Il concorso di progettazione, lanciato dalla Fondazione d’intesa con il Municipio, ha premiato un disegno per dare nuova vita all’edificio storico
A Monteceneri sorgerà una fenice. E come vuole il mito, lo farà dopo circa 500 anni. Luogo della rinascita sarà infatti la Casa dei Landfogti, che ha visto disegnato il suo futuro nel progetto vincitore chiamato proprio come l’uccello mitologico. Si è concluso poco fa il concorso di progettazione per dare nuova vita alla parte storica (bene culturale d’interesse cantonale) e per la creazione di un nuovo edificio. Insieme, formeranno un centro sia civico che culturale. Il concorso ha premiato ‘Fenice’ presentato dallo studio Wespi de Meuron Romeo architetti Sa, che il sindaco Pietro Solcà spiega essere stato scelto «per la sua eleganza formale e per la visione in termini di vivibilità e inclusività». Il progetto – promosso dalla Fondazione Centro culturale Casa dei Landfogti d’intesa con il Municipio e finanziato dall’architetto Luciano Cattaneo – sarà presentato questa sera al Consiglio comunale. Al pubblico, i 29 progetti che hanno partecipato, saranno invece mostrati dal 14 al 24 gennaio 2025 al Centro diurno di Rivera.
«Se non vi saranno intoppi – indica Solcà – secondo il cronoprogramma, il cantiere potrebbe essere avviato nei primi mesi del 2027 e l’inaugurazione potrebbe essere nel 2030. Anno in cui il Comune di Monteceneri compirà vent’anni. Sarebbe davvero un bel regalo. L’auspicio è che la politica faccia in modo che l’iter procedurale prosegua nel modo più celere possibile e secondo il programma per dare una nuova sede a Municipio e Consiglio comunale, con gli uffici amministrativi, e al centro culturale». A lanciare il concorso era stata la Fondazione, ma ora è tempo di un passaggio di consegne. Infatti, la responsabilità delle prossime tappe verrà assunta dal Comune, proprietario dei fondi, mentre alla Fondazione spetterà, in un primo momento, il compito di assicurarsi collaborazione e sostegno attivo, in particolare nella ricerca di contributi pubblici e privati per la realizzazione del restauro della parte tutelata a livello cantonale e degli spazi a disposizione delle attività del centro culturale. Prossimamente, l’esecutivo dovrà preparare il messaggio con la richiesta del credito per elaborare il progetto e il preventivo definitivo. Dopo la decisione del Consiglio comunale e la fase di progettazione vera e propria, seguiranno la richiesta del credito per la realizzazione, l’attribuzione delle diverse commesse e l’inizio del cantiere.
L’obiettivo, ci racconta Marco Maccagni, presidente della Fondazione, «è quello di trasformare gli edifici della Casa dei Landfogti in un luogo d’incontro e il cuore pulsante della vita sociale e culturale di Monteceneri. Nella nostra visione è importante rispettare il passato e guardare al futuro per creare un luogo identitario per tutti e cinque i quartieri. È bello sapere che un edificio storico e tutelato come questo possa rinascere, dopo 500 anni, non dalle proprie ceneri ma dalle mura storiche ristrutturate e dalle nuove costruzioni». La sfida più grande, spiega Maccagni, «è cercare di far convivere la parte storica con le future costruzioni in modo equilibrato e rispettoso. Ma con questo progetto credo che le sue componenti saranno complementari e si creerà una bella sinergia tra vecchio e nuovo».
Del progetto ‘Fenice’, la giuria – presieduta dall’architetta Cristiana Guerra –, ha apprezzato, si legge in una nota, “l’attenta lettura del sito in rapporto al bene culturale protetto e l’accurato trattamento di tutti gli spazi del sedime che vengono definiti e concatenati tra di loro in una sequenza di ambienti”. La corte “viene estesa fino al nuovo edificio, mediante la demolizione del muro a meridione, che risale agli anni Sessanta. Il progetto propone una sorta di ulteriore cinta che rafforza il complesso della Casa dei Landfogti situato all’interno di un contesto piuttosto anonimo”. Lo spazio interno alla corte “viene schermato dal rumore della strada cantonale in maniera efficace mediante l’accostamento di un nuovo volume massiccio di pietra e vetro, arretrato rispetto al bene tutelato. Lì si troverà l’entrata principale”. Ai progettisti in effetti, erano state chieste proposte che da un punto di vista concettuale, urbanistico e architettonico garantissero il rispetto del bene tutelato e con un corretto rapporto tra il vecchio e il nuovo. Per quanto riguarda i costi di realizzazione, il bando ha indicato un importo massimo di 10milioni di franchi.
«Con questo progetto – conclude Maccagni – siamo sempre più vicini a quel desiderato nuovo capitolo per la Casa dei Landfogti».