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Brè, ‘si vieti l’edificazione nella zona Ai Piani’

L'associazione a difesa del territorio chiede al Municipio di Lugano di riconsiderare la proposta pianificatoria alla luce della recente sentenza del Tf

L’area verde sopra il nucleo di Brè
(Ti-Press/Elia Bianchi)
11 settembre 2023
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Per arrivarci bisogna fare un giro attorno al paese passando però dal nucleo. In auto non è facilmente raggiungibile l’ampio terreno di oltre 11’600 metri quadrati, denominato Ai Piani, posizionato a nord del quartiere di Brè. Oltre a una strada d’accesso tortuosa, il sedime non è sufficientemente urbanizzato e nemmeno è incluso nel Piano generale delle canalizzazioni in conformità con la legislazione federale in materia di protezione delle acque. Per queste ragioni, l’Associazione Uniti per Brè chiede al Municipio di Lugano di riconsiderare il Piano d’indirizzo del Piano regolatore (Pr) di Brè-Aldesago, che riguarda l’area Ai Piani. Piano che, assieme alla bozza del nuovo Pr, è ancora nelle mani degli uffici cantonali, che devono ancora esprimere per scritto il loro parere sulla proposta municipale.

Niente indennizzo ai proprietari

La richiesta poggia sulla recente sentenza del Tribunale federale che ha dato ragione alla Città ai proprietari la richiesta di espropriazione materiale, per un indennizzo pari a 7,9 milioni di franchi. Una richiesta che è stata indirizzata recentemente tramite lettera a Palazzo Civico. In estrema sintesi, l’associazione vorrebbe che il Municipio rivedesse la proposta pianificatoria di consentire l’edificabilità della parte pianeggiante del sedime. La Città, dopo una lunga procedura, ha infatti optato per lo scenario D: un modello urbanistico, che prevede di “concentrare l’edificabilità nella parte nord della collina in località Ai Piani, liberando al contempo i terreni scoscesi più in basso. Questi ultimi, avranno un carattere pubblico e permetteranno alla popolazione, grazie alla rete pedonale prevista, di poter godere della bellezza del paesaggio che si può scorgere dalla collina”, si legge nel Piano d’indirizzo dell’esecutivo.

Lo scenario D appare ‘incompleto’

Il Municipio di Lugano, nell’ambito della ponderazione degli interessi in gioco, effettuata prima della sentenza del Tribunale federale, ha voluto salvaguardare quello di una parte dei proprietari, lasciando loro la possibilità di sfruttare una fetta dei propri fondi, nell’area pianeggiante del terreno. L’edificabilità nella parte scoscesa del sedime è stata invece negata, perché il territorio non è azzonato, dopo la rinuncia a realizzare la strada proposta con il vecchio Piano regolatore.

In questo modo, la pianificazione, agli occhi dell’autorità cittadina, garantisce la promozione dell’interesse pubblico, “in un comparto particolarmente pregiato, che viene aperto all’uso dell’intera popolazione, concentrando la possibilità di edificare dove l’impatto sul paesaggio sarebbe minore. Secondo l’associazione, la proposta pianificatoria del Municipio per la località Ai Piani “ha indubitabilmente subito l’influenza dell’annosa questione legata alla richiesta di indennizzo da parte dei proprietari”. Alla luce della recente sentenza del Tribunale federale, la vertenza legata all’indennizzo potrebbe essere conclusa, secondo l’associazione, che considera lo scenario D lungimirante ma incompleto.

Tutto parte da quell’errore del 1977

Uniti per Brè richiama alcuni passaggi della sentenza di Mon Répos. In particolare il fatto che, nel 1977 il fondo in questione “era stato attribuito, in contrasto alle esigenze della Lpt, alla zona edificabile e dunque tale grave errore di pianificazione (con tutte le sue implicazioni) va oggi corretto. Infatti, è appunto l’aspetto qualitativo della pianificazione che va perseguito in questa località: tutta l’area della località Ai Piani deve restare libera da edificazioni. Il patrimonio paesaggistico deve essere preservato, a maggior ragione quando, come sentenzia il Tribunale federale, si sono commessi errori di pianificazione ai quali oggi si deve rimediare”.

L’associazione ricorda che il rapporto urbanistico sottolinea più volte il particolare, delicato contesto paesaggistico e l’esigenza di preservare il carattere naturale di Brè. Emerge chiaramente che la vocazione del villaggio (quartiere) di Brè è incentrata sulla salvaguardia del proprio tessuto storico, paesaggistico e naturale. Questo contribuisce al ruolo di Brè come luogo di vita di grande qualità. In altre parole, occorre garantire un’accresciuta tutela, impedendo nuove costruzioni nel quartiere.

Problematiche simili emerse 13 anni fa

La volontà della comunità del villaggio è stata espressa già nel 2018 con le oltre tremila firme della petizione “Salviamo Brè – Blocchiamo la cementificazione”, trasmessa all’allora Municipio di Lugano, per una pianificazione rispettosa, dopo il boom edilizio registrato tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta. Peraltro, la costituzione dell’Associazione Uniti per Brè, che risale al 2010, è proprio legata al vasto terreno Ai Piani. Tutto cominciò dopo l’interrogazione, presentata nel febbraio di 13 anni fa, dall’allora consigliera comunale Cristina Zanini Barzaghi (oggi municipale Ps, ndr), sottoscritta anche dall’allora consigliere comunale Francesco Gilardi. Un atto parlamentare che metteva in luce problematiche aperte ancora oggi, ossia le difficoltà di accesso stradale alla zona Ai Piani e il parere della Commissione di quartiere che invitava il Municipio alla salvaguardia del sedime.

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