In vista delle elezioni comunali, il caso politico dell’anno non preoccupa solo a sinistra. Le considerazioni di Paolo Morel e Andrea Sanvido
Apprezzamenti, ma anche grattacapi. Anche per il centrodestra. Amalia Mirante e il suo movimento Avanti si preparano a portare scompiglio anche alle elezioni comunali di Lugano, dopo essere stati il caso politico sia alle Cantonali sia alle Federali. A sinistra, certamente, in una sezione che sta valutando se concedere o meno la deroga per ricandidarsi alla municipale Cristina Zanini Barzaghi. Ma anche per il Partito liberale-radicale (Plr) e per la Lega dei Ticinesi. All’ultima tornata elettorale Mirante ha dimostrato di avere molti sostenitori anche a destra, e proprio questi due partiti sono stati i due principali perdenti alle Comunali del 2021: il Plr aveva lasciato sul campo il 5,7% e la Lega addirittura il 6,2, parlando di Consiglio comunale (Cc).
Mentre Mirante ha confermato il trasferimento a Lugano già annunciato pubblicamente – «questione di giorni» – e la volontà di presentare una lista, il centrodestra guarda ad aprile in un contesto delicato, al termine di un anno elettorale tribolato per il Plr e quasi disastroso per la Lega. E con la consapevolezza che dovranno fare i conti con un nuovo movimento, in grado di rosicchiare loro voti destreggiandosi con disinvoltura fra i temi tradizionalmente liberali e leghisti, dall’economia alla sicurezza. Ne abbiamo parlato con il presidente della sezione luganese del Plr Paolo Morel e con il vicecapogruppo in Cc per la Lega Andrea Sanvido.
«Mirante ha fatto una votazione oggettivamente interessante – osserva Morel – ed è stata capace di catalizzare l’interesse anche di una parte dei nostri elettori. E questo ci porta a una delle problematiche principali del nostro partito: non riuscire a comunicare adeguatamente sulle preoccupazioni più sentite dalla popolazione. I cittadini danno per acquisito che gran parte della gestione ordinaria vada fatta bene e sono poco interessati se non si trattano i temi che li toccano maggiormente. In questo, Mirante ha avuto una modalità di porsi che ha lasciato intendere che abbia un interesse sia di tipo sociale sia economico. Ha abbinato le sue competenze con la sua sensibilità politica».
E voi questo non lo fate? «Certo. Credo che questo dualismo sia insito in buona parte dei liberali-radicali e soprattutto nel pensiero liberale-radicale. Ed è sempre stato una nostra grande forza. Purtroppo, negli ultimi anni questa caratteristica è diventata un limite, a causa anche di litigi interni. E oggi la popolazione si trova a dirci che non capiscono chi siamo e cosa vogliamo dire. Il messaggio della sinistra è chiaro e quello della destra anche. Il nostro no». Però non è necessario per forza schierarsi e lo dimostra il Centro, che sta vivendo una fase positiva. «Loro sono stati bravi a identificare alcuni temi, ad esempio la famiglia, sui quali riescono a profilarsi. Anche loro hanno sensibilità sindacali piuttosto che economiche al proprio interno, eppure non si ha la percezione di divergenze. Da noi purtroppo c’è ancora una difficoltà nel far convivere le due realtà e questo si riflette nella comunicazione verso l’esterno. E non siamo capaci di identificare un messaggio forte da portare avanti coerentemente».
Tornando a Mirante, Morel ammette che «esiste chiaramente il rischio» che possa rappresentare una ‘minaccia’. Che fare? «Dobbiamo iniziare a far passare messaggi positivi e far capire che abbiamo profili forti e competenti. A cominciare dai due municipali, che guidano due dicasteri importanti: la cultura e gli eventi sono uno dei fiori all’occhiello di Lugano (con riferimento al dicastero del vicesindaco Roberto Badaracco, ndr) e la città è una delle più sicure della Svizzera (con riferimento a quello di Karin Valenzano Rossi, ndr). Conoscono molto bene i dossier, a differenza di Mirante che arriva da fuori e in questo caso dovrà parlare di temi molto concreti, non di tesi ideologiche. Per noi in ogni caso un nuovo slancio è fondamentale».
Anche con input esterni. «Il 6 dicembre in assemblea si discuterà l’alleanza con i Verdi Liberali, che personalmente sostengo molto. Sono un gruppo giovane, ma con grandi competenze. E hanno entusiasmo. Per noi è importante uscire dal circolo di negatività che purtroppo tende a caratterizzarci». Il Plr si prepara dunque alla battaglia. «La guerra la fai con i soldati che hai. Chiaramente vogliamo arrivare con una lista la più forte possibile, che tenga conto di tutte le nostre sensibilità. Ma dobbiamo rimboccarci le maniche: abbiamo molti partenti da sostituire nel Cc. Nomi di peso, come Fulvio Pelli, Morena Ferrari Gamba, Ferruccio Unternährer, Giovanna Viscardi, Urs Lüchinger. Persone competenti con un proprio bacino elettorale».
E chi ha subìto perdite di peso, per motivi naturali, è anche la Lega. «La nostra preoccupazione principale per questa tornata elettorale è l’assenza di Marco (Borradori, ndr) dalle liste – premette Sanvido –. Era una locomotiva di voti, non solo perché era il sindaco, ma anche perché era un politico navigato, molto presente in città e amato. Ed era un collante al nostro interno, assieme a Michele (Foletti, ndr). Sono le persone che sono state maggiormente il nostro punto di riferimento e che hanno portato avanti battaglie significative, come la nostra ultima grande vittoria: il Polo sportivo e degli eventi». Il progetto in realtà è stato appoggiato anche da altre forze politiche, facciamo notare. «Vero, ma noi lo abbiamo spinto molto sul ‘Mattino della domenica’, è una vittoria che rivendichiamo».
Per Mirante, Sanvido ha apprezzamenti. «Amalia è molto intelligente e preparata e ha dimostrato di avere una considerevole forza elettorale, che attrae effettivamente anche la destra economica. Inoltre, a Lugano abbiamo già il Movimento Ticino&Lavoro (Mtl) di Giovanni Albertini, con il quale andiamo molto d’accordo. Siamo vicini su diverse tematiche, come lavoro e sicurezza». Punti in comune e forza elettorale. La Lega non è preoccupata? «No, credo che riusciremo a difendere le posizioni. La nostra sfida, interna all’area, è quella di rimanere il partito di maggioranza rispetto all’Udc. E su questo vedremo. Ma come area sono ottimista e credo che resteremo maggioranza relativa. Abbiamo anche delle new entries interessanti per un discorso di ricambio nel Cc».
E in Municipio? «Credo che quello in pericolo sia il seggio socialista, se il Centro farà una lista molto forte come sembrerebbe voler fare. Noi abbiamo tre uscenti di peso». Avendo questa sicurezza, l’area Lega/Udc potrebbe sostenere nuovamente Mirante in maniera consistente come accaduto al ballottaggio per le Federali? «Può darsi. L’elettorato farà quel che si sente, ma non arriveranno indicazioni di sostenerla. Però l’elettorato leghista non è quello di Avanti. Sicurezza e lavoro sono temi nostri e credo che abbiamo lavorato bene come Lega e continueremo a farlo. Dovremo anche essere bravi nel far passare questo messaggio».