‘Sarà un'altra conduzione’ ci dice la sindaca succeduta a Bruschetti: focus sulle collaborazioni intercomunali
Si è ritrovata sulla poltrona, inaspettatamente, lo scorso 5 febbraio, dopo che Giovanni Bruschetti, coinvolto in un’inchiesta penale, aveva rassegnato le dimissioni. Le recenti elezioni comunali, dove ha raccolto ben 1’191 voti personali, hanno confermato Simona Rusconi nel ruolo di sindaca di Massagno. È un volto relativamente nuovo e poco conosciuto il suo: alla 50enne esponente del Centro chiediamo allora quali sono gli auspici verso il quadriennio entrante, considerando che in Municipio vi è stato un forte rinnovamento, prima e dopo le elezioni.
«In tre – Fabio Nicoli, Rosario Talarico e io – siamo arrivati in Municipio tre anni fa e siamo... i più ‘vecchi’, Elena Meier è entrata un anno fa, Philippe Bouvet e Roberto Brignoni sono entrati adesso, e poi c’è Mario Asioli che era già stato in Municipio anni fa e che rientra ora. Siamo essenzialmente tutti o quasi tutti relativamente nuovi, ma siamo motivati, orientati alla collaborazione. Il mio desiderio è quello di fare squadra e di impostare un metodo di lavoro nuovo: solo se saremo un Municipio coeso, e condivideremo gli obiettivi da raggiungere, riusciremo a gestire un Comune forte come Massagno».
Inevitabile a questo punto un raffronto col recente passato, il ventennio di Giovanni Bruschetti che almeno dall’esterno è sembrato un sindaco egemone nella politica massagnese. «Sarà un’altra conduzione, come è logico che sia, quando si cambiano le persone. Ognuno conduce secondo la sua specifica sensibilità e i valori propri. Nulla di sconvolgente dunque. Quando sono stata designata a fare il sindaco dal 5 febbraio fino alle elezioni, la prima intuizione che ho avuto è stata quella di cambiare la disposizione dei tavoli nella sala del municipio. Prima erano messi per il lungo, col sindaco a capotavola, mentre io li ho voluti a forma di pentagono, e quello per me è stato un segnale anche verso i colleghi. Chiaro, non sono i tavoli a fare la politica, ma la mia intenzione è quella di impostare il lavoro con un metodo di condivisione e di valorizzazione di ciascuno». Tra l’altro la situazione lavorativa di Simona Rusconi, assistente sociale per la Fondazione Pro Senectute nel Mendrisiotto, non permetterebbe una sua onnipresenza nelle vicende massagnesi.
«Io quando sono stata eletta in Municipio ho chiesto di scendere, come grado di occupazione dal 100 all'80%, per avere almeno una giornata da dedicare al Comune, ed è stata una scelta azzeccata, anche se economicamente non ho fatto un affare... Quando poi ho assunto la carica di Sindaca ho chiesto al mio superiore di poter ridurre il mio grado di occupazione al 60%, e mi è stato accordato, però il tempo non è ancora abbastanza e ho chiesto di ridurre ulteriormente al 50%. Massagno è un bel Comune, che chiede molto impegno, e conciliare le due attività domanda molta organizzazione».
Quali sono i temi prioritari già individuati per il futuro? «Devo ancora discuterne con i miei colleghi, ma tra le urgenze, da come la vedo, c’è quella di costruire ponti e significative collaborazioni con i Comuni che ci stanno attorno. Per esempio, nel campo della politica giovanile e degli anziani. Non è infatti ragionevole pensare di affrontare da soli questi temi. Prendiamo la nostra Casa anziani comunale, da 66 posti letto. In tutto il Cantone si stanno mettendo in rete gli istituti; addirittura, la pianificazione integrata votata dal Gran Consiglio a gennaio 2023 parla di reti integrate tra il mondo istituzionale e quello del domicilio. Bisogna capire come, ma si potrebbero trovare collaborazioni, magari nei campi della direzione, dell’amministrazione, della gestione sanitaria e nel settore alberghiero. In Ticino vi sono diversi esempi di messa in rete, alcune già consolidate e altre di recente costituzione.
Abbiamo inoltre in cantiere la riconversione dei magazzini Aem. Una visione molto interessante, che sta passando alla fase di progettazione: gli spazi, che sono dell’Azienda elettrica di Massagno, diventeranno luogo multifunzionale in grado di ospitare anche spettacoli e concerti. Questo progetto sta a cuore a tutti, anche perché in posizione strategica, al centro del paese, e poi prevede di togliere i posteggi e creare una piazza».
Tornando alla collaborazione con i Comuni circostanti, negli scorsi anni si è risolta nella condivisione di alcuni servizi – la polizia, la piscina – ma l’impressione è che sulla collina ogni paese resti per il momento abbastanza geloso della propria autosufficienza. «Esiste il ‘tavolo dei sindaci’ della Collina nord. Giovedì alla cerimonia di insediamento del Municipio ho invitato i sindaci e sono arrivati quasi tutti: quello di Comano è nuovo, quello di Canobbio è nuovo, quello di Porza è nuovo, io sono nuova, quello di Ponte Capriasca è nuovo. Insomma, è un cambiamento epocale. E poi parliamo perlopiù di sindaci giovani, intorno ai 40-50 anni, io ho sentito un’apertura da parte degli altri che fa ben sperare. Ma anche Raffaele Schärer, che è sindaco di Savosa da una vita, mi è sembrato molto ben disposto».
Ci sono pertanto tutte le premesse per arrivare a una collaborazione proficua nella costruzione del futuro».
Tornando alla collaborazione con i Comuni circostanti, negli scorsi anni si è risolta nella condivisione di alcuni servizi – la polizia, la piscina – ma l’impressione è che sulla collina ogni paese resti per il momento abbastanza geloso della propria autosufficienza. «Esiste il ‘tavolo dei sindaci’ della Collina nord. Giovedì alla cerimonia di insediamento del Municipio ho invitato i sindaci e sono arrivati quasi tutti: quello di Comano è nuovo, quello di Canobbio è nuovo, quello di Porza è nuovo, io sono nuova, quello di Ponte Capriasca è nuovo. Insomma, è un cambiamento epocale. E poi parliamo perlopiù di sindaci giovani, intorno ai 40-50 anni, io ho sentito un’apertura da parte degli altri che fa ben sperare. Ma anche Raffaele Schärer, che è sindaco di Savosa da una vita, mi è sembrato molto ben disposto».
Se vuole è un modo per imparare a lavorare assieme, per conoscerci meglio e poi vedremo cosa ci riserverà il futuro».