Luganese

La Straordinaria pietra miliare della cultura alternativa

L’associazione Idra presenta il bilancio dell’evento e consegna alle autorità il documento che pone le basi per il riconoscimento delle realtà dal basso

Pronta e in mano a Città e Cantone la versione definitiva della ‘Carta della Gerra’
(Alan Koprivec/Ti-Press)
5 febbraio 2024
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Prende il nome dal terreno dove è sorta l’esperienza ‘La Straordinaria’, e ha lo scopo di porre le basi per favorire il riconoscimento, lo sviluppo e la professionalizzazione della cultura indipendente in Ticino. È la ‘Carta della Gerra’. Il documento partecipativo, presentato a marzo 2023 dall’associazione Idra, è stato consegnato oggi – in una sala gremita di persone dello spazio L’Ove a Viganello – nella sua forma ufficiale e definitiva alle autorità cittadine e cantonali, insieme alla raccolta firme della petizione ‘Lugano ha bisogno di spazi dedicati alla cultura indipendente’ che riunisce oltre 3’500 sottoscrizioni.

L’auspicio dei numerosi sottoscriventi e di Idra è che gli intenti contenuti in questa carta siano condivisi anche dalle autorità comunali e cantonali, in quanto viene ritenuto necessario che l’ente pubblico si attivi con urgenza per discutere di proposte operative concrete a favore dello sviluppo della cultura dal basso. Messaggio che è stato colto e accolto dai destinatari, così come la carta in questione.

‘È ora di dare spazio alle realtà che arrivano dal basso’

In cinque punti sono sintetizzate preoccupazioni, perplessità e proposte condivise da oltre 700 realtà (associazioni, gruppi, collettivi e singoli). «Oggi – ha spiegato Olmo Cerri, regista e operatore culturale, membro di Idra – la scena culturale si trova quasi sempre in posizione marginale rispetto al settore pubblico a causa della mancanza di spazi d’azione, dell’insicurezza finanziaria e dal mancato riconoscimento istituzionale». Conseguenze ritenute riconducibili alla posizione ineguale che la scena indipendente occupa all’interno dell’ecosistema culturale. Da qui, e dall’evidente (e incessante) necessità di recuperare il ritardo rispetto alle altre città svizzere (come Berna o Ginevra, ritenute esempi virtuosi). Anche la chiusura di luoghi come lo Spazio Morel, il Csoa Molino, il Casotto, il Domani e il Living Room, hanno reso ulteriormente impellente la volontà di dimostrare che iniziative dal basso possono ottenere l’attenzione dei piani alti e instaurare così un dialogo. Scambio che forse, senza lo ‘spartiacque’ della Straordinaria, avrebbe tardato ancora a concretizzarsi. «Crediamo – ha infatti affermato Cerri – che alle nostre latitudini sia arrivata l’ora di dare spazio alle realtà che arrivano dal basso e non solo a quelle sotto il diretto controllo della politica cantonale e comunale».

‘Ridefinire le modalità di assegnazione’

Ed è proprio di spazio, o meglio di spazi, che si parla nel primo punto della Carta della Gerra. Il bisogno di nuovi luoghi disponibili per la cultura indipendente, per Idra è stato anche il motore della manifestazione di giugno che ha reclamato ‘Dieci, cento, mille spazi’, toccando vari luoghi simbolo delle rivendicazioni: dal piazzale di Besso, da cui tutto ha preso avvio, alle ex scuole dell’infanzia di via Bottogno di Viganello, in cui il cammino dimostrante si è concluso.

Al primo punto si intreccia il secondo: la modalità di assegnazione di tali spazi. “È imprescindibile – si legge nel documento – ripensare le modalità di assegnazioni delle infrastrutture pubbliche, attuando dei processi democratici, aperti e inclusivi grazie ai quali anche le organizzazioni culturali indipendenti possano trovare sede». L’assegnazione “non può definirsi solamente attraverso concessioni rilasciate su basi soggettive, interessi politici o relazioni esclusive con grandi istituzioni. È importante che l’amministrazione pubblica si impegni a individuare e valorizzare le molteplici specificità delle organizzazioni culturali, concretizzando dei percorsi di assegnazione tramite convenzioni limitate nel tempo». In una sintesi estrema, viene proposto un modello basato su mandati chiari, processi orizzontali e partecipativi, promuovendo una distribuzione più democratica ed equilibrata delle infrastrutture pubbliche.

‘Lo scopo non è quello di sostituire quanto già esiste’

A questo si aggiunge il quarto tassello: la necessità di aggiornare il quadro legislativo. “Non con l’intenzione di creare dinamiche di concorrenza con altri settori, bensì con lo scopo di riconoscere che le possibilità economiche, gli obiettivi perseguiti e le dinamiche di funzionamento sono differenti”. Nell’ultimo punto, il quinto, si somma e riassume lo scopo di tutte le proposte e di tutti gli sforzi da parte di Idra, delle associazioni, gruppi e operatori culturali che in quel documento hanno affidato le proprie speranze di una trasformazione.

Il nome della carta non solo riprende il luogo in cui si è tenuta la manifestazione che ha visto la partecipazione di 30mila visitatori ma è anche lo spunto di un’essenziale metafora per gli organizzatori. «Il terreno della Gerra, che conosciamo tutti – ha concluso Cerri – è uno spazio residuale sabbioso schiacciato fra il cimitero e i campi da calcio. Ora è un immenso parcheggio polveroso su cui apparentemente non cresce niente. Ci piace vederlo come una metafora: che anche da uno spazio così ostile, semi desertico, con le adeguate cure, può favorire la nascita di iniziative che sono straordinarie».

