Luganese

Abusa sessualmente di una 33enne, gerente di un bar condannato

La pena inflittagli dalla Corte delle Assise correzionali di Lugano è di 24 mesi sospesi condizionalmente per tre anni di prova

Riconosciuto il caso di rigore
(Ti-Press/Archivio)
8 aprile 2024
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Al banco degli imputati è comparso oggi, lunedì 8 aprile, un 46enne con l’accusa di atti sessuali con persone incapaci di discernimento, consumati o tentati, e da lì è tornato a casa con una condanna di 24 mesi sospesi condizionalmente per tre anni. Dinnanzi alla Corte delle Assise correzionali di Lugano, presieduta dal giudice Marco Villa, in un processo a porte chiuse, l’uomo ha riconosciuto e ammesso integralmente i fatti che lo hanno condotto alla sbarra. Era una sera di novembre del 2022, una come tante altre per l’imputato che si trovava nel bar da lui gestito; una in cui divertirsi per la vittima, una donna di 33 anni. Passata la mezzanotte i due raggiungono l’abitazione di lui dove la 33enne, nel suo evidente stato di ubriachezza, si addormenta. E mentre lei è nel mondo dei sogni, lui ne approfitta per spogliarla e abusarne sessualmente, senza arrivare al rapporto completo. La donna si risveglia in quel momento e gli urla di fermarsi, realizzando di essere stata vittima di un reato sessuale e subendo le conseguenze di quell’incubo.

La donna ha immediatamente denunciato quanto subìto, costituendosi accusatrice privata. A difenderla, l’avvocata Letizia Vezzoni, che oltre ad allinearsi con la proposta di pena formulata dal procuratore pubblico Zaccaria Akbas in accordo con la difesa, rappresentata dall’avvocata Ioana Mauger – di 24 mesi sospesi condizionalmente per 3 anni – ha avanzato delle pretese di risarcimento per un totale di 5mila franchi. Richiesta accolta dalla Corte che ha inoltre riconosciuto per l’imputato il caso di rigore per quanto riguarda l’espulsione dalla Svizzera. Alla fine del dibattimento, il 46enne si è preso un momento per scusarsi per quanto commesso.