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Aggredito in città: ‘Mi sono spaventato, poi ho reagito’

Sono solo le 20.30 della domenica di Pentecoste quando a Lugano un 54enne viene circondato da alcuni giovani desiderosi di portargli via il portafogli

In sintesi:
  • La brutta esperienza ai piedi della funicolare che dalla stazione Ffs porta in centro
  • Allarmata la centrale operativa del 112, ma per ora non c’è stata denuncia
Prima del buio
(Ti-Press)
21 maggio 2024
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Doveva essere una tranquilla domenica di un fine settimana lungo, quello di Pentecoste, per Stefano, 54 anni, un ticinese residente a Mendrisio. In serata aveva infatti optato per la ferrovia così da raggiungere, dal Magnifico Borgo, Lugano, dove voleva cenare e fare due passi.

«Ho preso il treno, volevo fare un giro e mangiare qualcosa – spiega a ‘laRegione’ dopo che lo contattiamo per farci raccontare l'esito amaro di quel giorno di festa, giusto l'altroieri, 19 maggio –. Arrivato in città, mi sono diretto alla funicolare. Con me, in quel breve tratto di viaggio, c'erano una decina di altre persone. Arrivato in piazza Cioccaro, sono sceso con gli altri passeggeri e mi sono diretto verso il centro città. Ho però compreso subito che qualcuno mi stava seguendo correndomi dietro...».

La tranquilla serata si trasforma dunque in qualcosa di meno ‘simpatico’. Stefano viene avvicinato da un giovane e immediatamente raggiunto da altri quattro coetanei: «Avranno avuto fra i 20 e i 25 anni. Mi hanno chiesto subito i soldi, io ho risposto che avevo solo carte di credito».

Ma il gruppetto, a viso scoperto, non demorde e circonda il cinquantenne, qualcuno fra di loro comincia a brandire un pugno sotto il naso: «All'inizio mi sono spaventato, poi l'adrenalina mi ha portato a reagire, quantomeno a parole. Gli ho risposto di provarci a mettermi un dito addosso. Uno di loro, quasi per provocarmi, me lo ha ficcato nella schiena. A quel primo colpo pensavo quasi scherzassero... Se fossi stato una persona anziana, fragile o una donna mi avrebbero quasi sicuramente buttato a terra».

La vittima parla di giovani di lingua italiana, aggressivi e spavaldi, probabilmente anche per aver agito in branco: «Ero talmente nervoso che il mio carattere mi stava portando a mollare qualche sberla, ma è stato sicuramente meglio non averlo fatto, come mi ha detto peraltro la polizia».

Stefano, infatti, riesce comunque a disperdere il gruppetto e a farli desistere dal furto. Subito dopo chiama il 112: «Mi ha risposto un agente molto gentile, mi ha chiesto cosa fosse successo e che sarebbe stato bene fare denuncia. Sia domenica che lunedì ho trovato gli uffici chiusi e ora mi chiedo se ne valga ancora la pena... Alla fine sono scappati... Peraltro ero talmente concentrato su di loro che non ho avvertito se attorno a me ci fosse qualche altra persona, qualcuno in giro a passeggiare magari... non ho proprio visto nessuno...».

Resta molto amaro in bocca, per quella serata rovinata e per una città che può diventare pericolosa ancora prima che la notte l'avvolga nel suo buio.

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