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Furti in Malcantone, espulsa una 20enne

Con la complicità di una coetanea, in quattro episodi si è introdotta in alcune case a Magliaso e Caslano. Sarà espulsa per cinque anni

La sedia centrale oggi non era presente causa assenza dell’imputata
(Ti-Press)
3 luglio 2024
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Quattro furti in una settimana. E avrebbero potuto continuare se non fossero state colte in flagrante e poste in carcerazione preventiva lo stesso giorno. Tra aprile e maggio 2023 due ragazze sedicenti 20enni hanno compiuto o tentato quattro furti tra Caslano e Magliaso, riuscendo a rubare della merce che però non è stata né quantificata dalle persone danneggiate né recuperata dalle autorità.

Dopo l’espulsione della correa con sette alias e che singolarmente ha rubato 41’300 franchi in oggetti vari, oggi, alle Assise correzionali di Lugano, doveva giungere una sedicente cittadina italiana, ma di fronte al presidente della Corte Siro Quadri l’imputata non era presente. Nonostante la sua assenza il giudice le ha inflitto una pena di cinque mesi sospesi per due anni e l’espulsione per cinque anni dalla Svizzera per aver commesso i reati di ripetuto furto aggravato e in parte tentato, ripetuto danneggiamento, ripetuta e in parte tentata violazione di domicilio e di ripetuta entrata illegale.

‘Non erano per niente organizzate’

Nel breve dibattimento in aula, la procuratrice pubblica Chiara Buzzi ha proposto una pena di otto mesi sospesi e l’espulsione. Sara Pool, l’avvocata della giovane anche se non ha mai visto la sua cliente, ha cercato di limare l’atto d’accusa e ridurre due dei quattro furti in contravvenzioni poiché non si ha la certezza che l’importo dei gioielli sia superiore ai 300 franchi. Pool nella sua arringa si è espressa anche sull’aggravante, esposta dalla pp, di furto per mestiere e come associata a una banda: «Non sappiamo quale sia la sua vita precedente, forse della sua correa si conosce qualcosa, ma di lei non sappiamo nulla e, a quanto pare, era la sua amica a intascarsi la merce rubata». Inoltre, «non c’è furto in banda, i luoghi da colpire li cercavano a caso e non erano per niente organizzate, dato che talvolta c’erano pure gli inquilini all’interno delle abitazioni».

Il giudice nella sentenza ha quindi derubricato i due furti in contravvenzioni, tolta l’aggravante di associazione a una banda e confermato il furto per mestiere, poiché, come ha precisato, «la 20enne veniva in Svizzera esclusivamente per compiere dei furti».