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Gli Udc ‘allargano’ le commissioni di quartiere

Intanto il sindaco Foletti ha incontrato i presidenti: ‘Ci sarà una nuova formula di comunicazione’

Uno scorcio del quartiere di Besso
(Ti-press)
13 giugno 2024
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Cambiamenti in vista per le commissioni di quartiere luganesi, che in molti casi hanno simbolicamente preso il posto degli ex comuni aggregati negli scorsi anni. Una novità è l’allargamento da otto a dieci membri, con l’ingresso di un rappresentante designato dall’Udc in ciascuno di questi gremi, e di converso di un ulteriore rappresentante non nominato dai partiti ma eletto dall’assemblea.

Cosa dice il regolamento

Abbiamo interpellato il sindaco Michele Foletti chiedendogli, anzitutto, perché arriva ora, questo cambiamento, visto che l’Udc era già presente in Municipio con Tiziano Galeazzi. «Semplicemente, perché all’inizio della scorsa legislatura, quando vennero costituite le commissioni, c’era ancora Marco (lo scomparso sindaco Borradori, ndr) mentre l’Udc non era in Municipio». Il subingresso avvenne a legislatura in corso. Anche il fatto che la Lega e l’Udc si siano presentate alle elezioni su una lista unica non cambia la ‘distribuzione’ dei posti in commissione: «Se tre anni fa, per fare un esempio, fossero stati eletti sulla stessa lista un municipale del Ps e uno dei Verdi, entrambi i partiti avrebbero un rappresentante in ogni commissione». Precisamente, fa stato l’articolo 77bis del Regolamento comunale, che parla espressamente di ‘partito’: “Le commissioni di quartiere sono composte da persone residenti nel quartiere secondo la seguente chiave di riparto: un rappresentante per ogni partito rappresentato in Municipio, proposto dal rispettivo partito; un egual numero di rappresentanti eletti dall’assemblea di quartiere entro 45 giorni dall’inizio della legislatura, possibilmente scelti tra le associazioni e i patriziati esistenti nel quartiere, se da essi richiesto”.

Le costellazioni

Svelato il motivo dell’adeguamento numerico delle commissioni, resta in divenire una riforma più sostanziosa, legata alla nascita delle cosiddette ‘costellazioni’. Nove ‘maxi quartieri’ che prenderebbero il posto degli attuali, e questo in relazione alla revisione del Piano regolatore di Lugano. Il quale, semplificando, verrebbe composto da nove piani regolatori locali (Val Colla, I Ronchi, Costa sinistra, Piana, Monte Brè, Lugano a lago, Monte San Salvatore, Pian Scairolo e Città alta) al posto degli attuali, una ventina, ancora vigenti ed ereditati dagli ex Comuni.

L’idea è quella di adeguare pure le commissioni di quartiere alla futura realtà, ma il tutto è fermo poiché il documento di base, il Piano direttore comunale (PDcom) non è ancora stato approvato. «Lo abbiamo comunque messo in consultazione, e su questo concetto non ci sono state critiche nemmeno dalle commissioni di quartiere» ci dice il sindaco Foletti, che proprio lunedì ha incontrato i presidenti di questi organismi locali. Un’occasione anche per confrontarsi su un tema emerso negli scorsi mesi, ovvero un certo scontento da parte delle commissioni che si sentono poco ascoltate da Palazzo civico, ricevendo una risposta un po’ piccata dallo stesso sindaco. «È stata una discussione franca. Ci siamo spiegati: noi come amministrazione dovremo migliorare nel coinvolgimento delle commissioni, le quali però devono rendersi conto che il loro ruolo istituzionale non è quello del Municipio o del Consiglio comunale. Abbiamo trovato una formula di comunicazione che funzionerà meglio».

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