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Tornano in carcere i due artefici della più grande truffa Covid

La Corte di appello e revisione penale ha inflitto pene di quattro anni e sei mesi e tre anni e sei mesi alle persone che hanno raggirato lo Stato

Prolungata la pena
(Ti-Press)
27 settembre 2024
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Dalle Assise criminali di Lugano alla Corte di appello e revisione penale (Carp). E poi ancora dalla Carp fino al Tribunale federale (Tf) e ritorno. È stato questo il viaggio durato tre anni dell’incarto che ha visto la conclusione in questi giorni con la condanna a 4 anni e 6 mesi per un 63enne difeso da Daniele Fagetti e 3 anni e 6 mesi per un 49enne difeso da Costantino Castelli per aver commesso i reati di ripetuta truffa e falsità in documenti. I due attraverso le loro società luganesi, durante il periodo pandemico, avevano ingannato lo Stato incassando 1,5 milioni di franchi nell’ambito di crediti previsti dalla Confederazione per la pandemia. I fondi, derivanti dal più grande raggiro in Ticino nell’ambito pandemico, sono stati utilizzati per scopi estranei a quanto stabilito dall’Ordinanza sulle fideiussioni solidali Covid-19 e, in particolare, per far fronte a spese personali.

Il ricorso del procuratore pubblico

In primo grado, entrambi i truffatori erano stati espulsi dalla Svizzera, ma successivamente questa decisione è stata revocata nei confronti del più giovane dalla stessa Carp. Nella sentenza del dicembre 2021 la Carp aveva condannato a 3 anni e 6 mesi il 63enne e aveva inflitto 2 anni e 6 mesi al più giovane, una pena più bassa rispetto a quanto stabilito ora, perché non erano stati ritenuti colpevoli di tutte e tre le truffe Covid delle quali erano stati accusati dal procuratore pubblico Daniele Galliano. Quest’ultimo, ritenendo che la sua proposta fosse adeguata, aveva presentato ricorso al Tribunale federale chiedendo ancora l’espulsione per entrambi e una maggiorazione della pena che includesse anche le due truffe Covid – una da 500mila franchi e l’altra da 80mila franchi – per le quali non erano stati condannati dalla Carp nel 2021. Il ricorso del pp ha avuto successo e il Tf ha rispedito indietro l’incarto e indicato ai giudici della seconda istanza giudiziaria come si doveva procedere: la Carp aveva violato il diritto perché aveva prosciolto i due ritenendo per un episodio che non ci fosse stato l’inganno astuto e per l’altro che non ci fosse stato il danno.

L’incarto è così tornato alla Carp presieduta da Giovanna Roggero Will – giudici a latere Chiarella Rei-Ferrari e Matteo Tavian –, che ha pronunciato la nuova condanna più pesante, tenendo in considerazione tutti gli episodi prospettati dal pp. I truffatori, nonostante la contrarietà espressa dai due avvocati difensori in aula a Giubiasco il mese scorso, dovranno dunque tornare in carcere e scontare la pena restante.

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