Luganese

Foletti: ‘Chi regge le sorti della Lega faccia una riflessione’

Post Federali a Lugano: a destra preoccupa la crisi del movimento di via Monte Boglia. Sinistra in forte calo e incognita Mirante. Stabili Plr e Centro.

Il sindaco di Lugano non è preoccupato per le Comunali, quanto piuttosto per la tenuta stessa della Lega
(Ti-Press)
23 ottobre 2023
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A destra preoccupano le sorti della Lega dei Ticinesi, a sinistra c’è l’incognita Amalia Mirante. Queste, in estrema sintesi, le impressioni del ‘day after’ a Lugano. Le elezioni federali nella più grande città del cantone hanno lasciato sostanzialmente sul tavolo una batosta per il movimento di via Monte Boglia (-3,3% rispetto al 2019) parzialmente compensata dal buon risultato dell’Udc (+1,97%, saldamente terzo partito) da un lato e dalla sconfitta su tutta la linea della sinistra (-2% il Ps e addirittura -4,16% i Verdi), solo in parte spiegabile con l’irruzione di Avanti con Ticino&Lavoro (4,39%) sulla scena. Stabili Plr (-0,03%) e Centro (+0,13%, senza contare il Movimento per le Valli del Ticino).

Lega e Udc confermano l’alleanza per le Comunali

«È vero, siamo sempre più vicini» commenta Michele Foletti. Considerate le sottoliste, la Lega è al 17,27% e l’Udc al 16,14%. «I rapporti di forza si fanno più equilibrati, ma per quanto ci riguarda non cambia molto pensando alle Comunali. Assieme superiamo comunque il 30% ed è da anni che diciamo che bisogna fare un discorso di area e per il Municipio ci sarà la lista Lega-Udc». Se il sindaco leghista non è impensierito dalle altre forze maggiori, qualche grattacapo lo dà «l’ulteriore polverizzazione delle forze che rischia di esserci in Consiglio comunale» a causa dei risultati dei partiti più piccoli. Ma la preoccupazione maggiore è per la Lega: «Mi dispiace che continui a esserci un’erosione di voti. Chi regge le sorti del movimento dovrebbe fare qualche riflessione a questo proposito. Anche per il futuro stesso della Lega». Preoccupazioni condivise dai cugini democentristi. «Non posso che essere soddisfatto dal risultato raggiunto dal nostro partito, anche se non bisogna adagiarsi sugli allori – osserva il presidente sezionale Alain Bühler –. In ottica Comunali, l’alleanza prosegue sicuramente fino ad aprile. È chiaro che ci preoccupa il risultato globale dell’area. Vorremmo che si rafforzasse, quantomeno confermando le posizioni. Per questo speriamo che la Lega riesca a trovare un modo per risalire la china».

La stabilità di Plr e Centro

Stabilità per i due partiti moderati invece, rispettivamente al 20,31% (il Plr) e al 14,12% (il Centro). Ma che avevano puntato su una lista molto e, rispettivamente, molto poco ‘luganocentrica’. «È vero, avevamo cinque candidati del Luganese, quattro dei quali di Lugano e questo ha creato una dinamica che forse non ha facilitato i nostri candidati – valuta il presidente sezionale liberale-radicale Paolo Morel –. Non siamo riusciti a imporre le nostre figure, anche perché il Bellinzonese ha saputo presentare un candidato forte sul quale sono confluite le forze». Morel, che pure era in lista, ammette che «io stesso non ho fatto una bella votazione, complessivamente, anche se per quanto riguarda Lugano e il Luganese sono risultato fra il terzo e il quinto posto», osservando che «in vista delle Comunali dobbiamo rimboccarci le maniche». E sebbene a Berna abbia perso un seggio, il Centro è fra i pochi partiti storici a Lugano con il segno più davanti. «Siamo contenti: è un trend che si conferma dopo le Cantonali e i presupposti sono buoni per aprile – osserva il presidente sezionale Paolo Beltraminelli –. All’orizzonte si profila uno scenario interessante, con pochi punti percentuali di scarto fra un partito e l’altro, tra i grandi. Se questi risultati dovessero ripetersi, certamente non avremo più un legislativo a dominio leghista e liberale-radicale. E la presenza di Avanti, in particolare, sarà molto interessante per le dinamiche luganesi».

L’irruzione di Amalia Mirante

E i riflettori sono in effetti, di nuovo, puntati sull’ex municipale di Torricella-Taverne, Amalia Mirante. Un ottimo risultato personale, che la pone ancora in lizza per gli Stati, e una conferma della forza elettorale del movimento (4,39%): materiale a sufficienza per impensierire in particolare una sinistra che ad aprile si troverà divisa fra le sue due anime principali e probabilmente orfana della municipale uscente. «Abbiamo non solo confermato, ma anche aumentato il consenso rispetto ad aprile – precisa Mirante –. Questo ci fa ben sperare, iniziamo a farci conoscere dalle cittadine e dai cittadini. È uno stimolo per costruire anche sul territorio: ci presenteremo in diversi comuni e a Lugano avremo una lista che speriamo molto forte e competitiva (tra cui probabilmente lei stessa, ndr)». Una competizione che si vuol portare avanti da soli, o in alleanza? I socialisti, quelli luganesi che in larga parte avevano peraltro sostenuto la sua causa a livello cantonale, potrebbero essere una possibilità? «Con l’elettorato socialista ho un ottimo rapporto e grandissimo affetto. Per quanto riguarda le possibili alleanze con gli altri partiti, ancora non abbiamo fatto le dovute valutazioni. Ora ci concentriamo sul ballottaggio e nelle prossime settimane valuteremo il da farsi».

Socialisti aperti ad alleanze, Verdi no

Socialisti che, fermatisi all’11,92%, hanno subìto una perdita non indifferente rispetto al 2019. Rispetto alle Cantonali di aprile tuttavia, per il co-presidente sezionale Filippo Zanetti, a Lugano c’è stato un miglioramento: «Abbiamo fatto 3 schede in più con il 6% di partecipazione in meno». E il confronto con il 2019 non reggerebbe del tutto: «Ci sono diversi fattori che sono cambiati. Prima di tutto quattro anni fa in lista avevamo due luganesi che possiamo definire doc, come Cristina Zanini Barzaghi e Chiara Orelli; mentre questa volta avevamo un solo candidato, Adriano Venuti, che fino a poco fa era residente a Massagno. Non bisogna poi dimenticare la spinta che il fronte progressista ha avuto in quella tornata. Inoltre, alla scorsa tornata federale, non c’era Avanti con Ticino&Lavoro». Ecco, a proposito, un’alleanza con quest’ultimi è da escludersi? «Se loro volessero avvicinarsi, sottoporremo la proposta, come fatto con altre liste come ad esempio Forum Alternativo e Pc, all’assemblea. Ma finora non abbiamo ancora avuto contatti con nessuno. La commissione cerca si incontrerà di nuovo per discuterne». La sconfitta più forte, forse, l’hanno avuta i Verdi che sono scesi complessivamente all’8,9%. Un dato preannunciato secondo il capogruppo in legislativo, Danilo Baratti: «Il risultato certo non ci rallegra ma nemmeno ci sorprende, c’erano già chiare avvisaglie». Una sconfitta che tuttavia non sembra influire più di tanto sulle strategie ecologiste in vista di aprile: «Le nostre decisioni sono già prese e non dipendono dalle percentuali. Quindi: lista autonoma per il Consiglio comunale e nessuna lista per il Municipio. Non sono previste alleanze con altri partiti».