privilegiato la tutela del paesaggio e il bene comune e che si può interpretare come una vittoria per il sodalizio, secondo il quale “rappresenta il frutto di quasi quindici anni di impegno da parte dell’associazione Uniti per Brè (costituita nel 2010 proprio per contrastare il progetto edilizio Ai Piani) e dei cittadini che l’hanno sostenuta”.
I rappresentanti delle istituzioni hanno rievocato le principali tappe che hanno condotto alla decisione. A cominciare dall’esperimento di pianificazione partecipata, con il coinvolgimento della popolazione, avviato a Brè nel 2018. Già nello stesso anno era emersa forte e chiara la volontà della comunità del villaggio, che si tradusse nelle oltre tremila firme della petizione “Salviamo Brè - Blocchiamo la cementificazione”, trasmessa all’allora Municipio di Lugano, che chiedeva una pianificazione rispettosa, dopo il boom edilizio registrato tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta. La questione è pure stata oggetto di numerosi atti parlamentari che hanno chiesto all’Esecutivo di togliere l’edificabilità in quel terreno. Il problema è che il vecchio Piano regolatore di Brè, risalente al 1977, invece, attribuiva alla zona la possibilità di costruire e i proprietari avrebbero voluto concretizzare il loro progetto chiedendo all’autorità cittadina l’azzonamento.
Tuttavia, il Municipio di Lugano non ha mai accettato la proposta dei privati, che hanno innescato una lunga vertenza con la Città. Una lunga vertenza arrivata fino al Tribunale federale, che nell’estate di due anni fa, ha respinto la richiesta dei proprietari, negando loro pure l’espropriazione materiale e il relativo indennizzo quantificato in 7,9 milioni di franchi, ma rimandando l’incarto al Tribunale amministrativo cantonale (Tram). Tram che successivamente ha confermato quanto stabilito dai giudici di Losanna. Nel frattempo, la Città ha presentato un piano d’indirizzo per il nuovo Piano regolatore di Brè che includeva l’edificazione, seppur ridotta, del terreno Ai Piani e introduceva altre facilitazioni all’edificazione nel quartiere. Però, il Dipartimento del territorio non ha accettato la proposta e ha bocciato le scelte urbanistiche. Come è stato ribadito sabato all’incontro, il Cantone ha ritenuto eccessive le concessioni del Municipio, chiedendogli di limitare le possibilità edificatorie nel comparto. Perciò, la Città si è adeguata: ha stralciato la prevista strada di accesso e ha ridimensionato parecchio le possibilità edificatorie in tutta la sezione di Brè. Il risultato è anche dovuto alla verifica delle zone edificabili che il Cantone ha chiesto ai comuni ticinesi nell’ambito della Scheda R6 del Piano direttore cantonale. Da tale veridica è in effetti emerso un significativo sovradimensionamento dell’edificabilità a Brè.
Al termine dell’incontro, il coordinatore di Uniti per Brè ha espresso grande soddisfazione, che ha tradotto in una nota stampa: “La decisione del Municipio di Lugano di tutelare il comparto di Brè escludendo il terreno Ai Piani dall’edificazione è il coronamento di un lungo percorso di dialogo e partecipazione. Questo vasto prato diventa ora un elemento centrale della pianificazione territoriale, garantendo la conservazione di un paesaggio unico che è parte integrante dell’identità di Brè e del suo valore culturale e ambientale”.
L’associazione considera questa conclusione “un’importante conquista e ringrazia tutti i cittadini, gli esperti e le istituzioni che hanno contribuito a dimostrare che la salvaguardia del paesaggio può essere integrata con le esigenze di sviluppo sostenibile. La tutela del vasto terreno prativo Ai Piani non è solo una vittoria per Brè, ma un segnale significativo per tutta la città di Lugano, in cui il rispetto per il territorio e il coinvolgimento della cittadinanza possono portare a risultati concreti”. L’associazione resterà vigile anche in futuro, perché occorre fare attenzione al nucleo e applicare quanto previsto nell’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere d’importanza nazionale (Isos).