Nel nuovo Infocenter, maxischermi, programmi interattivi, consulenze e... sofà
Come si cattura, e soprattutto, come si gestisce il turista al tempo del web, di booking, dei social? Dal 6 maggio, in via Magatti 6 a Lugano (dove c’erano le caselle postali della Posta centrale) è attivo il nuovo Info point di Lugano Region, l’erede del vecchio ente turistico. Un luogo di incontro e di suggestioni multimediali. Maxi schermi propongono a getto continuo filmati delle attrazioni luganesi, la consulenza è sia umana, personalizzata, che interattiva, attraverso dei computer, e presto saranno disponibili anche dei tablet. Il tutto in un ambiente spazioso, fatto di divani, tavoli, vetrine. Insomma un salto epocale, rispetto ai vecchi sportelli dove tipicamente i vacanzieri si recavano per trovare una stanza d’hotel o comprare dei biglietti.
«Nel nostro campo, si ha un po’ la tendenza a fare molto per il marketing e meno a livello di attenzione per il visitatore» ci spiega Massimo Boni, direttore di Lugano Region. «Invece, questo Info point è stato concepito per due motivi, essenzialmente. Uno è mostrare l’offerta al turista in tutto il territorio del Luganese, l’altro attrarre la clientela business che già si trova a Lugano, grazie a questi maxi schermi su cui continuano a ‘girare’ le varie offerte della regione così da indurlo a ritornare per una vacanza, magari con la famiglia». Certo, l’Info point è meno in vista rispetto ai precedenti uffici di Palazzo Civico (già dismesso) e della stazione, che verrà chiuso. Un passo indietro in termini di visibilità e immediatezza verso il turista? Giriamo la domanda al direttor Boni. «A Palazzo Civico c’era solo un vecchio sportello con un impiegato, mentre qui il turista può venire e fermarsi, anche coi bambini, col cane, con la sedia a rotelle, informarsi, usare anche degli iPad». Un’esperienza completamente diversa insomma.
Diana Bolis, responsabile dell’informazione al turista, racconta l’avvio del nuovo Info point. «Devo dire che c’era un po’ la paura di non essere trovati nella nuova posizione, invece, già dalla prima settimana c’è stato un buon movimento, i turisti non fanno fatica a trovarci e sono molto interessati al tipo di consulenza che viene offerta, più approfondita, rispetto allo sportello che avevamo prima. Possono avere una consulenza autonoma, ci sono tre giochi interattivi per i bambini, gli stampati, ma anche una consulenza accompagnata, più approfondita. La riservazione degli alberghi la facciamo ancora, anche se meno di prima, così come rilasciamo le patenti di pesca. Ci sarà poi un angolo dedicato ai nostri partner nella regione per avere una vetrina nel centro città».
Per il resto, Lugano Region vuole continuare il lavoro sui suoi “segmenti”, così vengono chiamati: sport e natura, arte e cultura, enogastronomia, e il ‘Mice’ – acronimo inglese che rappresenta il settore dei congressi e degli eventi. Quattro sono pure gli “asset strategici”: ospitalità, digitalizzazione, sostenibilità e destagionalizzazione. «Dunque l’intento è quello di spingere i segmenti rispettando gli asset strategici» spiega Massimo Boni.
Non mancherà, al turista che arriva in treno, il vostro ufficio nel palazzo della stazione? «Penso di no, perché la stazione come è strutturata oggi induce il viaggiatore in arrivo a scendere direttamente verso il centro, tramite la funicolare o a piedi. Inoltre, vedendo i numeri che fa l’Info point in stazione, ecco, bisogna essere sostenibili anche dal punto di vista delle risorse». Qualcosa in stazione comunque rimarrà. Con l’accordo delle Ffs, Lugano Region ‘occuperà’ una sorta di nicchia nel sottopasso ferroviario, con degli schermi dove verranno fornite informazioni di tipo turistico. Una volta scesi in città, i visitatori troveranno comunque le informazioni per raggiungere l’Info point di via Magatti. «Bisogna aggiungere – rimarca Diana Bolis – che in molti arrivano con i bus turistici scendendo sul lungolago, dunque nei pressi del nuovo Info point. Noi raccogliamo statistiche dei passaggi e anche della tipologia di cliente, c’è la persona che non conosce assolutamente la zona, e dunque ha per forza bisogno della consulenza, e c’è quella che la conosce ma vuole avere... delle chicche da ‘local’. E poi c’è gente del posto, perché noi diamo informazioni su concerti, eventi e per alcuni di essi facciamo anche da rivenditori».
Il momento turistico è stato peraltro contraddistinto da una Pasqua disastrosa a livello meteo, e di conseguenza per quanto riguarda i pernottamenti. Ci si può chiedere come mai Lugano patisca così tanto queste condizioni, molto più di quanto capita in altre località, e un mese fa il paragone con Como è stato impietoso. «È un fatto storico, noi da sempre ci rivolgiamo a un target che è svizzero fra il 54 e il 60%. Ci si può chiedere: ma perché lo zurighese dopo l’inverno brutto che ha avuto, dovrebbe venire nel Luganese se è prevista pioggia? Putroppo al momento siamo ancora meteo-dipendenti. Abbiamo tentato una campagna piuttosto aggressiva con gli ‘Schenkstube’, cioè 200 voucher da 200 franchi, ma anche a regalarli non li abbiamo ‘fatti fuori’... Per quanto riguarda il settore culturale c’è l’imbarazzo della scelta, ma il settore spa&wellness, per esempio, da noi quasi non c’è, come non ci sono le grandi ville del lago di Como, e nemmeno c’è... il lago di Como. L’anno scorso sono stato in un ristorante tra Como e Menaggio, e in poche ore abbiamo visto passare, senza esagerare, almeno 50 motoscafi dai 200mila franchi in su. E poi c’è il discorso degli hotel. Non vorrei fare arrabbiare nessuno, ma i nostri alberghi che offrono ambienti interni per il tempo libero sono pochissimi, più che altro nel campo dei 4 o 5 stelle. Sul lago di Como ci sono strutture come Villa d’Este, Mandarin Oriental, Four Season, delle catene che attraggono ricchi statunitensi, una clientela internazionale, la festa, gli alberghi ‘les pieds dans l’eau’ (direttamente a lago), strutture che da noi a contarle sono quattro in tutto il Ceresio». Insomma i paragoni col lago di Como sono difficili. Per il momento bisogna sperare nel bel tempo. «L’Ascensione ci ha dato un primo assaggio con buoni numeri, siamo comunque una delle regioni più belle della Svizzera, e se pensiamo anche al Lac, ai mille chilometri di camminamenti e percorsi mountainbike, all’enogastronomia, direi che l’offerta non manca, e cercheremo di comunicare sempre più quanto costruito negli scorsi anni».