Luganese

Condannati per rapina dopo una serata nei postriboli

Sottrassero il borsellino a un conoscente: inflitta a due uomini una pena di sei mesi sospesi condizionalmente, il terzo, l’autista, è stato prosciolto

Per il giudice la vittima è stata derubata con violenza
(Ti-Press)
29 febbraio 2024
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Una trasferta in Svizzera, una serata di bagordi per locali a luci rosse. Una nottata, quella del 9 novembre 2022, che per tre amici cittadini italiani, «tre giovani uomini carichi di ormoni – per usare le parole di uno dei difensori, l’avvocato Stefano Genetelli – è sfociata in un processo alle Assise correzionali di Lugano. Per due di loro è costata una condanna per rapina di 6 mesi sospesi condizionalmente per due anni, e l’espulsione dal territorio svizzero per cinque anni. Il terzo, anch’egli accusato dello stesso reato, difeso dall’avvocato Enrico Germano, è stato prosciolto dal giudice Amos Pagnamenta ed è scampato all’espulsione.

Dopo aver trascorso la serata individualmente tra le pareti di due postriboli del Luganese, un 24enne, un 27enne e un 29enne, si ritrovarono al parcheggio dove avevano lasciato l’auto con la quale erano arrivati dall’Italia. Lì incontrarono un conoscente, anch’egli cliente degli stessi lupanari, con il quale iniziarono a discutere a proposito di una prostituta. In una rapida escalation, il 29enne afferrò da dietro l’uomo trattenendolo con forza per poi sferrargli un pugno al viso. Il 24enne in quel momento ne approfittò per sottrargli il borsellino e togliergli quanto rimasto dalla serata a pagamento. Dopodiché hanno raggiunto il 27enne che li aspettava in macchina e si sono dati alla fuga... brevissima, perché fermati e posti in carcerazione preventiva.

La procuratrice pubblica Marisa Alfier aveva chiesto per tutti e tre una pena di sei mesi di detenzione sospesa con la condizionale per un periodo di prova di due anni e l’espulsione dalla Svizzera. «Anche il 27enne – ha espresso in aula – ha agito in correità con gli altri due imputati, ed è lui che ha garantito la fuga per tutti». Gli avvocati del 24enne e del 29enne, Mattia Guerra e Stefano Genetelli, si erano invece battuti per il proscioglimento dei loro assistiti, ritenendo, in estrema sintesi che non si fosse trattato di rapina.