Ripreso il processo al maestro di musica e yoga, con nuova perizia psichiatrica. L’accusa ha chiesto cinque anni e un trattamento ambulatoriale
Ha ripreso stamani, a porte chiuse, il processo al 68enne accusato di atti sessuali con sei bambine tra i 6 e i 15 anni, tra il 2019 e il 2022, durante delle sedute che l’imputato aveva definito di ‘massaggio armonico’ e si era detto innocente durante il procedimento svoltosi lo scorso luglio. La decisione sulla pena era stata posticipata in attesa di una seconda perizia psichiatrica. La prima, svolta in fase d’indagine, era stata giudicata inutilizzabile in quanto non imparziale. Oggi, dalla nuova perizia è emerso che l’imputato «soffre di una turbe psichica e del disturbo pedofilico. Le sue capacità di valutare e agire sono integre e c’è un pericolo di recidiva», ha spiegato il presidente della Corte delle Assise criminali di Lugano, il giudice Amos Pagnamenta.
La procuratrice pubblica Valentina Tuoni ha chiesto che l’uomo venga condannato a 5 anni di carcere e che venga sottoposto a un trattamento ambulatoriale di lunga durata durante la carcerazione. «Ha ridotto le sue vittime a oggetti sessuali e seppur consapevole che le sue pulsioni fossero sbagliate, non ha cercato aiuto. Ha agito subdolamente e ha ingannato allieve e genitori con i suoi falsi titoli e le sue false conoscenze. Un delinquere che si è protratto per anni e con almeno sei distinte vittime».
Per Stefano Pizzola, l’avvocato difensore, la pena non deve invece superare i 36 mesi da dedursi il carcere preventivo e che il resto venga sospeso condizionalmente in favore di una terapia ambulatoriale. «La colpa del mio assistito non può essere ritenuta grave perché dagli atti, le conseguenze subite dalle vittime risultano assai contenute e dall’incarto risulta ben poco. Il mio assistito è convinto di avere svolto una terapia. Non si sta nascondendo dietro qualche scusa o bugia, e se lo fa è perché racconta bugie a sé stesso. Ha ammesso i fatti dal primo interrogatorio, indicando che svolgeva dei massaggi e che operava in zone vicine alle parti intime».
L’uomo, che gestiva in due momenti diversi due centri del Luganese dove proponeva lezioni di musica, yoga e altre discipline, nel primo dibattimento è stato ritenuto dalla Corte un bugiardo. Il 68enne, oggi in aula, ha affermato che «con la terapia di gruppo sono arrivato a riconoscere gli errori che ho commesso. Non posso ancora però accettare le accuse di penetrazione. Non sono mai avvenute. E – ha concluso – non voglio più avere a che fare con questo ambito».
Sulla sua testa pendono anche le accuse di coazione sessuale, in subordine ripetuti atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere, ripetuti atti sessuali con fanciulli, pornografia, falsità in certificati ed esercizio abusivo di attività sanitaria. La sentenza verrà comunicata alle 11.30.