‘Un piccolo miracolo a livello culturale’

A credere nella straordinarietà di quest’esperienza è anche Roberto Badaracco, vicesindaco e capodicastero Cultura, sport ed eventi della Città di Lugano. «Questa fenomenale avventura è stato un passo fondamentale per dimostrare a tutti (non che noi non ne fossimo convinti) che c’è una scena molto viva e feconda della cultura alternativa che ha bisogno di esprimersi e dimostrare le proprie potenzialità. La Straordinaria è stata veramente una pietra miliare – ha affermato – perché senza quest’esperienza non si sarebbe potuto dimostrare quanto realizzato concretamente». E per quanto riguarda la carta di intenti, «credo – ha aggiunto il vicesindaco – che rappresenti un altro spunto per Città e Cantone su cui lavorare nei prossimi mesi. La nostra volontà è quella di arrivare nel più breve tempo possibile a rispondere a questi quesiti, tra cui quello degli spazi di diffusione e di creazione. Ritengo che questo incontro rappresenti un punto d’arrivo di un’esperienza come La Straordinaria, ma anche un punto di partenza per qualche cosa che dovrà veramente portare al riconoscimento della cultura indipendente». Da noi interpellato, Badaracco ha affermato che si è ancora in fase di valutazione per trovare degli spazi temporanei da dedicare a questi scopi, ma che «ci stiamo lavorando: c’è apertura sia da parte nostra che del Cantone, con il quale dovremo coordinarci».

A testimoniare la volontà di trovare delle soluzioni, è anche Marina Carobbio Guscetti, direttrice del Dipartimento Educazione, cultura e sport (Decs), che durante l’incontro odierno ha annunciato che nelle prossime settimane il suo dipartimento presenterà delle linee guida per la legislatura sulla politica culturale del Cantone. «Questa carta offrirà un contributo importante al dibattito che spero si crei ancora di più a livello cantonale e permetta di trovare delle risposte a queste esigenze».

Sartori: ‘Speriamo di passare presto a una fase operativa’

E a proposito di orizzonte temporale, abbiamo chiesto a Noah Sartori, presidente dell’associazione Idra, se il ritardo accumulato in Ticino, potrà essere recuperato in tempi ‘brevi’. «Il nostro auspicio è che grazie a quest’apertura che abbiamo riscontrato da parte delle autorità i tempi siano veramente ridotti. Anche perché si tratta di un settore fragile che vive nel precariato. Speriamo che, tempi biblici della politica permettendo, potremo presto passare a una fase più operativa e concreta». A ogni modo, ha proseguito, «ci vorrà un lavoro congiunto tra i diversi dipartimenti cantonali e non solo il Decs, ma anche a livello comunale, per affrontare i vari punti che abbiamo presentato». Infine, ha concluso, «l’anno scorso abbiamo proposto La Straordinaria, oggi la Carta della Gerra, speriamo però che non ci dovremo più inventare altre mille capriole prima di arrivare a risolvere la questione».

Cifre alla mano

La conferenza stampa è stata inoltre l’occasione per rendere pubblici i dati raccolti nel Rapporto di chiusura, redatto dall’associazione Idra, in seguito all’esperienza de ‘La Straordinaria - Tour Vagabonde’ che ha avvicinato un pubblico di circa 30mila persone. In 67 giorni di apertura (tra fine dicembre 2022 e marzo 2023) la manifestazione ha ospitato più di 135 progetti socio-culturali: 51 concerti, 15 performance, 23 proiezioni, 12 progetti legati alla poesia, 6 dedicati alle arti visive, 4 incontri di mediazione, 20 eventi dedicati alla socialità e 7 laboratori didattici. L’agenda culturale ha coinvolto oltre 270 artiste e artisti, il 36% provenienti dalla Svizzera italiana, il 34% dal resto della Svizzera e il 30% dall’estero.

Il programma è stato organizzato in collaborazione con oltre 45 associazioni ed enti culturali presenti sul territorio, concedendo uno spazio inclusivo e di aggregazione. Gli appuntamenti musicali sono stati i più seguiti, con il 39% delle partecipazioni, seguito dai programmi dedicati al teatro con il 13% e al cinema con il 7%. Segue il programma legato alla poesia con il 5% delle partecipazioni e infine quello delle arti visive con il 4%. Gli eventi dedicati alla mediazione, didattica e socialità hanno completato le visite con l’importante partecipazione del 16%.

Per riuscire a garantire la qualità del servizio e dell’offerta Idra ha impiegato 20 dipendenti, rispettando le direttive correnti e versando salari in linea con il settore, per un totale netto di oltre 79mila franchi e contributi sociali per oltre 13mila franchi. L’associazione è inoltre riuscita a coinvolgere oltre 75 lavoratori indipendenti e più di 110 imprese svizzere, generando un indotto economico complessivo di circa 590mila franchi. Il progetto è stato sostenuto da 17 enti pubblici e privati, grazie a un sano rapporto tra il valore dei contributi ricevuti (100mila franchi dagli enti pubblici e 122mila da fondazioni private) e il valore produttivo dell’attività di oltre 450mila franchi, il progetto è riuscito a raggiungere un grado di autofinanziamento di oltre il 67%, chiudendo il conto economico a pareggio per un totale di oltre 676mila franchi.

Una dimostrazione lampante che anche la cultura indipendente, a rassicurazione di molti, ‘fa girare l’economia’.

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