Luganese

Tentò di rapinare un’edicola armato di coltello, condannato

Tre anni parzialmente sospesi a favore di un trattamento psicoterapeutico Oltregottardo per un 21enne arrestato un anno fa a Ponte Tresa

L’edicolante era riuscito a spaventare i rapinatori e a metterli in fuga
(Ti-Press)
22 gennaio 2024
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A soli 21 anni può già ‘vantare’ una lunga lista di crimini, avendo già iniziato a delinquere da minorenne. E per lui, il giudice Siro Quadri, ha deciso una terapia di riabilitazione in una struttura chiusa Oltregottardo. Il giovane, a processo quest’oggi davanti alla Corte delle Assise criminali di Lugano e difeso dall’avvocato Stefano Pizzola, è stato arrestato il 30 gennaio dell’anno scorso, dopo aver cercato di rapinare un’edicola di Ponte Tresa minacciando la commessa con un coltello. La tentata rapina si è svolta con l’aiuto della sua ragazza, che verrà processata in un secondo momento. Tra le altre imputazioni ci sono svariati furti commessi principalmente nella sua zona di residenza nel Luganese, danneggiamenti e violazioni di domicilio, un episodio di minacce nei confronti delle autorità. È stato inoltre condannato per aver spacciato circa sei chili di marijuana e hashish, e aver consumato un imprecisato, ma ingente, quantitativo di cocaina.

In discussione il trattamento da seguire

Il 21enne ha riconosciuto tutte le imputazioni, riconducendo il suo comportamento all’abuso di alcol e droghe, nonché alla frequentazione di cattive compagnie. Gran parte della discussione in aula si è però concentrata sulla pena: mentre secondo la procuratrice pubblica Marisa Alfier, per rimettere davvero il giovane sulla giusta strada, l’unica soluzione consiste in un trattamento di riabilitazione e cura in una struttura chiusa fuori dal Ticino, l’imputato e il suo difensore hanno sostenuto la via del trattamento ambulatoriale, apportando come motivazione che è ormai trascorso un anno dall’ultima assunzione di stupefacenti.

In favore della tesi dell’accusa vi è inoltre una perizia psichiatrica che ha definito molto alto il rischio di recidiva, diagnosticando al giovane anche un disturbo della personalità, oltre alla tossicodipendenza. La pena richiesta dalla pp durante la sua requisitoria è di 3 anni e 3 mesi, sospesi fintanto che il giovane seguirà una terapia in una struttura chiusa, mentre Pizzola ha ritenuto che una pena di 24 mesi fosse sufficiente, anche questa sostituita dalla terapia ambulatoriale.

Durante la lettura della sentenza, il giudice ha espresso i propri dubbi riguardo alla capacità del giovane di cavarsela da solo, e ha detto che non vi sono reali ragioni per credere all’imputato e dubitare del parere di un medico psichiatra. La pena inflitta è di 36 mesi, dei quali un anno già scontato, uno sospeso, e uno sostituito da un trattamento psicoterapeutico presso una struttura chiusa.